IL CIELO E L'INFERNO OVVERO LA GIUSTIZIA SECONDO LO SPIRITISMO

Allan Kardec

Torna al menu
Lisbeth

(Bordeaux, 13 febbraio 1862)

Uno Spirito sofferente si firma con il nome di Lisbeth.

1. Volete darmi qualche particolare sulla vostra situazione e dirmi la causa delle vostre sofferenze?

«Sii umile di cuore, sottomessa alla volontà di Dio, paziente nelle difficoltà, caritatevole verso il povero, rassicurante verso il debole, sensibile a tutte le sofferenze, e non subirai le torture che io sopporto.»

2. Se gli errori vi hanno portata a individuarne le opposte qualità, voi sembrate così dolervi di quegli errori. Non dovrebbe, il vostro pentimento, consolarvi?

«No. Il pentimento è sterile quando è solo la conseguenza della sofferenza. Il pentimento fecondo è quello che ha alla base il dolore, per aver offeso Dio, e l'ardente desiderio di riparare a ciò. Io, sfortunatamente, non sono ancora a questo punto. Raccomandatemi alle preghiere di tutti coloro che si consacrano alle sofferenze. Ne ho bisogno.»

Questa è una grande verità. La sofferenza strappa a volta un grido di pentimento, che non è, però, l'espressione sincera del dispiacere d'aver agito male. Infatti, se lo Spirito non soffrisse più, sarebbe pronto a ricominciare. Ecco perché non sempre il pentimento determina l'immediata liberazione dello Spirito. Vi si dispone, ecco tutto. Ma egli deve dimostrare la sincerità e la solidità delle sue risoluzioni attraverso nuove prove, che sono la riparazione del male che ha commesso. Se si esaminano con attenzione tutti gli esempi che noi citiamo, si troveranno nelle parole, anche in quelle degli Spiriti più infimi, seri argomenti d'istruzione, perché esse ci iniziano ai dettagli più profondi della vita spirituale. Mentre l'uomo superficiale non vedrà in questi esempi null'altro che dei racconti più o meno pittoreschi, l'uomo serio e riflessivo vi troverà una ricca sorgente di studi.

3. Farò ciò che voi desiderate. Mi dareste qualche dettaglio sulla vostra ultima esistenza? Per noi potrebbe risultarne un utile insegnamento, e voi rendereste in tal modo il vostro pentimento proficuo.

(Lo Spirito è fortemente indeciso nel rispondere a questa domanda e ad alcune altre di quelle che seguono.)

«Ho avuto natali di elevata condizione. Possedevo tutto ciò che gli uomini considerano fonte di felicità. Ricca, sono stata egoista; bella, sono stata civetta, noncurante e ingannatrice; nobile, sono stata ambiziosa. Ho schiacciato con il mio potere coloro che non si prosternavano abbastanza davanti a me, e schiacciavo ancor di più coloro che già si trovavano sotto i miei piedi, senza pensare che la collera del Signore schiaccia anche, presto o tardi, le fronti più altere.»

4. In quale epoca siete vissuta?

«Centocinquant'anni fa, in Prussia.»

5. Dopo questo tempo, non avete fatto alcun progresso come Spirito?

«No. La materia si ribellava sempre. Tu non puoi comprendere l'influenza che essa ancora esercita, nonostante la separazione del corpo e dello Spirito. L'orgoglio, vedi, vi stringe nelle sue bronzee catene, i cui anelli si rinserrano sempre di più attorno allo sventurato che gli consegna il suo cuore. L'orgoglio! Questa idra dalle cento teste che sempre rinascono, che sa modulare i suoi sibili velenosi in modo tale che uno li prende per musica celeste! L'orgoglio! Questo demone dai mille aspetti che si piega a tutte le aberrazioni del vostro Spirito, che si nasconde nei più intimi recessi del vostro cuore, penetra nelle vostre vene, vi avviluppa, vi consuma e vi trascina nelle tenebre della geenna eterna!... Sì, eterna!»

Lo Spirito sostiene che non ha fatto alcun progresso, senza dubbio perché la sua situazione è sempre penosa; ma la maniera con cui descrive l'orgoglio, deplorandone le conseguenze, è incontestabilmente un progresso. Certamente, infatti, non avrebbe potuto ragionare così né da vivo né poco dopo la sua morte. Egli ora comprende il male, ed è già qualcosa. Il coraggio e la volontà di evitarlo gli verranno in seguito.

6. Dio è troppo buono per condannare le Sue creature a delle pene eterne. Confidate nella Sua misericordia.

«A ciò può esserci un termine. Così si dice. Ma dove? Da lungo tempo io lo cerco questo termine, ma non vedo altro che sofferenza. Sempre! Sempre! Sempre!»

7. Come siete venuta qui oggi?

«Uno Spirito, che mi segue spesso, mi ha qui condotta.»

— Da quanto vedete questo Spirito?

«Non è da molto.»

— Da quando vi siete resa conto degli errori che avete commesso? (Dopo una lunga riflessione.) «Sì, hai ragione; è da allora che lo vedo.»

8. Non comprendete ora il rapporto che c'è tra il vostro pentimento e l'aiuto manifesto che vi offre il vostro Spirito protettore? Ravvisate in ciò, quale origine di questo appoggio — l'amore di Dio — e quale scopo, il Suo perdono e la Sua infinita misericordia.

«Oh, come lo vorrei!»

— Io credo di potervelo promettere nel nome sacro di Colui che non è stato mai sordo alla voce dei Suoi figli in disgrazia. InvocateLo dal profondo del vostro pentimento. Egli vi ascolterà.

«Non posso. Ho paura.»

9. Preghiamo insieme. Egli ci ascolterà. (Dopo la preghiera.) Siete ancora lì?

«Sì, grazie! Non dimenticherò.»

10. Venite qui, inseritevi ogni giorno.

«Sì, sì, verrò sempre.»

La guida del medium. " Non dimenticare mai gli insegnamenti che ricavi dalle sofferenze dei tuoi protetti e, soprattutto, dalle cause di queste sofferenze. Che esse servano a voi tutti d'insegnamento per preservarvi dai medesimi pericoli e dai medesimi castighi. Purificate i vostri cuori, siate umili, amatevi e aiutatevi l'un l'altro, e che il vostro cuore riconoscente non dimentichi mai la fonte di tutte le grazie, la fonte inesauribile dove ciascuno di voi può attingere in abbondanza, la fonte d'acqua viva che disseta e nello stesso tempo nutre, la fonte di vita e di felicità eterna. Andateci, miei amatissimi; attingete lì con fede; gettate lì le vostre reti, ed esse usciranno da quelle onde cariche di benedizioni. Fatene partecipi i vostri fratelli, avvertendoli dei pericoli che possono incontrare. Diffondete le benedizioni del Signore; esse rinascono di continuo; più voi le diffonderete intorno a voi, più esse si moltiplicheranno. Voi le avete nelle vostre mani, perché dicendo ai vostri fratelli: 'Là sono i pericoli, là sono gli scogli; seguiteci per evitarli; imitate noi, noi che diamo l'esempio', voi diffondete le benedizioni del Signore su coloro che vi ascoltano.

Benedetti siano i vostri sforzi, miei amatissimi. Il Signore ama i cuori puri. Meritate il Suo amore."

Saint Paulin