18. Fin qui, il dogma
dell'eternità delle pene non è stato combattuto che con il ragionamento;
ora lo mostreremo in contraddizione con i fatti positivi che abbiamo
sotto gli occhi e ne proveremo l'impossibilità.
Secondo
questo dogma, la sorte dell'anima è irrevocabilmente fissata dopo la
morte. Ed è dunque, questo, un punto d'arresto definitivo applicato al
progresso. Ora, l'anima progredisce sì o no? Sta qui tutta la questione.
Se essa progredisce, l'eternità delle pene è impossibile.
Si
può forse dubitare di questo progresso, quando si vede l'immensa
varietà di attitudini morali e intellettuali che esistono sulla terra,
dal selvaggio all'uomo civilizzato? Quando si vedono le differenze che
un medesimo popolo presenta da un secolo all'altro? Se si ammette che
non sono più le medesime anime, bisogna ammettere, allora, che Dio crea
anime a tutti i livelli d'avanzamento, secondo i tempi e i luoghi;
ch'Egli favorisce le une, mentre destina le altre a una inferiorità
perpetua, cosa che è incompatibile con la giustizia, che deve essere la
stessa per tutte le creature.