IL CIELO E L'INFERNO OVVERO LA GIUSTIZIA SECONDO LO SPIRITISMO

Allan Kardec

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Capitolo X - INTERVENTO DEI DEMONI NELLE MANIFESTAZIONI MODERNE

1. I moderni fenomeni spiritisti hanno richiamato l'attenzione su fatti analoghi, che hanno avuto luogo in tutte le epoche; e mai la Storia è stata presa tanto in esame, sotto questo aspetto, come in questi ultimi tempi. Dalla somiglianza degli effetti, si è arrivati all'unità della causa. Come per tutti i fatti straordinari, la cui ragione è sconosciuta, l'ignoranza vi ha intravisto una causa soprannaturale, e la superstizione li ha ingigantiti aggiungendovi delle assurde credenze. Da qui una moltitudine di leggende che, per la maggior parte, sono un miscuglio fatto di un poco di vero e di molto falso.

2. Le dottrine sul demonio, che hanno prevalso per così lungo tempo, avevano talmente esagerato il suo potere, che avevano, per così dire, fatto dimenticare Dio; è per questo che al demonio si rendeva l'onore di tutto ciò che sembrava oltrepassare il potere umano; dappertutto appariva la mano di Satana; le cose migliori, le scoperte più utili, tutte quelle soprattutto che potevano tirar fuori l'uomo dall'ignoranza e allargare la cerchia delle sue idee, sono state molte volte ritenute opere diaboliche. I fenomeni spiritisti, assai moltiplicatisi ai nostri giorni e assai meglio osservati, soprattutto grazie ai lumi della ragione e ai dati della Scienza, hanno confermato, è vero, l'intervento di intelligenze occulte, le quali, però, agiscono sempre nei limiti delle leggi della natura e rivelano, attraverso la loro azione, una nuova forza e leggi fino a oggi sconosciute. La questione si riduce quindi a scoprire a quale ordine appartengano queste intelligenze.

Finché non si sono avute sul mondo spirituale che delle nozioni incerte o sistematiche, ci si è potuti sbagliare; ma oggi che osservazioni rigorose e studi sperimentali hanno gettato la luce sulla natura degli Spiriti, sulla loro origine e sul loro destino, sul loro ruolo nell’Universo e sul loro modo di agire, la questione è risolta dai fatti. Si sa, prima di tutto, che si tratta delle anime di coloro che hanno vissuto sulla Terra. Si sa anche che le diverse categorie di Spiriti buoni e cattivi non costituiscono esseri di specie differenti, ma indicano soltanto gradi diversi di avanzamento. A seconda del posto che essi occupano, in ragione della loro evoluzione intellettiva e morale, coloro che si manifestano ci appaiono sotto gli aspetti più opposti, cosa che non ci impedisce di pensare che sono usciti tutti dalla grande famiglia umana, il selvaggio come il barbaro e come l'uomo civilizzato.

3. Su questo punto, come su molti altri, la Chiesa mantiene, per quanto riguarda i demoni, le sue vecchie credenze. Essa dice: "Noi abbiamo dei principi che non sono cambiati da diciotto secoli e che sono immutabili". Il suo torto è quello di non tenere conto del progresso delle idee e di credere Dio tanto poco saggio da non perequare la rivelazione allo sviluppo all'intelligenza e da tenere con gli uomini primitivi il medesimo linguaggio ch'Egli tiene con gli uomini progrediti. Se l'Umanità avanza, mentre la religione si aggrappa agli antichi errori sia in materia spirituale sia in materia scientifica, giunge il momento in cui essa viene investita dalla incredulità.

4. Ecco come la Chiesa spiega l'intervento esclusivo dei demoni nelle manifestazioni moderne. [1]

«Nei loro interventi esteriori, i demoni stanno molto attenti a dissimulare la loro presenza, per allontanare i sospetti. Sempre astuti e perfidi, tendono all'uomo le loro insidie prima di imporgli le catene dell'oppressione e della schiavitù. Qua risvegliano la sua curiosità attraverso fenomeni e giochi puerili; là risvegliano la sua ammirazione e lo soggiogano con l'incanto del meraviglioso. Se il soprannaturale traspare, se la loro potenza li maschera, essi calmano e placano le apprensioni, sollecitano la confidenza, provocano la familiarità. A volte si fanno passare per delle divinità o dei buoni geni; a volte assumono i nomi e anche i tratti fisionomici dei morti che hanno lasciato una memoria tra i vivi. Grazie a queste frodi, degne dell'antico serpente, essi parlano e vengono ascoltati; dogmatizzano e vengono creduti; mescolano alle loro menzogne alcune verità e fanno accettare l'errore sotto tutte le forme. È a questo che portano le pretese rivelazioni d'oltretomba; è per ottenere questo risultato che il legno, la pietra, le foreste, le fontane, i santuari degli idoli, le gambe dei tavoli, le mani dei bambini diventano oracoli; è per questo che la pitonessa profetizza nel suo delirio; è per questo che l'ignorante, in un suo sonno misterioso, diventa tutt'a un tratto il dottore della Scienza. Ingannare e pervertire: tale, dappertutto e in ogni tempo, è il fine di queste strane manifestazioni.

