IL CIELO E L'INFERNO OVVERO LA GIUSTIZIA SECONDO LO SPIRITISMO

Allan Kardec

Torna al menu
Il signor Cardon, medico

Il signor Cardon aveva passato una parte della sua vita nella marina mercantile, in qualità di medico su una baleniera, e lì aveva preso delle abitudini e delle idee un po' materialistiche. Ritiratosi nel villaggio di J., vi esercitava la modesta professione di medico di campagna. Dopo qualche tempo aveva acquisito la certezza di essere stato colpito da una ipertrofia cardiaca. Sapendo che questa malattia è incurabile, il pensiero della morte lo gettava in una cupa malinconia da cui nulla poteva distrarlo. Due mesi prima circa, predisse la sua fine in un determinato giorno. Quando si sentì vicino a morire, radunò attorno a sé la famiglia per darle l'ultimo addio. Sua moglie, sua madre, i suoi tre figli e altri parenti erano raccolti intorno al suo letto; nel momento in cui sua moglie provò a sollevarlo, si accasciò, divenne livido, quasi bluastro, gli occhi gli si chiusero e lo si credette morto; la moglie gli si pose davanti per cercar di nascondere quello spettacolo ai figli. Dopo alcuni minuti egli riaprì gli occhi; i suoi lineamenti, per così dire illuminati, assunsero un'espressione di radiosa beatitudine ed egli gridò: "Oh, figli miei, com'è bello! Com'è sublime! Oh, la morte! Quale beneficio! Quale dolce cosa! Io ero morto e ho sentito la mia anima elevarsi alta, altissima; ma Dio mi ha permesso di ritornare per dirvi: 'Non temete la morte. Essa è la liberazione...' Perché non riesco a descrivervi la magnificenza di ciò che ho visto e le impressioni da cui mi sono sentito penetrare? Ma non potreste comprendere... Oh, figli miei, comportatevi sempre in maniera tale da meritarvi questa ineffabile felicità, riservata agli uomini dabbene! Vivete secondo la carità; se qualcosa possedete, donatene una parte a coloro che mancano del necessario... Sposa mia cara, ti lascio in una condizione che non è propriamente felice; qualcuno ci deve del denaro, ma, te ne scongiuro, non tormentare coloro che ce lo devono; se si trovano in ristrettezze, attendi fino a quando potranno sdebitarsi; e, riguardo a coloro che non lo potranno, fa' di ciò il tuo sacrificio: Dio te ne ricompenserà. Tu, figlio mio, lavora per sostenere tua madre, sii sempre un uomo onesto e guardati dal fare una qualsiasi cosa che possa disonorare la nostra famiglia. Prendi questa croce tramandatami da mia madre; non abbandonarla mai, e che essa ti ricordi i miei ultimi consigli... Figli miei, aiutatevi e sostenetevi l'un l'altro; che la buona armonia regni tra di voi; non siate né vacui né orgogliosi; perdonate ai vostri nemici, se volete che Dio perdoni voi..." Poi, avendo fatto avvicinare a sé i suoi figli, tese verso di loro le mani e aggiunse: "Vi benedico, figli miei". E questa volta i suoi occhi si chiusero per sempre. Ma i suoi lineamenti conservarono una espressione così solenne che, fino al momento in cui fu sepolto, una folla numerosa andò a contemplarlo con ammirazione.

Poiché tali interessanti dettagli ci sono stati forniti da un amico della famiglia, abbiamo pensato che questa evocazione potrebbe essere istruttiva per tutti e che, nel medesimo tempo, potrebbe essere utile allo Spirito.

1. Evocazione. «Sono accanto a voi.»

2. Ci è stato riferito dei vostri ultimi istanti, che ci hanno riempito di ammirazione. Vorreste essere così cortese da descriverci, più dettagliatamente di quanto non abbiate fatto finora, ciò che avete visto nell'intervallo di quelle che si potrebbero chiamare le vostre due morti?

«Ciò che io ho visto potreste voi mai comprenderlo? Non lo so, perché dubito di riuscire a trovare espressioni capaci di rendere comprensibile ciò che ho potuto vedere durante alcuni istanti, in cui mi è stato possibile abbandonare le mie spoglie mortali.»

3. Avete consapevolezza del luogo in cui siete stato? È lontano dalla Terra, in un altro pianeta o nello Spazio?

«Lo Spirito non conosce il valore delle distanze allo stesso modo con cui lo considerate voi. Trasportato da non so quale potere meraviglioso, ho visto lo splendore d'un cielo come solo i sogni potrebbero realizzarlo. Questa corsa attraverso l'infinito è stata fatta così rapidamente che io non posso precisare i minuti impiegati dal mio Spirito.»

4. Attualmente godete della felicità che avete intravisto?

«No. Vorrei tanto poterne godere, ma Dio non può ricompensarmi così. Troppo spesso mi sono ribellato ai pensieri benedetti che il cuore mi dettava, e, inoltre, la morte mi sembrava un'ingiustizia. Medico miscredente, avevo attinto dall'arte di guarire un'avversione contro la seconda natura che è il nostro impulso intelligente, divino. L'immortalità dell'anima era per me una finzione atta a sedurre le nature poco elevate; nondimeno il vuoto mi spaventava, perché molto spesso maledicevo questo agente misterioso che colpisce perennemente. La filosofia mi aveva fuorviato, impedendomi di comprendere tutta la grandezza dell'Eterno che sa ripartire il dolore e la gioia, quale insegnamento per l'Umanità.»

5. Al momento della vostra vera morte, vi siete subito riconosciuto?

«No. Mi sono riconosciuto durante la transizione che il mio Spirito ha subito per percorrere i luoghi eterei. Ma non subito dopo la morte reale: sono stati necessari alcuni giorni per il mio risveglio.

