1. La chiesa non nega in
alcun modo la realtà delle manifestazioni; essa, al contrario, le
ammette tutte, come abbiamo visto nelle citazioni precedenti, solo che
le attribuisce all'esclusivo intervento dei demoni. È a torto che alcuni
invochino il Vangelo per interdirle, dal momento che il Vangelo non ne
fa parola. L'argomento supremo che si fa valere è la proibizione di
Mosè. Qui di seguito diamo i termini coi quali si riferisce
all'argomento l'Autore della medesima pastorale, citata nei capitoli
precedenti.
"Non è permesso mettersi in rapporto con essi
(gli Spiriti), sia immediatamente, sia attraverso la mediazione di
coloro che li invocano e li interrogano. La legge mosaica puniva con la
morte quei Gentili che esercitavano queste pratiche detestabili, in uso
presso di loro.
'Non vi rivolgete agli Spiriti, né agli
indovini,' è detto nel libro del Levitico; 'non li consultate, per non
contaminarvi a causa loro'" (Levitico 19:31).
"Se un uomo o una donna sono negromanti o indovini dovranno essere
messi a morte; saranno lapidati; il loro sangue ricadrà su di loro" (Levitico 20:27). E nel libro del Deuteronomio si
legge: "Non si trovi in mezzo a te chi fa passare suo figlio o sua
figlia per il fuoco, né chi esercita la divinazione, né astrologo, né
chi predice il futuro, né mago, né incantatore, né chi consulta gli
Spiriti, né chi dice la fortuna, né negromante, perché il Signore
detesta chiunque fa queste cose; a motivo di queste pratiche
abominevoli, il Signore, il tuo Dio, sta per scacciare quelle nazioni
dinanzi a te" (Deuteronomio 18:10-12).