33. Se la ragione rifiuta,
in quanto incompatibile con la bontà di Dio, l'idea delle pene
irremissibili, eterne e assolute, spesso inflitte per una sola colpa, e
rifiuta, allo stesso modo, l'idea dei supplizi dell'inferno che neppure
il pentimento più ardente e più sincero può mitigare, essa si inchina,
però, davanti a questa giustizia distributiva e imparziale, che tiene
conto di tutto, non chiude mai la porta al ripensamento e continuamente
tende la mano al naufrago, invece di respingerlo nell'abisso.