4. Ecco come la Chiesa spiega l'intervento esclusivo dei demoni nelle manifestazioni moderne. [1]
«Nei loro interventi esteriori, i demoni stanno molto attenti a
dissimulare la loro presenza, per allontanare i sospetti. Sempre astuti e
perfidi, tendono all'uomo le loro insidie prima di imporgli le catene
dell'oppressione e della schiavitù. Qua risvegliano la sua curiosità
attraverso fenomeni e giochi puerili; là risvegliano la sua ammirazione e
lo soggiogano con l'incanto del meraviglioso. Se il soprannaturale
traspare, se la loro potenza li maschera, essi calmano e placano le
apprensioni, sollecitano la confidenza, provocano la familiarità. A
volte si fanno passare per delle divinità o dei buoni geni; a volte
assumono i nomi e anche i tratti fisionomici dei morti che hanno
lasciato una memoria tra i vivi. Grazie a queste frodi, degne
dell'antico serpente, essi parlano e vengono ascoltati; dogmatizzano e
vengono creduti; mescolano alle loro menzogne alcune verità e fanno
accettare l'errore sotto tutte le forme. È a questo che portano le
pretese rivelazioni d'oltretomba; è per ottenere questo risultato che il
legno, la pietra, le foreste, le fontane, i santuari degli idoli, le
gambe dei tavoli, le mani dei bambini diventano oracoli; è per questo
che la pitonessa profetizza nel suo delirio; è per questo che
l'ignorante, in un suo sonno misterioso, diventa tutt'a un tratto il
dottore della Scienza. Ingannare e pervertire: tale, dappertutto e in
ogni tempo, è il fine di queste strane manifestazioni.
I
risultati sorprendenti di queste pratiche o di questi atti, per la
maggior parte bizzarri e ridicoli, non potendo provenire né da una loro
virtù intrinseca né dall'ordine stabilito da Dio, non
possono essere attribuiti che al concorso di potenze occulte. Tali
sono, soprattutto, i fenomeni straordinari ottenuti, ai giorni nostri,
dai procedimenti in apparenza inoffensivi del magnetismo, e dallo
strumento intelligente delle tavole parlanti. Per mezzo di queste
operazioni della magia moderna, vediamo riprodursi tra noi le evocazioni
e gli oracoli, le consultazioni, le guarigioni e
i sortilegi che hanno dato fama ai templi degli idoli e agli antri
delle sibille. Come in Passato, si comanda al legno, e il legno
obbedisce; lo si interroga, ed esso risponde in tutte le lingue e su
tutti gli argomenti; ci si trova in presenza di esseri invisibili che
usurpano i nomi dei morti e le cui pretese rivelazioni hanno il marchio
della contraddizione e della menzogna; forme lievi e senza consistenza
appaiono tutt'a un tratto e si mostrano dotate di una forza sovraumana.
Quali sono gli agenti segreti di questi fenomeni e i veri attori di
queste scene inspiegabili? Gli angeli non accetterebbero questi ruoli
indegni e non si presterebbero a tutti i capricci di una vana curiosità.
Le anime dei morti, che Dio vieta di consultare, soggiornano nella
dimora che ha loro assegnato la Sua giustizia, ed esse non possono,
senza il Suo permesso, mettersi agli ordini dei vivi. Così, gli esseri
misteriosi, che si presentano al primo appello dell'eretico e dell'empio come del fedele, del
crimine così come dell'innocenza, non sono né gli inviati di Dio, né
gli apostoli della verità e della salvezza, ma i seguaci dell'errore e
dell'inferno. Malgrado l'impegno ch'essi mettono nel nascondersi sotto i
più venerabili nomi, si tradiscono per l'inconsistenza delle loro
dottrine, non meno che per la bassezza dei loro atti e l'incoerenza
delle loro parole. Essi si sforzano di cancellare, dal simbolo
religioso, i dogmi del peccato originale, della resurrezione dei corpi, dell'eternità delle pene, e
tutta la rivelazione divina, al fine di sottrarre alle leggi la loro
vera sanzione e di aprire al vizio ogni barriera. Se le loro suggestioni
potessero prevalere, esse costituirebbero una religione comoda, a uso
del socialismo e di tutti coloro cui la nozione del dovere e della
coscienza repelle.
La miscredenza del nostro secolo ha loro
facilitato il cammino. Possano le società cristiane, con un sincero
ritorno alla fede cattolica, sfuggire al pericolo di questa nuova e
temibile invasione!»
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[1] Le
citazioni di questo capitolo sono estrapolate dalla medesima lettera
pastorale da cui sono state estrapolate quelle del capitolo precedente,
delle quali sono il seguito. Ne hanno, inoltre, la medesima
autorevolezza.