9. Mosè condivideva
evidentemente le credenze più primitive sulla cosmogonia. Come gli
uomini del suo tempo, egli credeva alla solidità della volta celeste e a
serbatoi per le acque, situati nella parte al di sopra della volta.
Questo pensiero è espresso senza allegorie né ambiguità in questo passo
(versetto 6 e seguenti): "Dio disse: Che il firmamento sia fatto in
mezzo alle acque, e che separi le acque dalle acque. Dio fece il
firmamento e separò le acque che erano al di sotto del firmamento da
quelle che erano al di sopra del firmamento" (vedere cap. V, "Antichi e
moderni sistemi del mondo", nn. 3-5).
Un'antica credenza
faceva considerare l'acqua come il principio, come l'elemento generatore
primitivo; per questo Mosè non parla della creazione delle acque, che
sembra fossero già esistite. "Le tenebre coprivano l'abisso", cioè le
profondità dello spazio, che la mente immaginava vagamente occupato
dalle acque e immerso nelle tenebre, prima della creazione della luce.
Ecco perché Mosè disse: "Lo Spirito di Dio era portato (o planava) sulle
acque". Poiché si riteneva che la Terra si fosse formata in mezzo alle
acque, occorreva isolarla. Si suppose, dunque, che Dio avesse fatto il
firmamento, costituito da una volta solida, per separare le acque che
stavano in alto da quelle che erano sulla Terra.
Per
comprendere certe parti della Genesi, bisogna necessariamente porsi dal
punto di vista delle idee cosmogoniche del tempo, di cui essa è il
riflesso.