I risultati sorprendenti di queste pratiche o di questi atti, per la maggior parte bizzarri e ridicoli, non potendo provenire né da una loro virtù intrinseca né dall'ordine stabilito da Dio, non possono essere attribuiti che al concorso di potenze occulte. Tali sono, soprattutto, i fenomeni straordinari ottenuti, ai giorni nostri, dai procedimenti in apparenza inoffensivi del magnetismo, e dallo strumento intelligente delle tavole parlanti. Per mezzo di queste operazioni della magia moderna, vediamo riprodursi tra noi le evocazioni e gli oracoli, le consultazioni, le guarigioni e i sortilegi che hanno dato fama ai templi degli idoli e agli antri delle sibille. Come in Passato, si comanda al legno, e il legno obbedisce; lo si interroga, ed esso risponde in tutte le lingue e su tutti gli argomenti; ci si trova in presenza di esseri invisibili che usurpano i nomi dei morti e le cui pretese rivelazioni hanno il marchio della contraddizione e della menzogna; forme lievi e senza consistenza appaiono tutt'a un tratto e si mostrano dotate di una forza sovraumana.

Quali sono gli agenti segreti di questi fenomeni e i veri attori di queste scene inspiegabili? Gli angeli non accetterebbero questi ruoli indegni e non si presterebbero a tutti i capricci di una vana curiosità. Le anime dei morti, che Dio vieta di consultare, soggiornano nella dimora che ha loro assegnato la Sua giustizia, ed esse non possono, senza il Suo permesso, mettersi agli ordini dei vivi. Così, gli esseri misteriosi, che si presentano al primo appello dell'eretico e dell'empio come del fedele, del crimine così come dell'innocenza, non sono né gli inviati di Dio, né gli apostoli della verità e della salvezza, ma i seguaci dell'errore e dell'inferno. Malgrado l'impegno ch'essi mettono nel nascondersi sotto i più venerabili nomi, si tradiscono per l'inconsistenza delle loro dottrine, non meno che per la bassezza dei loro atti e l'incoerenza delle loro parole. Essi si sforzano di cancellare, dal simbolo religioso, i dogmi del peccato originale, della resurrezione dei corpi, dell'eternità delle pene, e tutta la rivelazione divina, al fine di sottrarre alle leggi la loro vera sanzione e di aprire al vizio ogni barriera. Se le loro suggestioni potessero prevalere, esse costituirebbero una religione comoda, a uso del socialismo e di tutti coloro cui la nozione del dovere e della coscienza repelle.

La miscredenza del nostro secolo ha loro facilitato il cammino. Possano le società cristiane, con un sincero ritorno alla fede cattolica, sfuggire al pericolo di questa nuova e temibile invasione!»

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[1] Le citazioni di questo capitolo sono estrapolate dalla medesima lettera pastorale da cui sono state estrapolate quelle del capitolo precedente, delle quali sono il seguito. Ne hanno, inoltre, la medesima autorevolezza.
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5. Tutta questa teoria poggia sul principio secondo cui gli angeli e i demoni sono esseri differenti dalle anime degli uomini, e queste sono il prodotto di una creazione speciale, inferiore anche a quella dei demoni, in fatto di intelligenza, conoscenze e facoltà di tutte le specie. Tale teoria giunge alla conclusione che si tratta dell'intervento esclusivo dei cattivi angeli nelle manifestazioni antiche e moderne attribuite agli Spiriti dei morti.

La possibilità per le anime di comunicare con i vivi è una questione di fatto, un risultato dell'esperienza e dell'osservazione che non riteniamo di dover discutere qui. Ammettiamo invece, per ipotesi, la dottrina di cui sopra e vediamo se essa non si distrugge da sé stessa con i suoi stessi argomenti.

6. Nelle tre categorie di angeli, secondo la Chiesa, una si occupa esclusivamente del Cielo; un'altra del governo dell'Universo; la terza è incaricata di occuparsi della Terra; e in quest'ultima categoria si trovano gli angeli custodi, preposti alla protezione di ciascun individuo. Soltanto una parte degli angeli di questa categoria prese parte alla rivolta e fu trasformata in demoni. Se Dio ha permesso a questi ultimi di istigare gli uomini alla loro stessa perdizione, con le suggestioni di ogni genere e con il fatto delle manifestazioni visibili, perché, se Egli è sovranamente giusto e buono, avrebbe loro accordato l'immenso potere di cui essi godono? Perché avrebbe loro concesso una libertà di cui fanno un uso così pernicioso, senza permettere ai buoni angeli di far loro da contrappeso con manifestazioni simili alle altre, ma volte al bene? Ammettiamo che Dio abbia concesso un'eguale parte di potere agli angeli buoni e a quelli cattivi — la qual cosa sarebbe già un favore esorbitante a vantaggio di questi ultimi —, l'uomo si sarebbe trovato in tal caso almeno libero di scegliere; ma dare agli angeli cattivi il monopolio della tentazione, con ampi poteri di simulare il bene, in modo da trarre in inganno l'uomo e meglio sedurlo, sarebbe una vera trappola, tesa alla sua fragilità, alla sua inesperienza, alla sua buona fede; diciamo di più: ciò sarebbe abusare della sua fiducia in Dio. La ragione rifiuta di ammettere una tale preferenza a vantaggio del male. Ma, ora, vediamo i fatti.

7. Si accordano ai demoni facoltà trascendenti; niente essi hanno perduto della loro natura angelica; essi hanno il sapere, la perspicacia, la preveggenza e la chiaroveggenza degli angeli e, in più, l'astuzia, la destrezza e la malizia in sommo grado. Il loro scopo è quello di sviare gli uomini dal bene e, soprattutto, di allontanarli da Dio per trascinarli all'inferno di cui essi sono i procacciatori e i reclutatori.

