LA GENESI, I miracoli e le predizioni secondo lo Spiritismo

Allan Kardec

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Periodi geologici

1. La Terra conserva in sé le tracce evidenti della sua formazione. Si seguono le fasi di questa formazione, con una precisione matematica, nei differenti terreni che ne compongono l'ossatura. L'insieme di questi studi costituisce la scienza chiamata geologia, scienza nata in questo secolo XIX, e che ha gettato la luce sulla questione così controversa della sua origine e di quella degli esseri viventi che l'abitano. Qui non si tratta di ipotesi. Qui c'è il risultato rigoroso dell'osservazione dei fatti, e in presenza dei fatti il dubbio non è più permesso. La storia della formazione del globo sta scritta negli strati geologici in maniera ben altrimenti certa che nei libri basati su preconcetti, perché qui è la natura stessa che parla, che si mette a nudo, e non l'immaginazione degli uomini che crea i sistemi. Dove si vedono le tracce del fuoco, si può affermare con certezza che là il fuoco è esistito; dove si vedono quelle dell'acqua con non minore certezza si può dire che là vi è stata l'acqua; dove si vedono tracce di animali, con certezza si può dire che là hanno vissuto degli animali.

La geologia è dunque una scienza tutta d'osservazione. Essa non trae conseguenze se non da ciò che vede; sui punti dubbi, essa non afferma nulla: emette soltanto delle opinioni da discutere, per la cui soluzione definitiva si dovranno attendere osservazioni più complete. Senza le scoperte della geologia, come pure senza quelle dell'astronomia, Genesi del mondo sarebbe ancora nelle tenebre della leggenda. Grazie alla geologia, oggi l'uomo conosce la storia della sua dimora, e il castello di favole che circondava la sua origine è crollato, per non riemergere mai più.

2. Dappertutto nel terreno, ove esistano fenditure, scavi naturali o praticati dall'uomo, si possono osservare quelle che sono chiamate stratificazioni, cioè strati sovrapposti. I terreni che presentano questa disposizione sono designati con il nome di terreni stratificati. Gli strati, di uno spessore molto variabile, da alcuni centimetri fino a 100 metri e più, si distinguono l'uno dall'altro, per il colore e la natura delle sostanze di cui si compongono. I lavori d'arte, le perforazioni dei pozzi, lo sfruttamento delle cave e soprattutto delle miniere hanno permesso di osservarli fino a una profondità abbastanza grande.

3. Gli strati sono generalmente omogenei, vale a dire che ogni strato è formato da una medesima sostanza, oppure da diverse sostanze che sono esistite insieme e che hanno formato un tutto compatto. La linea di separazione che li isola gli uni dagli altri è sempre delineata nettamente, come nei vari livelli di una costruzione. Non si vedrà mai che una parte si mescoli o si perda l'una nell'altra per quanto concerne i rispettivi confini, come invece, per esempio, nei colori del prisma e nell'arcobaleno.

Da questi caratteri si deduce che tali strati si sono formati consecutivamente, depositandosi l'uno sull'altro in condizioni e per cause differenti. Naturalmente, i più profondi si sono formati per primi, i più superficiali posteriormente. L'ultimo di tutti, quello che si trova in superficie, è lo strato di terra vegetale, che deve le sue caratteristiche ai detriti delle materie organiche provenienti dalle piante e dagli animali.

4. Gli strati inferiori, situati al di sotto dello strato vegetale, hanno ricevuto in geologia il nome di rocce, termine che, in questa accezione, non sempre implica l'idea di una sostanza pietrosa, ma significa un letto o banco, costituito da una sostanza minerale qualsiasi. Alcune sono formate da sabbia, da argilla o creta, da marna, da massi erratici; altre, da pietre propriamente dette, più o meno dure, quali le arenarie, i marmi, il gesso, i calcari o pietre da calce, le pietre molari, i carboni fossili, gli asfalti ecc. Si dice che una roccia sia più o meno possente a seconda che il suo spessore sia più o meno considerevole.

Attraverso l'analisi della natura di queste rocce o strati, si può riconoscere, da determinati segni, che alcuni strati provengono da materiali fusi e, a volte, vetrificati dall'azione del fuoco; che altri provengono da sostanze terrose depositate dalle acque e che alcune di queste sostanze si sono conservate disgregate come, per esempio, le sabbie; che altri strati ancora, in principio allo stato pastoso, sotto l'azione di certi agenti chimici o per altre cause, si sono induriti e hanno acquisito, a lungo andare, la consistenza della pietra. I banchi di pietre sovrapposte rivelano depositi successivi. Il fuoco e l'acqua hanno dunque avuto la loro parte attiva nella formazione dei materiali che compongono la struttura solida del globo.

