LA GENESI, I miracoli e le predizioni secondo lo Spiritismo

Allan Kardec

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7. Quando Mosè dice che la creazione fu fatta in sei giorni, avrà voluto parlare di giorni di ventiquattr'ore o avrà usato questo termine nel senso di periodo, di durata? La prima ipotesi è la più probabile, se ci si riferisce al testo stesso; prima di tutto perché tale è il senso proprio della parola ebraica k3m, che si traduce con giorno; poi, il riferimento alla sera e al mattino, come limitazione di ciascuno dei sei giorni, permette di supporre tranquillamente ch'egli abbia voluto alludere a giorni ordinari. Né si può nutrire alcun dubbio a questo proposito, quando, al versetto 5, egli dice: "Alla luce diede il nome di giorno e alle tenebre il nome di notte; e della sera e del mattino si fece il primo giorno". Questo concetto non può evidentemente applicarsi che al giorno di ventiquattr'ore, divise tra la luce e le tenebre. Il senso è ancora più preciso quando dice, al versetto 17, parlando del Sole, della Luna e delle stelle: "Egli li collocò nel firmamento del cielo perché risplendessero sulla Terra, perché presiedessero al giorno e alla notte e separassero la luce dalle tenebre. E della sera e del mattino si fece il quarto giorno".

D'altronde tutto, nella creazione, era miracoloso. E dal momento che si entra nella strada dei miracoli, si può perfettamente credere che la Terra sia stata fatta in sei volte ventiquattr'ore, soprattutto quando si ignorano le prime leggi naturali. Questa credenza è stata pienamente condivisa da tutti i popoli civilizzati fino al momento in cui la geologia, documenti alla mano, è venuta a dimostrarne l'impossibilità.