Si comprende, quindi, come essi si rivolgano a coloro che sono sulla retta via, e che per loro sarebbero perduti, se sulla retta via quelli persistessero. Si comprendono l'impiego della seduzione e i simulacri del bene per attirarli nelle loro reti. Ma il fatto incomprensibile è che essi si rivolgano a quelli che già appartengono a loro anima e corpo, per ricondurli a Dio e al bene. Ora, chi è nelle loro grinfie più di colui che rinnega e bestemmia Dio, e che s'inabissa nel vizio e nel disordine delle passioni? Non è forse costui già sulla strada dell'inferno? Ma come comprendere che, sicuri della loro preda, la incitino a pregare Dio, a sottomettersi alla Sua volontà, a rinunciare al male? Come comprendere che esaltino ai suoi occhi le delizie della vita dei buoni Spiriti e gli dipingano con orrore le condizioni dei malvagi? Si è mai visto un mercante decantare ai suoi clienti la merce del mercante vicino, a scapito della propria, e spingerli ad andare da quell'altro? Si è mai visto un reclutatore disprezzare la vita militare e lodare il riposo della vita domestica? Oppure dire loro che avranno una vita piena di fatiche e di privazioni; che hanno dieci probabilità su una di essere uccisi o quanto meno di avere le braccia e le gambe amputate?

Nondimeno, questo è lo stupido ruolo che si fa giocare al demonio, poiché è fatto notorio che, in seguito alle istruzioni emanate dal mondo invisibile, si vedono tutti i giorni non credenti e atei ritornare a Dio e pregare con fervore — cosa che non avevano mai fatto prima — e gente viziosa lavorare con ardore al proprio miglioramento. Pretendere che questa sia l'opera delle astuzie del demonio è voler fare di lui un vero grullo. Ora, siccome questa non è una supposizione, ma il risultato dell'esperienza, e siccome contro un fatto non c'è negazione possibile, bisogna concludere che il demonio è uno sprovveduto senza eguali, il quale non è poi né così astuto né così maligno come lo si dipinge, né di conseguenza così potente da essere temuto, dal momento che lavora contro i propri interessi. Oppure bisogna concludere che non tutte le manifestazioni provengano da lui.

8. "Essi fanno accettare l'errore sotto tutte le forme; è per ottenere questo risultato che il legno, la pietra, le foreste, le fontane, i santuari, le mani dei bambini diventano oracoli."

Dopo di ciò, c'è da chiedersi allora qual è il valore di queste parole del Vangelo: "Io spanderò il mio Spirito sopra ogni persona; i vostri figli e le vostre figlie profetizzeranno, i vostri giovani avranno delle visioni, e i vostri vecchi sogneranno dei sogni. Anche sui miei servi e sulle mie serve, in questi giorni, spanderò il mio Spirito, e profetizzeranno" (Atti degli Apostoli 2:17-18). Non si tratta forse della predizione delle medianità data a tutti, anche ai bambini, e che si sta realizzando ai nostri giorni? Gli apostoli hanno forse gettato l'anatema su questa facoltà? No. Essi l'annunciano come un favore di Dio, e non come l'opera del demonio. I teologi dei giorni nostri ne sanno, dunque, su questo punto più degli Apostoli? Non dovrebbero vedere il dito di Dio nella realizzazione di queste parole?

9. "Per mezzo di queste operazioni della magia moderna, noi vediamo riprodursi tra di noi le evocazioni e gli oracoli, le consultazioni, le guarigioni e i prodigi che hanno reso famosi i templi degli idoli e gli antri delle sibille."

In che cosa si ravvisano le operazioni della magia nelle evocazioni spiritiste? Ci fu un tempo in cui si poteva anche credere alla loro efficacia, ma al giorno d'oggi esse sono solo ridicole; non c'è alcuno che vi creda, e lo Spiritismo le condanna. Ai tempi in cui fioriva la magia, non si aveva che un'idea molto imperfetta sulla natura degli Spiriti, cui si guardava come a degli esseri dotati di un potere sovrumano. Li si evocava soltanto per ottenerne — foss'anche a prezzo della propria anima — i favori della sorte e della fortuna, la scoperta di tesori, la rivelazione del futuro, oppure pozioni magiche. La magia, con l'aiuto dei suoi segni, delle sue formule e delle sue operazioni cabalistiche, era ritenuta in grado di fornire pretesi segreti per operare dei prodigi, di indurre gli Spiriti a mettersi agli ordini degli uomini e soddisfare i loro desideri. Oggi sappiamo che gli Spiriti altro non sono che le anime degli uomini. Li si evoca solo per ricevere consigli dai buoni, per moralizzare i malvagi e per continuare i rapporti con gli esseri che ci sono cari. Ecco ciò che dice lo Spiritismo a questo riguardo.

10. Non esiste alcun mezzo per costringere uno Spirito a venire suo malgrado, se questo Spirito è vostro pari o a voi superiore in moralità — dico in moralità e non in intelligenza — perché voi non avete su di lui alcuna autorità. Se è a voi inferiore, potete costringerlo, se ciò è per il suo bene, poiché allora altri Spiriti vi aiuteranno (Il libro dei Medium, cap. XXV).

