IL CIELO E L'INFERNO OVVERO LA GIUSTIZIA SECONDO LO SPIRITISMO

Allan Kardec

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15. Ci si domanda come degli uomini abbiano potuto vedere queste cose nell'estasi, se esse non esistono. Non è qui, però, il luogo per spiegare l'origine delle immagini fantastiche che a volte si producono con apparenza di realtà. Noi diremo soltanto che bisogna vedervi una prova di quel principio, secondo cui, l'estasi è la meno sicura di tutte le rivelazioni, [11] perché questo stato di sovreccitazione non sempre comporta una liberazione dell'anima tale da poterla ritenere assoluta, indicando molto spesso un riflesso delle preoccupazioni dello stato di veglia. Le idee — di cui lo Spirito si nutre e di cui il cervello o, meglio, l'involucro perispirituale corrispondente al cervello, ha conservato l'impronte — si riproducono amplificate come in un miraggio, sotto forme vaporose che si incrociano e si confondono, creando degli insiemi bizzarri. Gli estasiati di tutti i culti hanno sempre visto delle cose in relazione alla fede da cui erano pervasi. Non è dunque sorprendente che quanti, come santa Teresa, sono fortemente impregnati di concetti sull'inferno — così come ce li mostrano le descrizioni verbali o scritte e i dipinti — abbiano delle visioni che non ne sono, propriamente parlando, che la riproduzione, e che producono l'effetto di un incubo. Un pagano pieno di fede avrebbe visto il Tartaro e le Furie, così come nell'Olimpo avrebbe visto Giove che impugna la saetta.

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[11] il Libro degli Spiriti, nn. 443 e 444.