15. Le accuse lanciate dalla
Chiesa contro la pratica delle evocazioninon concernono dunque lo
Spiritismo, poiché esse si riferiscono principalmente alle operazioni
della magia, con la quale lo Spiritismo non ha nulla in comune, poiché
esso condanna, in queste operazioni, ciò che la Chiesa stessa condanna.
Lo Spiritismo, inoltre, non fa esercitare ai buoni Spiriti un ruolo
indegno di essi; esso, infine, dichiara di non chiedere nulla e nulla
ottenere senza il permesso di Dio.
Indubbiamente, possono
esserci delle persone che abusano delle evocazioni, che ne fanno un
gioco, che le snaturano del loro fine provvidenziale per metterle al
servizio dei loro interessi personali; che, per ignoranza, leggerezza,
orgoglio o cupidigia, si allontanano dai veri principi della dottrina;
ma lo Spiritismo serio condanna queste persone, così come la vera
religione condanna i falsi devoti e gli eccessi del fanatismo. Non è
dunque né logico né giusto imputare allo Spiritismo in generale gli
abusi che esso stesso condanna, o gli errori di coloro che non lo
comprendono. Prima di formulare un'accusa, bisogna accertarsi che essa
colpisca giusto. Diremo dunque che il biasimo della Chiesa ricade sui
ciarlatani, sugli sfruttatori, sulle pratiche di magia e stregoneria; e
che su questo la Chiesa ha ragione.
Quando la critica
religiosa o scettica smaschera gli abusi e stigmatizza il ciarlatanismo,
non fa che mettere meglio in risalto la purezza della sana dottrina,
aiutandola così a sbarazzarsi delle malefiche scorie. In tal modo essa
facilita il nostro compito. Suo torto è quello di confondere il bene e
il male, per ignoranza da parte dei più, per mala fede da parte di
alcuni; ma la distinzione che essa non fa, altri la fanno. In tutti i
casi, il suo biasimo, al quale ogni Spiritista sincero si associa — nei
limiti di ciò che si applica al male —, non può colpire la dottrina.