— Per le evocazioni saranno necessarie alcune disposizioni speciali. La più essenziale di tutte le disposizioni è il raccoglimento, quando si desidera avere a che fare con degli Spiriti seri. Con la fede e il desiderio del bene si ha più forza per evocare gli Spiriti superiori. Elevando la propria anima con qualche istante di raccoglimento al momento dell'evocazione, ci si identifica con i buoni Spiriti e li si dispone a venire (Il libro dei Medium, cap. XXV).

— Nessun oggetto, medaglia o talismano ha la proprietà di attirare o respingere gli Spiriti; la materia non esercita alcuna azione su di essi. Mai un buono Spirito consiglierebbe simili assurdità. La virtù dei talismani non è mai esistita se non nell'immaginazione dei creduloni (Il libro dei Medium, cap. XXV).

— Non esiste alcuna formula sacramentale per l'evocazione degli Spiriti. Chiunque pretendesse di darne una potrebbe essere tacciato senza alcun timore di impostura, dal momento che per gli Spiriti la forma equivale a un nulla. Tuttavia l'evocazione deve sempre essere fatta nel nome di Dio (Il libro dei Medium, cap. XVII).

— Gli Spiriti che fissano degli appuntamenti in luoghi lugubri e in ore indebite sono Spiriti che si divertono a spese di quelli che li stanno ad ascoltare. È sempre inutile e spesso dannoso cedere a tali suggestioni: inutile perché non ci si guadagna assolutamente nient'altro che d'essere ingannati; dannoso, non per il male che possono fare agli Spiriti, ma per l'influenza che tali cose possono esercitare su delle menti deboli (Il libro dei Medium, cap. XXV).

— Non ci sono ore e giorni più propizi alle evocazioni; per gli Spiriti ciò è del tutto indifferente — come tutto ciò che è materiale —, e sarebbe una superstizione credere alla influenza dei giorni e delle ore. I momenti più propizi sono quelli in cui l'evocatore è il meno distratto possibile dalle sue occupazioni abituali; quelli in cui il suo corpo e il suo spirito sono più calmi (Il libro dei Medium, cap. XXV).

— La critica malevola si è divertita a presentare le comunicazioni spiritiste circondate da pratiche ridicole e superstiziose di magia e di negromanzia. Se coloro che trattano di Spiritismo senza conoscerlo si fossero data la pena di studiare ciò di cui hanno la pretesa di parlare, si sarebbero risparmiata la fatica dell'immaginare e dell'addurre, con ciò dimostrando la loro ignoranza e il loro malvolere. Semplificando, per le persone estranee alla Scienza, noi diremo che per comunicare con gli Spiriti non ci sono giorni né momenti né luoghi più propizi di altri; che per evocarli non occorrono né formule né parole sacramentali o cabalistiche; che non c'è bisogno di nessuna preparazione né di alcuna iniziazione; che l'impiego di qualsiasi segno od oggetto, sia per attrarli sia per respingerli, è senza effetto, e che il solo pensiero è sufficiente; infine, che i medium ricevono le comunicazioni degli Spiriti semplicemente e naturalmente, come se fossero dettate da un vivente, senza uscire dallo stato normale. Solo la ciarlataneria potrebbe far mostra di maniere eccentriche e aggiungere complementi ridicoli (Che cos'è lo Spiritismo, cap. II, n. 49).

— Il futuro, in linea di massima, deve essere tenuto nascosto all'uomo; è solo in casi rari ed eccezionali che Dio ne permette la rivelazione. Se l'uomo conoscesse il futuro, trascurerebbe il presente e non agirebbe con la stessa libertà, perché sarebbe dominato dal pensiero che, se una cosa deve accadere, non c'è bisogno di occuparsene oppure cercherebbe di contrastarla. Dio non ha voluto che fosse così, affinché ognuno potesse concorrere al compimento delle cose stabilite, anche di quelle alle quali vorrebbe opporsi. Dio permette la rivelazione del futuro quando questa preveggenza deve facilitare il compimento di qualcosa invece di avversarlo, impegnando l'uomo ad agire diversamente da come avrebbe fatto senza quella preveggenza (Il libro degli Spiriti, cap. X, nn. 868, 869, 870).

— Gli Spiriti non possono guidare gli uomini nelle ricerche scientifiche e nelle scoperte. La scienza è opera del genio; essa non deve acquisirsi che con il lavoro, perché è solo per mezzo del lavoro che l'uomo progredisce nel suo cammino. Quale merito avrebbe mai se non avesse che da interrogare gli Spiriti per sapere tutto? Ogni imbecille potrebbe diventare scienziato a questo prezzo. La stessa cosa avviene per le invenzioni e le scoperte industriali.

Quando il tempo di una scoperta è giunto, gli Spiriti incaricati di dirigere il cammino, cercano l'uomo in grado di portarlo a buon fine e gli ispirano le idee necessarie, in modo da lasciare a lui tutto il merito, poiché bisogna che egli elabori queste idee e le metta in opera. Ed è così per tutte le grandi opere dell'intelligenza umana. Gli Spiriti lasciano ogni uomo nella sua sfera. Di colui che non è adatto che a dissodare la terra non faranno certo il depositario dei segreti di Dio; ma sapranno trarre dall'oscurità l'uomo capace di assecondare i Suoi disegni. Dunque, non lasciatevi assolutamente trascinare dalla curiosità o dall'ambizione lungo una strada che non è lo scopo dello Spiritismo e che vi condurrebbe alle più ridicole mistificazioni (Il libro dei Medium, cap. XXVI).

