IL CIELO E L'INFERNO OVVERO LA GIUSTIZIA SECONDO LO SPIRITISMO

Allan Kardec

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Un medico russo

Il dottor R era un medico di Mosca, noto sia per le sue eccelse qualità morali sia per la sua scienza. La persona che lo ha evocato lo conosceva soltanto di fama e non aveva avuto con lui che dei rapporti indiretti. La comunicazione originale era in lingua russa.

— (Dopo l'evocazione) Siete qui?

«Sì. Il giorno della mia morte io vi ho incalzato con la mia presenza, ma voi vi siete opposti a tutti i miei tentativi per indurvi a scrivere. Avevo saputo delle vostre considerazioni sul mio conto; questo mi aveva dato l'occasione di conoscervi, e allora ho avuto il desiderio d'intrattenermi con voi per esservi utile.»

— Perché voi, che siete così buono, avete tanto sofferto?

«La bontà era del Signore, il quale voleva in tal modo farmi doppiamente sentire il prezzo della mia liberazione e farmi avanzare il più possibile sulla Terra.»

— Il pensiero della morte vi ha causato terrore?

«Avevo sufficiente fede in Dio perché ciò non succedesse.»

— La separazione è stata dolorosa?

«No. Ciò che voi chiamate l'ultimo momento non è nulla. Io non ho sentito che un brevissimo scricchiolio, e subito dopo mi sono ritrovato tutto felice per essermi sbarazzato della mia miserabile carcassa.»

— Che cosa è accaduto allora?

«Ho avuto la gioia di vedere un gran numero di amici venirmi incontro e darmi il benvenuto, soprattutto coloro che ebbi la soddisfazione di aiutare.»

— Quale regione abitate? Vi trovate su di un pianeta?

«Tutto ciò che non è un pianeta è ciò che voi chiamate Spazio. È qui che io mi trovo. Ma quanti gli stadi in questa immensità di cui l'uomo non può farsi un'idea! Quanti i gradini in questa scala di Giacobbe che va dalla Terra al Cielo, vale a dire dall'avvilimento dell'incarnazione su di un mondo inferiore come il vostro, fino alla purificazione completa dell'anima! Qui, dove io mi trovo, non si arriva che in seguito a molte prove, il che significa dopo molte incarnazioni.»

— A questa stregua voi dovete aver avuto parecchie esistenze.

«Come potrebbe essere altrimenti? Nell'ordine immutabile stabilito da Dio, nulla può costituire un'eccezione; la ricompensa non può venire che dopo la vittoria riportata sulla lotta; e quando la ricompensa è grande, bisogna necessariamente che anche la lotta lo sia stata. Ma la vita umana è così breve che la lotta, in realtà, non avviene che a intervalli, e questi intervalli sono il susseguirsi delle diverse esistenze. Ora, poiché io mi trovo su di un gradino già elevato, è certo che ho raggiunto questa felicità attraverso una serie continua di combattimenti nei quali Dio ha permesso che talvolta io riportassi la vittoria.»

— In che cosa consiste la vostra felicità?

«Questo è più difficile da farvi comprendere. La felicità di cui godo è una specie di estrema contentezza di me stesso; non dei miei meriti — questo sarebbe orgoglio, e l'orgoglio è proprio degli Spiriti malvagi —, ma una contentezza come immersa, per così dire, nell'amore di Dio, nella riconoscenza per la Sua bontà infinita; è la gioia profonda che ci proviene dal bene; è la gioia di dire a sé stessi: "Forse ho contribuito al miglioramento di alcuni di coloro che si sono elevati verso il Signore". È come identificarsi con il benessere; è una specie di fusione dello Spirito e della bontà divina. Si ha il dono di vedere gli Spiriti più avanzati, di comprenderne la missione, e di sapere che anche noi arriveremo là. Si intravedono, nell'infinito incommensurabile, le regioni così risplendenti del fuoco divino che se ne rimane abbagliati pur contemplandole attraverso il velo che ancora le ricopre. Ma che cosa vado dicendovi? Comprendete le mie parole? Per esempio, questo fuoco di cui parlo, credete voi forse che sia simile al sole? No. No. È qualcosa d'indicibile per l'uomo, perché le parole esprimono solo gli oggetti, le cose fisiche o metafisiche di cui egli ha conoscenza attraverso la memoria o l'intuizione della sua anima, mentre, non potendo avere questa memoria riguardo all'ignoto assoluto, non esistono termini che possano dargliene la percezione. Ma sappiatelo: è già un'immensa felicità pensare che ci si può elevare infinitamente.»

