34. Alcune
persone pensano che le differenti esistenze dell'anima si compiano di
mondo in mondo e non su un medesimo globo, dove ogni Spirito non
comparirebbe che un'unica volta.
Questa dottrina sarebbe
ammissibile, se tutti gli abitanti della Terra si trovassero esattamente
allo stesso livello intellettivo e morale. Essi, allora, non potrebbero
progredire se non spostandosi in un altro mondo, e la loro
reincarnazione sulla Terra sarebbe senza alcuna utilità. Orbene, Dio non
fa mai nulla di inutile. Dal momento che sulla Terra si trovano tutti i
gradi d'intelligenza e moralità, dalla brutalità che sfiora
l'animalesco fino alla civilizzazione più avanzata, è evidente che
questo mondo offre un vasto campo al progresso. Ci si chiederebbe allora
perché mai il selvaggio sarebbe obbligato ad andare a cercare altrove
il grado di progresso superiore a quello in cui egli vive, quando se lo
trova al fianco e progressivamente. Perché mai l'uomo avanzato non
avrebbe potuto fare le sue prime tappe se non nei mondi inferiori,
quando gli analoghi di tutti quei mondi sono attorno a lui, quando ci
sono gradi differenti di avanzamento non solo da popolo a popolo, ma nel
medesimo popolo e nella medesima famiglia? Se così fosse, Dio avrebbe
fatto qualcosa d'inutile collocando fianco a fianco l'ignoranza e il
sapere, la barbarie e la civilizzazione, il bene e il male, mentre è
proprio questo contatto che fa sì che i ritardatari avanzino.
Non vi è dunque alcuna necessità perché gli uomini mutino di mondo a
ogni tappa di perfezionamento, almeno non più di quanta ve ne sia perché
uno studente cambi collegio a ogni classe. Ben lungi dall'essere ciò un
vantaggio per il progresso, sarebbe anzi un ostacolo, perché lo Spirito
verrebbe privato dell'esempio che gli offre la vista dei gradi
superiori, nonché la possibilità di riparare ai suoi errori nello stesso
ambiente e nei confronti di coloro ch'egli ha offeso. È, questa, una
possibilità che costituisce, per lui, il più potente mezzo di
avanzamento morale. Dopo una breve coabitazione, allorché gli Spiriti si
disperdono e diventano estranei gli uni agli altri, i legami di
famiglia e di amicizia, non avendo avuto il tempo di consolidarsi, si
spezzerebbero.
All'inconveniente morale si aggiungerebbe un
inconveniente materiale. La natura degli elementi, le leggi organiche,
le condizioni dell'esistenza variano a seconda dei mondi: sotto questo
aspetto, non ve ne sono due che siano perfettamente identici. I nostri
trattati di fisica, di chimica, di anatomia, di medicina, di botanica
ecc. non servirebbero a niente negli altri mondi, e tuttavia ciò che si
apprende non è mai perduto. Non soltanto ciò sviluppa l'intelligenza, ma
le idee che vi si attingono aiutano ad acquisirne di nuove (cap. VI, n.
61 e ss.). Se lo Spirito non facesse che una sola apparizione, spesso
di breve durata, nello stesso mondo, a ogni migrazione si troverebbe in
condizioni totalmente differenti. Egli opererebbe ogni volta su elementi
nuovi, con forze e secondo leggi a lui sconosciute, prima di aver avuto
il tempo di elaborare gli elementi conosciuti, di studiarli, di
esercitarvisi. Ogni volta sarebbe come dover fare un nuovo
apprendistato, e questi incessanti cambiamenti sarebbero un ostacolo al
progresso. Lo Spirito deve dunque restare nello stesso mondo fino a
quando non vi abbia acquisito la somma di conoscenze e il grado di
perfezione che questo mondo comporta (n. 31).
Che gli Spiriti
abbandonino per un mondo più avanzato quello sul quale non possono
acquisire più nulla, così dev'essere e così è: tale è il principio. Se
accade che alcuni lo lascino prima, è senza dubbio per delle cause
individuali che Dio pesa secondo la Sua saggezza.
Tutto ha
uno scopo nella creazione, altrimenti Dio non sarebbe né prudente né
saggio. Ora, se la Terra dovesse essere la sola tappa per il progresso
di ogni individuo, quale utilità ci sarebbe per i bambini che muoiono in
tenera età di venirvi a passare alcuni anni, alcuni mesi, alcune ore,
un tempo, insomma, durante il quale non possono acquisirvi nulla? Lo
stesso è per gli handicappati. Una teoria è ritenuta buona solo a
condizione che risolva tutti i problemi che i essa si collegano. La
questione delle morti premature è stata la pietra d'intralcio per tutte
le dottrine, eccetto che per la Dottrina Spiritista, che, unica, l'ha
risolta in maniera razionale e completa.
Per il progresso di
coloro che svolgono sulla Terra una missione normale, c'è un vantaggio
reale nel ritrovarsi nello stesso ambiente, per continuarvi ciò che
avevano lasciato incompiuto, spesso nella medesima famiglia, o in
contatto con le stesse persone, cui si è fatto del male, e poterlo così
riparare, o per subirvi la pena del taglione.