Periodi geologici
1.
La Terra conserva in sé le tracce evidenti della sua formazione. Si
seguono le fasi di questa formazione, con una precisione matematica, nei
differenti terreni che ne compongono l'ossatura. L'insieme di questi
studi costituisce la scienza chiamata geologia, scienza
nata in questo secolo XIX, e che ha gettato la luce sulla questione
così controversa della sua origine e di quella degli esseri viventi che
l'abitano. Qui non si tratta di ipotesi. Qui c'è il risultato rigoroso
dell'osservazione dei fatti, e in presenza dei fatti il dubbio non è più
permesso. La storia della formazione del globo sta scritta negli strati
geologici in maniera ben altrimenti certa che nei libri basati su
preconcetti, perché qui è la natura stessa che parla, che si mette a
nudo, e non l'immaginazione degli uomini che crea i sistemi. Dove si
vedono le tracce del fuoco, si può affermare con certezza che là il
fuoco è esistito; dove si vedono quelle dell'acqua con non minore
certezza si può dire che là vi è stata l'acqua; dove si vedono tracce di
animali, con certezza si può dire che là hanno vissuto degli animali.
La geologia è dunque una scienza tutta d'osservazione. Essa non trae
conseguenze se non da ciò che vede; sui punti dubbi, essa non afferma
nulla: emette soltanto delle opinioni da discutere, per la cui soluzione
definitiva si dovranno attendere osservazioni più complete. Senza
le scoperte della geologia, come pure senza quelle dell'astronomia,
Genesi del mondo sarebbe ancora nelle tenebre della leggenda. Grazie
alla geologia, oggi l'uomo conosce la storia della sua dimora, e il
castello di favole che circondava la sua origine è crollato, per non
riemergere mai più.
2.
Dappertutto nel terreno, ove esistano fenditure, scavi naturali o
praticati dall'uomo, si possono osservare quelle che sono chiamate stratificazioni, cioè strati sovrapposti. I terreni che presentano questa disposizione sono designati con il nome di terreni stratificati. Gli
strati, di uno spessore molto variabile, da alcuni centimetri fino a
100 metri e più, si distinguono l'uno dall'altro, per il colore e la
natura delle sostanze di cui si compongono. I lavori d'arte, le
perforazioni dei pozzi, lo sfruttamento delle cave e soprattutto delle
miniere hanno permesso di osservarli fino a una profondità abbastanza
grande.
3. Gli
strati sono generalmente omogenei, vale a dire che ogni strato è formato
da una medesima sostanza, oppure da diverse sostanze che sono esistite
insieme e che hanno formato un tutto compatto. La linea di separazione
che li isola gli uni dagli altri è sempre delineata nettamente, come nei
vari livelli di una costruzione. Non si vedrà mai che una parte si
mescoli o si perda l'una nell'altra per quanto concerne i rispettivi
confini, come invece, per esempio, nei colori del prisma e
nell'arcobaleno.
Da questi caratteri si deduce che tali
strati si sono formati consecutivamente, depositandosi l'uno sull'altro
in condizioni e per cause differenti. Naturalmente, i più profondi si
sono formati per primi, i più superficiali posteriormente. L'ultimo di
tutti, quello che si trova in superficie, è lo strato di terra vegetale,
che deve le sue caratteristiche ai detriti delle materie organiche
provenienti dalle piante e dagli animali.
4. Gli strati inferiori, situati al di sotto dello strato vegetale, hanno ricevuto in geologia il nome di rocce, termine
che, in questa accezione, non sempre implica l'idea di una sostanza
pietrosa, ma significa un letto o banco, costituito da una sostanza
minerale qualsiasi. Alcune sono formate da sabbia, da argilla o creta,
da marna, da massi erratici; altre, da pietre propriamente dette, più o
meno dure, quali le arenarie, i marmi, il gesso, i calcari o pietre da
calce, le pietre molari, i carboni fossili, gli asfalti ecc. Si dice che
una roccia sia più o meno possente a seconda che il suo spessore sia
più o meno considerevole.
Attraverso l'analisi della natura
di queste rocce o strati, si può riconoscere, da determinati segni, che
alcuni strati provengono da materiali fusi e, a volte, vetrificati
dall'azione del fuoco; che altri provengono da sostanze terrose
depositate dalle acque e che alcune di queste sostanze si sono
conservate disgregate come, per esempio, le sabbie; che altri strati
ancora, in principio allo stato pastoso, sotto l'azione di certi agenti
chimici o per altre cause, si sono induriti e hanno acquisito, a lungo
andare, la consistenza della pietra. I banchi di pietre sovrapposte
rivelano depositi successivi. Il fuoco e l'acqua hanno dunque avuto la
loro parte attiva nella formazione dei materiali che compongono la
struttura solida del globo.
5.