— Gli Spiriti non possono far scoprire i tesori nascosti. Gli Spiriti superiori non si occupano di queste cose; ma ci sono Spiriti sbeffeggiatori che indicano spesso dei tesori che non esistono, oppure possono anche indicarne uno in un luogo, mentre esso si trova in un luogo opposto. E ciò ha la sua utilità, poiché serve a dimostrare che la vera fortuna è nel lavoro. Se la Provvidenza destina delle ricchezze nascoste a qualcuno, questi le troverà naturalmente; altrimenti no (Il libro dei Medium, cap. XXVI).

— Lo Spiritismo, illuminandoci sulle proprietà dei fluidi, che sono gli agenti e i mezzi di azione del mondo invisibile, e che costituiscono una delle forze e una delle potenze della Natura, ci dà la chiave di un gran numero di cose inesplicate e inesplicabili da ogni altro mezzo, e che sono potute passare, nei tempi trascorsi, per dei prodigi. Lo Spiritismo rivela, allo stesso modo del magnetismo, una legge, se non sconosciuta, almeno non ben compresa; o, per meglio dire, se ne conoscevano gli effetti, poiché essi si sono prodotti in ogni tempo, ma non se ne conosceva la legge, ed è l'ignoranza di questa legge che ha generato la superstizione. Conosciuta questa legge, il meraviglioso sparisce, e i fenomeni rientrano nell'ordine delle cose naturali. Ecco perché gli spiritisti non fanno miracoli, facendo ruotare una tavola o facendo scrivere i trapassati, più di quanto non ne faccia il medico che fa rivivere un moribondo, o il fisico che fa cadere il fulmine. Colui che pretendesse, con l'aiuto di questa scienza, di fare dei miracoli sarebbe, al riguardo, un ignorante o un imbroglione(Il libro dei Medium, cap. II).

— Taluni si fanno un'idea errata delle evocazioni. C'è chi crede che consistano nel far apparire i morti con tutto l'apparato lugubre della tomba. Non è come nei romanzi, nei racconti fantastici dei risuscitati o a teatro dove si vedono dei morti scheletriti uscire dai loro sepolcri avvolti in un lenzuolo, facendo scricchiolare le ossa. Lo Spiritismo — che non ha mai fatto miracoli — non ha mai fatto né questo né altro, né ha mai fatto risuscitare un morto. Quando un corpo è nella fossa vi rimane definitivamente. Ma l'essere spirituale, fluidico, intelligente non giace con il suo involucro pesante. Se ne libera al momento della morte e, una volta avvenuta la separazione, non ha più nulla in comune con il corpo (Che cos'è lo Spiritismo, cap. II, n. 48).

11. Ci siamo soffermati alquanto a lungo su queste citazioni per dimostrare che i principi dello Spiritismo non hanno alcun rapporto con quelli della magia. Così, né Spiriti agli ordini degli uomini, né mezzi per costringerli, né segni o formule cabalistiche, né scoperte di tesori o procedimenti per arricchirsi, né miracoli o prodigi, né divinazioni né apparizioni fantastiche; niente, insomma, di quanto costituisce il fine e gli elementi essenziali della magia. Infatti non solo lo Spiritismo rifiuta tutte queste cose, ma ne dimostra l'impossibilità e l'inefficacia. Non c'è dunque alcuna analogia tra il fine e i mezzi della magia e quelli dello Spiritismo; volere assimilarli non può essere che un fatto di ignoranza o di malafede. E, siccome i principi dello Spiritismo non hanno niente di segreto, dal momento che sono formulati in termini chiari e inequivocabili, l'errore non può prevalere.

Quanto ai casi di guarigione, riconosciuti reali nella lettera pastorale più indietro citata, l'esempio — quale mezzo per evitare relazioni con gli Spiriti — è stato mal selezionato. È uno dei benefici che impressionano di più e che ciascuno può apprezzare; pochi saranno disposti a rinunciarvi, soprattutto dopo aver esaurito tutti gli altri mezzi, nella paura di essere guariti dal diavolo; più di uno, al contrario, dirà che se il diavolo lo ha guarito, il diavolo ha compiuto una buona azione. [2]

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[2] Volendo persuadere delle persone, guarite dagli Spiriti, che erano state guarite dal diavolo, un grande numero di esse si è radicalmente staccato dalla Chiesa, senza che mai prima avesse pensato di lasciarla.
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12. "Quali sono gli agenti segreti di questi fenomeni e i veri attori di queste scene inspiegabili? Gli angeli non accetterebbero mai questi ruoli indegni, né si presterebbero mai a tutti i capricci di una vana curiosità"

L'autore si riferisce alle manifestazioni fisiche degli Spiriti, tra le quali ve ne sono alcune che sarebbero evidentemente poco degne di Spiriti superiori. E se alla parola angeli, voi sostituite quella di puri Spiriti o Spiriti superiori, voi avrete esattamente ciò che dice lo Spiritismo. Ma non si potrebbero mettere al medesimo livello le comunicazioni intelligenti, attraverso la scrittura, la parola, l'udito od ogni altro mezzo, le quali non sono indegne dei buoni Spiriti più di quanto non lo siano, sulla Terra, le comunicazioni degli uomini più eminenti, né le apparizioni, le guarigioni e una miriade di altre manifestazioni, che i libri sacri citano a profusione come opera degli angeli o dei santi. Se dunque gli angeli e i santi hanno prodotto in passato dei fenomeni, perché non dovrebbero produrne anche oggi? Perché i medesimi fatti dovrebbero oggi essere l'opera del diavolo, tra le mani di certe persone, mentre sono reputati miracoli santi tra le mani di altre? Sostenere una simile tesi vuol dire abdicare a ogni logica.