5. La posizione normale degli strati terrosi o pietrosi che provengono da depositi acquei è la direzione orizzontale. Quando si vedono quelle immense pianure, che si stendono talvolta a perdita d'occhio, dalla orizzontalità perfetta, uniformi come se fossero state livellate con un rullo compressore, o quei fondivalle pianeggianti quanto la superficie di un lago, si può esser certi che in un'epoca più o meno remota, quei luoghi sono stati per lungo tempo coperti da acque tranquille che, ritirandosi, hanno lasciato a secco quella terra che esse avevano depositata durante il loro soggiorno. Dopo la ritirata delle acque, quelle terre si sono ricoperte di vegetazione. Quando, invece che terre grasse, fangose, argillose o marnose, atte ad assimilare i principi nutritivi, le acque non hanno depositato che sabbie silicee e senza aggregazione, abbiamo allora pianure sabbiose e aride che costituiscono le lande e i deserti. I depositi che rilasciano le inondazioni parziali e quelli che le alluvioni formano alle foci dei fiumi possono, in proporzioni ridotte, darne un'idea.

6. Benché l'orizzontalità sia la posizione normale e anche la più diffusa delle formazioni acquose, spesso tuttavia su estensioni molto vaste, nei paesi di montagna, possiamo osservare che rocce dure — la cui natura indica che sono state formate dalle acque — si trovano in posizione inclinata e, a volte, perfino verticale. Ora, siccome secondo le leggi dell'equilibrio dei liquidi e del peso, i depositi acquosi possono formarsi soltanto su piani orizzontali — dato che quelli che hanno luogo su piani inclinati vengono trascinati in basso dalle correnti e dal loro stesso peso — resta evidente che questi depositi hanno dovuto essere sollevati da una qualsivoglia forza, dopo la loro solidificazione o trasformazione in pietre.

Da queste considerazioni, si può concludere con certezza che tutti gli strati pietrosi provenienti da depositi acquosi, in una posizione perfettamente orizzontale, sono stati formati nel corso dei secoli da acque tranquille; mentre tutte le volte che tali strati hanno una posizione inclinata, è perché il suolo è stato tormentato e dislocato posteriormente da sconvolgimenti generali o parziali più o meno considerevoli.

7. Un fatto caratteristico di grandissima importanza, per la testimonianza irrefutabile che fornisce, consiste nel ritrovamento di resti fossili di animali e di vegetali che si incontrano in quantità notevoli nei diversi strati. Siccome questi resti si trovano anche nelle pietre più dure, bisogna dedurre che l'esistenza di quegli esseri è anteriore alla formazione di quelle pietre stesse. Ora, se si considera il numero prodigioso di secoli che sono accorsi per effettuarne l'indurimento e per portarle allo stato in cui esse si trovano da tempo immemorabile, si arriva all'inevitabile conclusione secondo cui l'apparizione degli esseri organici sulla Terra si perde nella notte dei tempi e, di conseguenza, essa è molto anteriore alla data assegnata dalla Genesi. [24]

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[24] Fossile, dal latino fossíle, derivato di fóssus, part. pass. di fodére “scavare”. Questo termine si impiega, in geologia, per indicare corpi o relitti di corpi organici provenienti da esseri che erano vissuti anteriormente ai tempi storici. Per estensione, questo termine si impiega egualmente per indicare delle sostanze minerali che portano le tracce della presenza di esseri organici, quali le impronte di vegetali o di animali.

Il termine pietrificazione si usa soltanto per i corpi trasformati in pietra attraverso l'infiltrazione di materie silicee o calcaree nei tessuti organici. Tutte le pietrificazioni sono necessariamente dei fossili, ma non tutti i fossili sono delle pietrificazioni.

Gli oggetti che si rivestono di uno strato pietroso, quando sono immersi in talune acque cariche di sostanze calcaree, come quelle del ruscello di Saint-Allyre, presso Clermont, in Alvernia, non sono delle pietrificazioni propriamente dette, ma delle semplici incrostazioni.

I monumenti, le iscrizioni e gli oggetti che provengono dalla fabbricazione umana appartengono alla archeologia.
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8. Fra questi resti di vegetali o di animali, ve ne sono di quelli che sono stati penetrati in tutti i punti della loro sostanza — senza che la loro forma ne sia stata alterata — da materie silicee o calcaree, che li hanno trasformati in pietre, alcune delle quali hanno la durezza del marmo. Sono, queste, le pietrificazioni propriamente dette. Altri resti, invece, sono stati semplicemente avvolti dalla materia, allo stato di malleabilità; li si ritrova intatti, e alcuni nella loro interezza, nelle pietre più dure. Altri resti, infine, non hanno lasciato che delle impronte, ma di una nitidezza e di una delicatezza perfette. All'interno di certe pietre, sono state perfino trovate le orme di passi, e dalla forma del piede, delle dita e delle unghie, si è riusciti a riconoscere a quale specie di animale appartenessero.