La posizione normale degli strati terrosi o pietrosi che provengono da
depositi acquei è la direzione orizzontale. Quando si vedono quelle
immense pianure, che si stendono talvolta a perdita d'occhio, dalla
orizzontalità perfetta, uniformi come se fossero state livellate con un
rullo compressore, o quei fondivalle pianeggianti quanto la superficie
di un lago, si può esser certi che in un'epoca più o meno remota, quei
luoghi sono stati per lungo tempo coperti da acque tranquille che,
ritirandosi, hanno lasciato a secco quella terra che esse avevano
depositata durante il loro soggiorno. Dopo la ritirata delle acque,
quelle terre si sono ricoperte di vegetazione. Quando, invece che terre
grasse, fangose, argillose o marnose, atte ad assimilare i principi
nutritivi, le acque non hanno depositato che sabbie silicee e senza
aggregazione, abbiamo allora pianure sabbiose e aride che costituiscono
le lande e i deserti. I depositi che rilasciano le inondazioni parziali e
quelli che le alluvioni formano alle foci dei fiumi possono, in
proporzioni ridotte, darne un'idea.
6.
Benché l'orizzontalità sia la posizione normale e anche la più diffusa
delle formazioni acquose, spesso tuttavia su estensioni molto vaste, nei
paesi di montagna, possiamo osservare che rocce dure — la cui natura
indica che sono state formate dalle acque — si trovano in posizione
inclinata e, a volte, perfino verticale. Ora, siccome secondo le leggi
dell'equilibrio dei liquidi e del peso, i depositi acquosi possono
formarsi soltanto su piani orizzontali — dato che quelli che hanno luogo
su piani inclinati vengono trascinati in basso dalle correnti e dal
loro stesso peso — resta evidente che questi depositi hanno dovuto
essere sollevati da una qualsivoglia forza, dopo la loro solidificazione
o trasformazione in pietre.
Da queste considerazioni, si può
concludere con certezza che tutti gli strati pietrosi provenienti da
depositi acquosi, in una posizione perfettamente orizzontale, sono stati
formati nel corso dei secoli da acque tranquille; mentre tutte le volte
che tali strati hanno una posizione inclinata, è perché il suolo è
stato tormentato e dislocato posteriormente da sconvolgimenti generali o
parziali più o meno considerevoli.
7.
Un fatto caratteristico di grandissima importanza, per la testimonianza
irrefutabile che fornisce, consiste nel ritrovamento di resti fossili
di animali e di vegetali che si incontrano in quantità notevoli nei
diversi strati. Siccome questi resti si trovano anche nelle pietre più
dure, bisogna dedurre che l'esistenza di quegli esseri è anteriore alla
formazione di quelle pietre stesse. Ora, se si considera il numero
prodigioso di secoli che sono accorsi per effettuarne l'indurimento e
per portarle allo stato in cui esse si trovano da tempo immemorabile, si
arriva all'inevitabile conclusione secondo cui l'apparizione degli
esseri organici sulla Terra si perde nella notte dei tempi e, di
conseguenza, essa è molto anteriore alla data assegnata dalla Genesi.
[24]
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[24] Fossile, dal latino fossíle, derivato di fóssus, part. pass. di fodére
“scavare”. Questo termine si impiega, in geologia, per indicare corpi o
relitti di corpi organici provenienti da esseri che erano vissuti
anteriormente ai tempi storici. Per estensione, questo termine si
impiega egualmente per indicare delle sostanze minerali che portano le
tracce della presenza di esseri organici, quali le impronte di vegetali o
di animali.
Il termine pietrificazione
si usa soltanto per i corpi trasformati in pietra attraverso
l'infiltrazione di materie silicee o calcaree nei tessuti organici.
Tutte le pietrificazioni sono necessariamente dei fossili, ma non tutti i
fossili sono delle pietrificazioni.
Gli oggetti che si
rivestono di uno strato pietroso, quando sono immersi in talune acque
cariche di sostanze calcaree, come quelle del ruscello di Saint-Allyre,
presso Clermont, in Alvernia, non sono delle pietrificazioni
propriamente dette, ma delle semplici incrostazioni.
I monumenti, le iscrizioni e gli oggetti che provengono dalla fabbricazione umana appartengono alla archeologia.
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8.
Fra questi resti di vegetali o di animali, ve ne sono di quelli che
sono stati penetrati in tutti i punti della loro sostanza — senza che la
loro forma ne sia stata alterata — da materie silicee o calcaree, che
li hanno trasformati in pietre, alcune delle quali hanno la durezza del
marmo. Sono, queste, le pietrificazioni propriamente dette. Altri resti,
invece, sono stati semplicemente avvolti dalla materia, allo stato di
malleabilità; li si ritrova intatti, e alcuni nella loro interezza,
nelle pietre più dure. Altri resti, infine, non hanno lasciato che delle
impronte, ma di una nitidezza e di una delicatezza perfette.
All'interno di certe pietre, sono state perfino trovate le orme di
passi, e dalla forma del piede, delle dita e delle unghie, si è riusciti
a riconoscere a quale specie di animale appartenessero.
9.