L'autore della citata lettera pastorale è in errore quando afferma che questi fenomeni sono inspiegabili. Al contrario, al giorno d'oggi essi sono perfettamente spiegati, ed è per questo che non si guarda più a essi come a fenomeni sorprendenti e soprannaturali. E se ancora non fossero così spiegati, attribuirli al diavolo non sarebbe più logico di quanto non fosse in passato fare l'onore al diavolo di attribuirgli tutti gli effetti naturali di cui non si comprendeva la causa.

Per ruoli indegni, bisogna intendere i ruoli ridicoli e quelli che consistono nel fare il male; ma non si può qualificare così il ruolo degli Spiriti che praticano il bene e riconducono gli uomini a Dio e alla virtù. Orbene, lo Spiritismo afferma espressamente che i ruoli indegni non fanno parte delle attribuzioni degli Spiriti superiori, così come dimostrano i precetti di seguito riportati.

13. La natura degli Spiriti si riconosce dal loro linguaggio. Quello dei veramente buoni e superiori è sempre dignitoso, nobile, logico e senza contraddizioni. Esso rivela saggezza, benevolenza, modestia e la morale più pura; il loro linguaggio è conciso e senza parole superflue. Presso gli Spiriti inferiori, ignoranti od orgogliosi, il vuoto delle idee viene colmato dall'abbondanza delle parole. Ogni idea evidentemente falsa, ogni massima contraria alla morale, ogni consiglio ridicolo, ogni espressione grossolana, pesante o semplicemente frivola, ogni segno, infine, di malevolenza, di presunzione o di arroganza sono segni incontestabili della condizione di inferiorità di uno Spirito.

— Gli Spiriti superiori si occupano solo di comunicazioni intelligenti, fatte allo scopo di istruirci. Le manifestazioni fisiche o puramente materiali rientrano in modo particolare nelle attribuzioni degli Spiriti inferiori, volgarmente designati col nome di Spiriti percussori, come fra noi i giochi di abilità sono cose da giocolieri e non da persone dotte. Sarebbe assurdo pensare che gli Spiriti, per poco elevati che siano, si divertano a dare spettacolo (Che cos'è lo Spiritismo, cap. II, nn. 37,40; vedere anche: Il libro degli Spiriti, 2° parte, cap. I: "Differenti ordini di Spiriti" e "Scala spiritista"; Il libro dei Medium, 2° parte, cap. XXIV: "Identità degli Spiriti" e "Distinzione tra i buoni e i cattivi Spiriti").

Qual è l'uomo che, in buona fede, potrebbe vedere in questi precetti un molo indegno attribuito agli Spiriti elevati? Non solo lo Spiritismo non confonde gli Spiriti, ma, mentre si attribuisce ai demoni una intelligenza uguale a quella degli angeli, lo Spiritismo constata, attraverso l'osservazione dei fatti, che gli Spiriti inferiori sono più o meno ignoranti, che il loro orizzonte morale è più o meno limitato e la loro perspicacia ristretta; che delle cose hanno spesso un'idea falsa e incompleta, che sono incapaci di risolvere certe questioni, la qual cosa li mette nell'impossibilità di fare tutto quanto viene attribuito ai demoni.

14. "Le anime dei morti, che Dio proibisce di consultare, dimorano nel luogo che ha loro assegnato la Sua giustizia, ed esse non possono, senza il Suo permesso, mettersi agli ordini dei vivi."

Anche lo Spiritismo dice che esse non possono venire senza il permesso di Dio, ma è ancora molto più rigoroso, perché dice che nessuno Spirito, buono o cattivo, può venire senza questo permesso, mentre la Chiesa attribuisce ai demoni il potere di farne a meno. Anzi, lo Spiritismo va ancora oltre, poiché afferma che, anche con questo permesso, allorché gli Spiriti si presentano all'appello dei vivi, ciò non significa affatto mettersi ai loro ordini.

Lo Spirito evocato viene spontaneamente oppure vi è costretto? Egli obbedisce alla volontà di Dio, vale a dire alla legge generale che regge l'Universo. Tuttavia, il termine costretto non si adatta al caso, poiché lo Spirito giudica se è utile andare: e qui, ancora, egli esercita il libero arbitrio. Lo Spirito superiore viene sempre quando è chiamato per uno fine utile, egli si rifiuta di rispondere solo negli ambienti di persone poco serie e che trattano la cosa per divertimento (Il libro dei Medium, cap. XXV).

— Lo Spirito evocato può rifiutarsi di presentarsi all'appello che gli è stato rivolto? — Certamente. Dove sarebbe allora il suo libero arbitrio senza ciò? Ma voi credete che tutti gli esseri dell'Universo siano ai vostri ordini? E voi stessi d'altronde vi credete obbligati a rispondere a tutti quelli che pronunciano il vostro nome? Quando io dico ch'egli si può rifiutare, intendo su domanda dell'evocatore, perché uno Spirito inferiore può essere costretto a venire da uno Spirito superiore (Il libro dei Medium, cap. XXV).