9. I fossili di animali non comprendono quasi mai altro — e questo è facile da comprendere — se non le parti solide e resistenti, cioè le ossa, le scaglie e le corna; non di rado si trovano anche scheletri completi. Il più delle volte, però, si trovano solo parti distaccate, di cui è tuttavia facile riconoscere la provenienza. Analizzando una mascella o un dente si vede subito se appartengono a un animale erbivoro o carnivoro. Siccome tutte le parti dell'animale hanno una inevitabile correlazione, la forma della testa, di una scapola, dell'osso di una zampa, di un piede, è sufficiente per determinare la taglia, la forma in generale, il genere di vita dell'animale. [25] Gli animali terrestri hanno una organizzazione che ci impedisce di confonderli con gli animali acquatici. I pesci e le conchiglie fossili sono oltremodo numerosi; le sole conchiglie formano a volte interi banchi di grande spessore. Dalla loro natura, si riconosce senza difficoltà se si tratta di animali marini o di acqua dolce.

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[25] Al livello in cui Georges Cuvier ha portato la scienza paleontologica, spesso è sufficiente un solo osso per determinare il genere, la specie, la forma di un animale e le sue abitudini, e ricostruirlo così tutto intero.
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10. I ciottoli arrotondati, che in certe zone costituiscono rocce poderose, sono un indice inequivocabile della loro origine. Essi sono arrotondati come i sassolini in riva al mare, segno certo dello sfregamento che essi hanno subito per effetto delle acque. I luoghi, dove vengono trovati interrati in masse considerevoli, sono stati incontestabilmente occupati dall'oceano, oppure da altre acque o per un tempo molto lungo o violentemente agitate.

11. I terreni delle diverse formazioni sono, inoltre, caratterizzati dalla natura stessa dei fossili che essi racchiudono. I più antichi contengono delle specie animali o vegetali che sono del tutto scomparse dalla superficie del globo. Alcune specie più recenti sono egualmente scomparse, ma hanno conservato i loro analoghi, i quali differiscono dai loro capostipiti soltanto per la grandezza e qualche sfumatura di forma. Altre specie, infine, di cui noi vediamo gli ultimi rappresentanti, tendono a sparire in un avvenire più o meno prossimo, come gli elefanti, i rinoceronti, gli ippopotami ecc. Così, nella misura in cui gli strati terrestri si avvicinano alla nostra epoca, anche le specie animali e vegetali si avvicinano a quelle che esistono al giorno d'oggi.

Le perturbazioni e i cataclismi, che hanno avuto luogo sulla Terra fin dalla sua origine, ne hanno dunque cambiato le condizioni di capacità verso il sostentamento della vita e hanno fatto scomparire generazioni intere di esseri viventi.

12. Esaminando la natura degli strati geologici, si viene a sapere nella maniera più positiva se, all'epoca della loro formazione, la regione che li conserva era occupata dal mare, da laghi, o da foreste e pianure popolate da animali terrestri. Se, dunque, in una stessa zona, si trova una serie di strati sovrapposti, contenenti alternativamente fossili marini, terrestri e d'acqua dolce, parecchie volte ripetuti, questa è una prova irrefutabile del fatto che quella stessa zona è stata numerose volte invasa dal mare, coperta da laghi e messa a secco.

E quanti secoli di secoli, certamente, e quante migliaia di secoli, forse, sono accorsi a ciascun periodo per completarsi?! E quale possente forza è occorsa per spostare e rispostare l'oceano, sollevare le montagne?! Quante rivoluzione fisiche, quanti violenti sconvolgimenti la Terra ha dovuto attraversare prima di essere come noi la vediamo dall'inizio dei tempi storici?! E si vorrebbe che tutto questo fosse opera eseguita in meno tempo di quanto ne occorrerebbe per far spuntare una pianta!

13. Lo studio degli strati geologici attesta, come già è stato detto, formazioni susseguenti che hanno cambiato l'aspetto del globo e dividono la sua storia in numerosi periodi, che vengono chiamati periodi geologici, la cui conoscenza è essenziale per la determinazione della Genesi. Se ne contano sei principali, che sono stati designati con i nomi di periodo primario, di transizione, secondario, terziario, diluviale, postdiluviale o attuale. I terreni formatisi nel corso di ogni periodo si chiamano perciò: terreni primitivi, di transizione, secondari ecc. Si dice anche: il tale o talaltro strato, o roccia; il tale o talaltro fossile si trova nei terreni del tale o talaltro periodo.

14. È essenziale osservare che il numero di questi periodi non è affatto assoluto, e che esso dipende dai sistemi di classificazione. Nelle sei epoche principali, sopracitate, vengono comprese soltanto quelle che sono segnate da un cambiamento notevole e generale nello stato del globo. Ma l'osservazione prova che numerose formazioni successive si sono operate nel corso di ogni periodo; ed è per questo motivo che si è proceduto a una ulteriore divisione in sottoperiodi, caratterizzati dalla natura dei terreni, e che portano a ventisei il numero delle formazioni generali ben caratterizzate, senza contare poi quelle che provengono da modificazioni dovute a cause puramente locali.