I fossili di animali non comprendono quasi mai altro — e questo è
facile da comprendere — se non le parti solide e resistenti, cioè le
ossa, le scaglie e le corna; non di rado si trovano anche scheletri
completi. Il più delle volte, però, si trovano solo parti distaccate, di
cui è tuttavia facile riconoscere la provenienza. Analizzando una
mascella o un dente si vede subito se appartengono a un animale erbivoro
o carnivoro. Siccome tutte le parti dell'animale hanno una inevitabile
correlazione, la forma della testa, di una scapola, dell'osso di una
zampa, di un piede, è sufficiente per determinare la taglia, la forma in
generale, il genere di vita dell'animale. [25] Gli animali terrestri
hanno una organizzazione che ci impedisce di confonderli con gli animali
acquatici. I pesci e le conchiglie fossili sono oltremodo numerosi; le
sole conchiglie formano a volte interi banchi di grande spessore. Dalla
loro natura, si riconosce senza difficoltà se si tratta di animali
marini o di acqua dolce.
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[25] Al
livello in cui Georges Cuvier ha portato la scienza paleontologica,
spesso è sufficiente un solo osso per determinare il genere, la specie,
la forma di un animale e le sue abitudini, e ricostruirlo così tutto
intero.
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10.
I ciottoli arrotondati, che in certe zone costituiscono rocce poderose,
sono un indice inequivocabile della loro origine. Essi sono arrotondati
come i sassolini in riva al mare, segno certo dello sfregamento che
essi hanno subito per effetto delle acque. I luoghi, dove vengono
trovati interrati in masse considerevoli, sono stati incontestabilmente
occupati dall'oceano, oppure da altre acque o per un tempo molto lungo o
violentemente agitate.
11. I
terreni delle diverse formazioni sono, inoltre, caratterizzati dalla
natura stessa dei fossili che essi racchiudono. I più antichi contengono
delle specie animali o vegetali che sono del tutto scomparse dalla
superficie del globo. Alcune specie più recenti sono egualmente
scomparse, ma hanno conservato i loro analoghi, i quali differiscono dai
loro capostipiti soltanto per la grandezza e qualche sfumatura di
forma. Altre specie, infine, di cui noi vediamo gli ultimi
rappresentanti, tendono a sparire in un avvenire più o meno prossimo,
come gli elefanti, i rinoceronti, gli ippopotami ecc. Così, nella misura
in cui gli strati terrestri si avvicinano alla nostra epoca, anche le
specie animali e vegetali si avvicinano a quelle che esistono al giorno
d'oggi.
Le perturbazioni e i cataclismi, che hanno avuto
luogo sulla Terra fin dalla sua origine, ne hanno dunque cambiato le
condizioni di capacità verso il sostentamento della vita e hanno fatto
scomparire generazioni intere di esseri viventi.
12.
Esaminando la natura degli strati geologici, si viene a sapere nella
maniera più positiva se, all'epoca della loro formazione, la regione che
li conserva era occupata dal mare, da laghi, o da foreste e pianure
popolate da animali terrestri. Se, dunque, in una stessa zona, si trova
una serie di strati sovrapposti, contenenti alternativamente fossili
marini, terrestri e d'acqua dolce, parecchie volte ripetuti, questa è
una prova irrefutabile del fatto che quella stessa zona è stata numerose
volte invasa dal mare, coperta da laghi e messa a secco.
E
quanti secoli di secoli, certamente, e quante migliaia di secoli, forse,
sono accorsi a ciascun periodo per completarsi?! E quale possente forza
è occorsa per spostare e rispostare l'oceano, sollevare le montagne?!
Quante rivoluzione fisiche, quanti violenti sconvolgimenti la Terra ha
dovuto attraversare prima di essere come noi la vediamo dall'inizio dei
tempi storici?! E si vorrebbe che tutto questo fosse opera eseguita in
meno tempo di quanto ne occorrerebbe per far spuntare una pianta!
13.
Lo studio degli strati geologici attesta, come già è stato detto,
formazioni susseguenti che hanno cambiato l'aspetto del globo e dividono
la sua storia in numerosi periodi, che vengono chiamati periodi geologici, la
cui conoscenza è essenziale per la determinazione della Genesi. Se ne
contano sei principali, che sono stati designati con i nomi di periodo
primario, di transizione, secondario, terziario, diluviale,
postdiluviale o attuale. I terreni formatisi nel corso di ogni periodo
si chiamano perciò: terreni primitivi, di transizione, secondari ecc. Si
dice anche: il tale o talaltro strato, o roccia; il tale o talaltro
fossile si trova nei terreni del tale o talaltro periodo.
14.
È essenziale osservare che il numero di questi periodi non è affatto
assoluto, e che esso dipende dai sistemi di classificazione. Nelle sei
epoche principali, sopracitate, vengono comprese soltanto quelle che
sono segnate da un cambiamento notevole e generale nello stato del
globo. Ma l'osservazione prova che numerose formazioni successive si
sono operate nel corso di ogni periodo; ed è per questo motivo che si è
proceduto a una ulteriore divisione in sottoperiodi, caratterizzati
dalla natura dei terreni, e che portano a ventisei il numero delle
formazioni generali ben caratterizzate, senza contare poi quelle che
provengono da modificazioni dovute a cause puramente locali.