Gli Spiritisti sono talmente convinti che essi non hanno alcun potere diretto sugli Spiriti e che non possono ottenerne niente senza il permesso di Dio, che, quando fanno appello a un qualsiasi Spirito, dicono: Prego Dio onnipotente di permettere a uno Spirito buono di comunicare con me e di farmi scrivere; prego anche il mio angelo custode di volermi assistere con benevolenza e di tenere lontano da me i cattivi Spiriti. Oppure, quando si tratta della chiamata verso un determinato Spirito: Io prego Dio onnipotente di permettere allo Spirito del tal dei tali di comunicare con me (Il libro dei Medium, cap. XVII, n. 203).

15. Le accuse lanciate dalla Chiesa contro la pratica delle evocazioninon concernono dunque lo Spiritismo, poiché esse si riferiscono principalmente alle operazioni della magia, con la quale lo Spiritismo non ha nulla in comune, poiché esso condanna, in queste operazioni, ciò che la Chiesa stessa condanna. Lo Spiritismo, inoltre, non fa esercitare ai buoni Spiriti un ruolo indegno di essi; esso, infine, dichiara di non chiedere nulla e nulla ottenere senza il permesso di Dio.

Indubbiamente, possono esserci delle persone che abusano delle evocazioni, che ne fanno un gioco, che le snaturano del loro fine provvidenziale per metterle al servizio dei loro interessi personali; che, per ignoranza, leggerezza, orgoglio o cupidigia, si allontanano dai veri principi della dottrina; ma lo Spiritismo serio condanna queste persone, così come la vera religione condanna i falsi devoti e gli eccessi del fanatismo. Non è dunque né logico né giusto imputare allo Spiritismo in generale gli abusi che esso stesso condanna, o gli errori di coloro che non lo comprendono. Prima di formulare un'accusa, bisogna accertarsi che essa colpisca giusto. Diremo dunque che il biasimo della Chiesa ricade sui ciarlatani, sugli sfruttatori, sulle pratiche di magia e stregoneria; e che su questo la Chiesa ha ragione.

Quando la critica religiosa o scettica smaschera gli abusi e stigmatizza il ciarlatanismo, non fa che mettere meglio in risalto la purezza della sana dottrina, aiutandola così a sbarazzarsi delle malefiche scorie. In tal modo essa facilita il nostro compito. Suo torto è quello di confondere il bene e il male, per ignoranza da parte dei più, per mala fede da parte di alcuni; ma la distinzione che essa non fa, altri la fanno. In tutti i casi, il suo biasimo, al quale ogni Spiritista sincero si associa — nei limiti di ciò che si applica al male —, non può colpire la dottrina.

16. "Gli esseri misteriosi che accorrono così al primo appello dell'eretico e dell'empio come del fedele, del delitto come dell'innocenza, non sono né gli inviati di Dio, né gli apostoli della verità, ma i seguaci dell'errore e dell'inferno."

Così, all'eretico e al criminale, Dio non permette che Spiriti buoni vadano a trarli fuori dall'errore per salvarli dalla perdizione eterna! Egli non invia loro se non i seguaci dell'inferno per meglio inabissarli nel letamaio! Ben di più, Egli non invia all'innocenza che degli esseri perversi per pervertirla! Dunque, tra gli angeli, queste creature da Dio privilegiate, non si trova nessun essere che abbia abbastanza compassione per venire in soccorso di queste anime perdute? A che cosa servono le brillanti qualità di cui essi sono dotati, se vengono impiegate solo per i loro personali godimenti? Sono poi buoni davvero se, immersi nelle delizie della contemplazione, essi vedono queste anime sulla strada dell'inferno, senza preoccuparsi di distoglierle? Non è forse questa l'immagine del ricco egoista che, pur avendo tutto a profusione, lascia, senza pietà, il povero morire di fame davanti alla sua porta? Non è forse questo l'egoismo elevato a virtù e posto ai piedi dell'Eterno?

Voi vi meravigliate che i buoni Spiriti si presentino all'eretico o all'empio; voi dimenticate allora queste parole del Cristo: "Non è colui che è in salute che ha bisogno del medico". Non riuscite voi a vedere le cose da un punto di vista più elevato di quello dei Farisei del suo tempo? E voi stessi, se foste chiamati da un miscredente, vi rifiutereste di andare da lui così da metterlo sulla buona strada? I buoni Spiriti fanno dunque ciò che fareste voi. Essi vanno dall'empio per fargli ascoltare delle buone parole. Invece di scagliare l'anatema sulle comunicazioni d'oltretomba, benedite le vie del Signore e ammirate la Sua onnipotenza e la Sua bontà infinita.

17. Ci sono, si dice, gli angeli custodi. Ma quando questi angeli custodi non possono farsi ascoltare attraverso la voce misteriosa della coscienza o dell'ispirazione, perché non dovrebbero impiegare dei mezzi d'azione più diretti e più materiali, in modo da colpire i sensi, dal momento che tali mezzi esistono? Dio dunque mette questi mezzi — che sono opera Sua, poiché tutto viene da Lui e poiché niente avviene senza il Suo permesso — a disposizione dei soli Spiriti malvagi, mentre rifiuta a quelli buoni di servirsene? Da ciò, bisogna concludere che Dio dà ai demoni maggiori possibilità per danneggiare gli uomini, di quante non ne dia agli angeli custodi per salvarli.