Dio mi aveva concessa una grazia. Ve ne dirò la ragione.

La mia miscredenza primitiva non esisteva più. Prima della mia morte, ero diventato credente, perché, dopo aver sondato scientificamente la materia che mi faceva deperire, io non avevo trovato, alla fine di ogni ragione terrena, che la ragione divina. Essa mi aveva ispirato e consolato, e il mio coraggio era più forte del dolore. Benedicevo ciò che avevo maledetto. La fine mi appariva come la liberazione. Il pensiero di Dio è grande come il mondo! Oh, quale suprema consolazione nella preghiera che dà commozioni ineffabili! Essa è l'elemento più certo della nostra natura immateriale; attraverso la preghiera io ho compreso, io ho fermamente e sovranamente creduto, ed è per questo che Dio, tenendo conto delle mie azioni, ha voluto ricompensarmi prima ancora che la mia incarnazione terminasse.»

6. Si potrebbe dire che la prima volta voi eravate morto?

«Sì e no. Avendo lo Spirito abbandonato il corpo, la carne, allora, andava naturalmente spegnendosi. Ma, riprendendo possesso della mia dimora terrena, la vita è ritornata al corpo, il quale aveva subito una transizione, un sonno.»

7. In quel momento sentivate i legami che vi riattaccavano al vostro corpo?

«Senza dubbio. Lo Spirito ha un legame difficile da spezzare e ha bisogno dell'ultimo trasalimento della carne per ritornare alla sua vita naturale.»

8. Come mai, al momento della vostra morte apparente e per alcuni minuti,il vostro Spirito ha potuto liberarsi istantaneamente e senza turbamento, mentre la morte reale è stata seguita da un turbamento di parecchi giorni? Sembra che nel primo caso i legami tra l'anima e il corpo sussistano più che nel secondo, e il distacco perciò dovrebbe essere più lento; ciò che è accaduto è invece il contrario.

«Voi avete spesso fatto l'evocazione di uno Spirito incarnato e ne avete ricevuto delle risposte reali; io mi trovavo nella condizione di quegli Spiriti. Dio mi chiamava, e i Suoi servitori mi avevano detto: "Vieni...". Io ho obbedito e ho ringraziato Dio del favore speciale che ha voluto concedermi; ho potuto vedere la Sua infinita grandezza e rendermene conto. Grazie a voi che mi avete permesso, prima della morte reale, d'indottrinare i miei, affinché le loro siano incarnazioni buone e giuste.»

9. Da dove vi venivano le belle e buone parole che, al momento del vostro ritorno alla vita, avete indirizzato alla vostra famiglia?

«Esse erano il riflesso di ciò che io avevo visto e inteso. I buoni Spiriti ispiravano la mia voce e animavano il mio viso.»

10. Quale impressione credete che abbia fatto la vostra rivelazione sugli astanti e sui vostri figli in particolare?

«Sorprendente, profonda. La morte non è mentitrice. I figli, per quanto ingrati possano essere, s'inchinano di fronte all'incarnazione che se ne sta andando via. Se si potesse scrutare il cuore dei propri figli, accanto a una tomba semiaperta, si sentirebbero palpitare soltanto sentimenti veri, toccati profondamente dalla mano segreta degli Spiriti, che dicono in tutti i pensieri: "Tremate se siete nel dubbio. La morte è la riparazione, è la giustizia di Dio". E io, malgrado gli increduli, ve lo assicuro: i miei amici e la mia famiglia crederanno alle parole che la mia voce ha pronunciato prima di morire. Io ero l'interprete di un altro mondo.»

11. Avete detto che non godete di quella felicità che avevate intravisto. Siete infelice allora?

«No, poiché io credevo prima di morire; e questo avveniva nella mia anima e nella mia coscienza. Il dolore è tormentoso sulla Terra, ma fortifica dal punto di vista del futuro spirituale. Osservate che Dio ha voluto tener conto delle mie preghiere e della mia fede in Lui. Io sono sulla strada che conduce alla perfezione e arriverò al termine che mi è stato permesso d'intravedere. Pregate, amici miei, per questo mondo invisibile che presiede ai vostri destini; questo scambio fraterno è scambio di carità ed è una leva poderosa che pone in comunione gli Spiriti di tutti i mondi.»

12. Vorreste rivolgere qualche parola a vostra moglie e ai vostri figli?

«Io prego i miei tutti di credere nel Dio potente, giusto e immutabile; nella preghiera che conforta e solleva; nella carità che è l'atto più puro dell'incarnazione umana. Ch'essi ricordino che si può dare anche poco: l'obolo del povero è il più meritorio davanti a Dio, il quale sa che un povero dà molto donando poco; occorre che il ricco dia molto e spesso, per meritare tanto quanto quello.

L'avvenire è la carità, è la benevolenza in tutte le azioni; è credere che tutti gli Spiriti sono fratelli, non vantandosi essi mai di tutte quelle puerili vanità della Terra.

Famiglia mia amatissima, avrai dure prove da affrontare; possa tu affrontarle coraggiosamente, pensando che Dio le vede.

Recitate spesso, miei cari, questa preghiera:

"Dio d'amore e di bontà, che dai tutto e sempre, concedici quella forza che non viene meno di fronte ad alcuna pena. Rendici buoni, dolci e caritatevoli, piccoli nella fortuna, grandi nel cuore. Che il nostro Spirito sia spiritista sulla Terra per meglio comprenderVi e amarVi.

Che il Vostro nome, emblema di libertà, sia, o mio Dio, il fine consolatore di tutti gli oppressi, di tutti coloro che hanno bisogno di amare, di perdonare e di credere."»

Cardon