37. Questa predizione è
incontestabilmente una delle più importanti dal punto di vista
religioso, perché constata, senza la possibilità del minimo equivoco,
che Gesù non ha detto tutto quello che aveva da dire, poiché
non sarebbe stato compreso, neppure dai suoi apostoli, dato che a loro
il Maestro si rivolgeva. Se egli avesse dato loro delle istruzioni
segrete, essi ne avrebbero fatta menzione nel Vangelo. Dal momento che
non ha detto tutto ai suoi apostoli, i successori di questi non hanno
potuto saperne più di loro. Essi, dunque, hanno potuto ingannarsi sul
senso delle parole del Signore e dare una falsa interpretazione ai suoi
pensieri, nascosti spesso sotto forma di parabola. Le religioni basate
sul Vangelo non possono dunque dirsi in possesso di tutta la verità,
poiché Gesù si è riservato di completare in seguito le sue istruzioni.
Il loro principio di immutabilità costituisce così una smentita inflitta
alle parole stesse di Gesù.
Egli annuncia sotto il nome di Consolatore e di Spirito di Verità la venuta di colui che deve insegnare tutte le cose e far ricordare ciò
che egli ha detto: dunque il suo insegnamento non era completo. Anzi,
egli prevede che ci si dimenticherà di ciò ch'egli ha detto e che lo si
snaturerà, dal momento che lo Spirito di Verità dovrà farlo ricordare e, in accordo con Elia, dovrà ristabilire tutte le cose, cioè secondo il vero pensiero di Gesù.