— Avete avuta la bontà di dirmi che volete essermi utile. Vi prego: in che cosa?

«Posso aiutarvi quando cadete in errore, sostenervi nelle vostre debolezze, consolarvi nelle vostre afflizioni. Se la vostra fede, scossa da qualche affanno che vi turba, sta per vacillare, chiamatemi: Dio mi darà le parole giuste perché possiate voi ricordarvi di Lui e possa io ricondurvi a Lui. Se vi sentite sul punto di soccombere sotto il peso di inclinazioni che anche voi riconoscete essere riprovevoli, chiamatemi: io vi aiuterò a portare la vostra croce, come un tempo Gesù fu aiutato a portare la sua, quella che doveva proclamarci in modo così sublime la verità e la carità. Se sotto il peso dei vostri affanni diventate fragile, se la disperazione s'impossessa di voi, chiamatemi: io verrò a trarvi fuori da questo abisso parlandovi da Spirito a Spirito, richiamandovi ai doveri che vi sono stati imposti, non per delle considerazioni sociali e materiali, ma per l'amore che voi sentirete m me, amore che Dio ha posto nel mio essere, perché sia trasmesso a coloro che da questo amore possono essere salvati.

Senza dubbio voi avete sulla Terra degli amici; forse costoro prendevano parte ai vostri dolori e forse vi hanno già salvata. Nel dolore voi andate a trovarli, andate a portar loro i vostri lamenti e le vostre lacrime, ed essi vi daranno, in cambio di questo vostro segno d'affetto, i loro consigli, il loro appoggio, le loro premure. Ebbene, non ritenete che avere un amico anche qui sia una buona cosa? È certo consolante poter dire a sé stessi: "Quando morirò, i miei amici della Terra saranno al mio capezzale, pregando per me e piangendo su di me". Ma più consolante ancora è poter dire: "I miei amici dello Spazio saranno sulla soglia della vita e verranno, sorridenti, a prendermi per condurmi nel luogo che avrò meritato con le mie virtù".»

— In qual modo dunque ho io meritata la protezione che voi avete la bontà di accordarmi?

«Ecco perché mi sono legato a voi fin dal giorno della mia morte. Ho visto che siete una Spiritista, una buona medium e una sincera adepta. Fra coloro che ho lasciato sulla Terra, subito non ho visto che voi; allora ho deciso di venire a contribuire al vostro avanzamento, senza dubbio nel vostro interesse, ma ancor più nell'interesse di tutti coloro che voi siete chiamata a istruire nella verità. Pur lo vedete, Dio vi ama tanto da rendervi missionaria; attorno a voi, tutti, a poco a poco, condividono le vostre credenze; i più ribelli, almeno vi ascoltano, e un giorno, vedrete, vi crederanno. Non stancatevi! Continuate a camminare, malgrado gli ostacoli del cammino. Prendetemi come il vostro bastone nei momenti di debolezza.»

— Credete davvero che io meriti un così grande favore?

«Senza dubbio, siete lontana dalla perfezione. Ma il vostro ardore nel diffondere le sane dottrine, nel sostenere la fede di coloro che vi ascoltano, nel predicare la carità, la bontà, la benevolenza — anche quando verso di voi si usano delle cattive maniere —, la tenacia nell'opporvi ai vostri istinti di collera, che così facilmente potrebbero darvi soddisfazione contro quanti vi affliggono o disconoscono le vostre intenzioni, servono per fortuna da contrappeso a quanto in voi può esserci di cattivo. E seppiatelo: non c'è contrappeso più potente del perdono.

Dio vi colma delle Sue grazie attraverso la facoltà che vi concede e che spetta a voi sviluppare con i vostri sforzi, al fine di lavorare efficacemente alla salvezza del prossimo. Ora vi lascio, ma contate su di me. Cercate di limitare i vostri pensieri terreni e di vivere più spesso con i vostri amici di qui.»