16. «Il castigo segue
dappertutto questi esseri decaduti e maledetti, dappertutto essi portano
il loro inferno con sé: non hanno più né pace né riposo; le dolcezze
stesse della speranza si sono tramutate per loro in amarezza: la
speranza è per loro odiosa. La mano di Dio li ha colpiti nell'atto
stesso del peccato, e la loro volontà si è ostinata nel male. Divenuti
perversi, essi non vogliono cessare d'esserlo, e lo sono per sempre.
Essi sono, dopo il peccato, ciò che l'uomo è dopo la morte. La riabilitazione di costoro, che sono caduti, è dunque impossibile;
la loro perdita è d'ora in poi senza ritorno, ed essi perseverano nel
loro orgoglio di fronte a Dio, nel loro odio contro il Suo Cristo, nella
loro gelosia contro l'Umanità.
Non avendo potuto
appropriarsi della gloria del cielo, con l'irruenza della loro
ambizione, essi si sforzano di stabilire il loro dominio sulla Terra e
di bandirne il regno di Dio. Il Verbo, fattosi carne, ha realizzato,
nonostante costoro, i Suoi disegni per la salvezza e la gloria
dell'Umanità. Tutti i loro mezzi d'azione sono convogliati per
strapparGli le anime che Egli ha riscattato; l'astuzia e il tormento, la
menzogna e la seduzione, tutto essi mettono in opera per condurle al
male e perpetrarne la rovina.
Con simili nemici, la vita
dell'uomo, dalla culla alla tomba, non può essere, ahimè, che una lotta
perpetua, poiché quelli sono potenti e instancabili.
Questi
nemici, in effetti, sono gli stessi che, dopo aver introdotto il male
nel mondo, sono arrivati a coprire la Terra con le fitte tenebre
dell'errore e del vizio; sono coloro che per lunghi secoli si sono fatti
adorare come degli dei e che hanno regnato da padroni sui popoli
dell'Antichità; sono coloro, infine, che esercitano ancora il loro
tirannico dominio sulle regioni idolatre e che fomentano il disordine e
lo scandalo fino in seno alle società cristiane.
Per comprendere di quante risorse disponga la loro malvagità, è sufficiente osservare che essi non hanno nulla delle prodigiose facoltàche sono appannaggio della natura angelica. Senza
dubbio, l'avvenire e soprattutto l'ordine soprannaturale hanno dei
misteri che Dio ha riservato a Sé stesso, e che essi non possono
scoprire; ma la loro intelligenza è ben superiore alla nostra, perché
essi con un colpo d'occhio intravedono gli effetti nelle cause, e le
cause negli effetti. Questa penetrazione permette loro di annunciare in
anticipo eventi futuri che sfuggono alle nostre congetture. La distanza e
la diversità dei luoghi si cancellano davanti alla loro agilità. Più
veloci del lampo, più rapidi del pensiero, essi si trovano quasi nello
stesso tempo su diversi punti del globo, e possono descrivere a distanza
gli eventi di cui sono testimoni nell'ora stessa in cui avvengono.
Le leggi generali attraverso le quali Dio regge e governa questo
Universo non sono di loro dominio. Essi non possono contravvenirvi, né
di conseguenza predire né operare veri miracoli; possiedono, però,
l'arte di imitare e contraffare, entro certi limiti, le opere divine;
sanno quali fenomeni risultano dalla combinazione degli elementi e
predicono con certezza quelli che avvengono naturalmente così come
quelli che hanno il potere di causare essi stessi. Da qui, quei numerosi
oracoli, quei prodigi straordinari di cui i libri sacri e profani ci
hanno tramandato memoria, e che sono serviti di base e di alimento a
tutte le superstizioni.
La loro sostanza semplice e
immateriale li sottrae ai nostri sguardi; essi sono al nostro fianco
senza che noi ci se ne accorga; colpiscono la nostra anima senza colpire
le nostre orecchie; noi crediamo di obbedire al nostro stesso pensiero,
mentre subiamo le loro tentazioni e la loro funesta influenza. Le
nostre disposizioni, al contrario, sono da loro conosciute attraverso le
impressioni che ne proviamo, ed essi ci attaccano, generalmente, dal
nostro lato debole. Per sedurci più facilmente, è loro abitudine
presentarci attrattive e suggestioni conformi alle nostre inclinazioni.
Modificano le loro azioni a seconda delle circostanze e dei tratti
caratteristici di ogni temperamento. Ma le loro armi preferite sono la
menzogna e l'ipocrisia.»