6. La Bibbia contiene
chiaramente dei fatti che la ragione, sviluppatasi con la scienza, non
saprebbe al giorno d'oggi accettare, e altri fatti che ci appaiono
strani e ripugnanti, perché si rifanno a usanze e costumi che non sono
più i nostri. Ma, a parte ciò, ci sarebbe della parzialità a non
riconoscere ch'essa racchiude cose grandi e belle. Nella Bibbia
l'allegoria ha un posto considerevole e, sotto questo velo, essa
nasconde verità sublimi che appaiono se si cerca il significato di
fondo, perché allora l'assurdo scompare.
Come mai, però, non
si è sollevato ben prima questo velo? Da un lato, c'è la mancanza di
lumi che soltanto la scienza e una sana filosofia potevano dare,
dall'altro, il principio dell'immutabilità assoluta della fede,
conseguenza di un rispetto troppo cieco per una lettura alla lettera —
rispetto che anche la ragione doveva osservare — e, in seguito, la paura
di compromettere l'impalcatura di credenze costruite sul senso
letterale. Partendo queste credenze da un punto primitivo, si è temuto
che, se il primo anello della catena fosse venuto a spezzarsi, tutte le
maglie della rete avrebbero finito col separarsi. È per questo che si
sono voluti ostinatamente chiudere gli occhi. Ma chiudere gli occhi di
fronte a un pericolo non significa evitarlo. Quando un edificio sta
cedendo, non è forse più prudente sostituire le pietre in cattivo stato
con delle nuove, piuttosto che attendere — per rispetto verso
l'antichità dell'edificio — che il danno sia senza rimedio e che si
debba ricostruirlo da cima a fondo?