Ebbene, ciò che, secondo la Chiesa, non possono fare gli angeli custodi lo fanno i demoni per loro. Con l'aiuto di quelle stesse comunicazioni cosiddette infernali, essi riconducono a Dio coloro che Lo rinnegavano, al bene coloro che erano immersi nel male; essi ci offrono lo strano spettacolo di milioni di uomini che credono in Dio grazie alla potenza del diavolo, quando la Chiesa si era mostrata impotente a convertirli. Quanti uomini che non pregavano mai pregano oggi con fervore, grazie agli ammaestramenti di quegli stessi demoni! Quanti se ne vedono che, orgogliosi, egoisti e debosciati, sono divenuti umili, caritatevoli e temperanti! E poi si dice che questa è opera dei demoni! Se è così, bisogna convenire che il diavolo ha loro reso un più grande servizio e li ha assistiti meglio degli angeli. Bisogna avere una ben misera opinione del buon senso degli uomini in questo secolo, per credere ch'essi possano accettare ciecamente tali idee. Una religione, che fa d'una simile dottrina il suo cardine, che si dichiara privata delle sue fondamenta se le si levano i suoi diavoli, il suo inferno, le sue pene eterne e il suo Dio senza pietà, è una religione votata al suicidio.

18. Dio, dicono, il quale ha inviato il Suo Cristo per salvare gli uomini, non ha forse dimostrato il Suo amore per le Sue creature? Le ha forse lasciate senza protezione? Indubbiamente, il Cristo è il divino Messia, inviato per insegnare agli uomini la verità e mostrare loro la buona via. Ma contate — e soltanto dopo la sua venuta — il numero di coloro che hanno potuto intendere la sua parola di verità, quanti sono morti e quanti morranno senza conoscerla, e, fra coloro che la conoscono, quanti sono quelli che la mettono in pratica! Perché Dio, nella Sua sollecitudine per la salvezza dei Suoi figli, non dovrebbe inviare loro altri messaggeri, che vengano su tutta la Terra, entrando nelle abitazioni più umili, presso grandi e piccoli, presso sapienti e ignoranti, presso credenti e non credenti, per insegnare la verità a coloro che non la conoscono, per farla comprendere a coloro che non la comprendono, per supplire con il loro insegnamento diretto e molteplice all'insufficienza della diffusione del Vangelo e accelerare così l'avvento del regno di Dio? E quando questi messaggeri arrivano in masse innumerevoli, aprendo gli occhi ai ciechi, convertendo gli empi, guarendo i malati, consolando gli afflitti sull'esempio di Gesù, voi li respingete, voi ripudiate il bene che fanno, dicendo che sono demoni! Tale è anche il linguaggio dei Farisei riguardo a Gesù, poiché anch'essi dicevano che praticava il bene attraverso il potere del diavolo. Che cosa rispose Gesù? "Riconoscete l'albero dal suo frutto. Un cattivo albero non può dare buoni frutti." Ma per loro, i frutti prodotti da Gesù erano cattivi, poiché egli veniva a distruggere gli abusi e a proclamare la libertà che avrebbe dovuto abbattere la loro autorità. Se egli fosse venuto a blandire il loro orgoglio, a convalidare le loro prevaricazioni e a fiancheggiare il loro potere, egli sarebbe stato ai loro occhi il Messia atteso dai Giudei. Egli era solo, povero e debole, essi l'hanno fatto morire e hanno creduto di uccidere la sua parola; ma la sua parola era divina e gli è sopravvissuta. Tuttavia essa si è propagata con lentezza, e dopo diciotto secoli è conosciuta appena dalla decima parte del genere umano, e numerosi scismi sono scoppiati persino in seno alla cristianità. Ed è allora che Dio, nella Sua misericordia, invia gli Spiriti per confermarla, per completarla, per metterla alla portata di tutti e per diffonderla su tutta la Terra. Ma gli Spiriti non sono incarnati in un solo uomo, la cui voce sarebbe stata limitata; essi sono innumerevoli, vanno dappertutto e non li si può afferrare: ecco perché il loro insegnamento si diffonde con la rapidità del lampo. Essi parlano al cuore e alla ragione: ecco perché sono compresi dai più umili.

19. "Ma, voi dite, non è indegno di celesti messaggeri trasmettere le loro istruzioni con un mezzo così volgare come quello delle tavole parlanti? Non è oltraggiarli supporre ch'essi si divertano con delle trivialità e lascino la loro meravigliosa dimora per mettersi a disposizione del primo venuto?"

Gesù non ha forse lasciato la dimora del Padre suo per nascere in una stalla? D'altronde, dove mai avete visto che lo Spiritismo attribuisce le cose volgari a degli Spiriti superiori? Esso dice proprio il contrario, asserendo che le cose volgari sono il prodotto degli Spiriti volgari. Ma, per la loro stessa volgarità, tali cose non hanno fatto altro che colpire di più le immaginazioni; esse sono servite a provare l'esistenza del mondo spirituale e hanno mostrato che questo mondo è tutt'altro da come uno se lo era figurato. Era l'inizio; era semplice come tutto ciò che inizia. Ma l'albero nato da un piccolo seme, non estende meno, più tardi, il suo fogliame. Chi avrebbe mai creduto che, dalla misera mangiatoia di Betlemme, sarebbe uscita un giorno la parola che doveva sconvolgere il mondo?

Sì, il Cristo è il divino Messia. Sì, la sua è la parola di verità. Sì, la religione fondata su questa parola sarà incrollabile, ma a condizione di seguire e di praticare i suoi sublimi insegnamenti e di non fare del Dio giusto e buono, che Gesù ci insegna a conoscere, un Dio parziale, vendicativo e senza pietà.