5. Tuttavia, il Cristo non
ha potuto rivelare ai suoi contemporanei tutti i misteri del futuro.
Gesù stesso ha detto: "Io avrei ancora molte cose da dirvi, ma voi non
le comprendereste; ed è per questo che io vi parlo in parabole". Su
tutto ciò che riguarda la morale, vale a dire i doveri dell'uomo verso
l'uomo, egli è stato molto esplicito, perché toccando la sensibile corda
della vita materiale, sapeva di essere compreso; sugli altri punti,
egli si limita a seminare, sotto forma allegorica, i germi di ciò che
dovrà essere sviluppato più tardi.
La dottrina delle pene e
delle ricompense future appartiene a quest'ultimo ordine di idee.
Soprattutto riguardo alle pene, egli non poteva rompere tutt'a un tratto
con le idee precostituite. Egli veniva per indicare agli uomini nuovi
doveri: la carità e l'amore verso il prossimo sostituivano lo spirito di
odio e di vendetta; l'abnegazione si sostituiva all'egoismo. Ed era già
molto. Non poteva razionalmente indebolire il timore del castigo
riservato ai prevaricatori, senza indebolire nello stesso tempo l'idea
di dovere. Prometteva il regno dei cieli ai buoni; questo regno, dunque,
era interdetto ai malvagi; e questi dove sarebbero andati? Inoltre,
sarebbe stata necessaria una inversione della Natura, per impressionare
delle intelligenze ancora troppo materiali per identificarsi con la vita
spirituale. Infatti, non si deve perdere di vista che Gesù si rivolgeva
al popolo, alla parte meno illuminata della società, per la quale c'era
bisogno di immagini in qualche modo palpabili, e non di idee sottili. È
per questo ch'egli, a tale riguardo, non entrava in dettagli superflui:
gli bastava contrapporre una punizione alla ricompensa. Non c'era
bisogno d'altro a quell'epoca.