IL CIELO E L'INFERNO OVVERO LA GIUSTIZIA SECONDO LO SPIRITISMO

Allan Kardec

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6. Nel passaggio dalla vita corporale alla vita spirituale, si produce ancora un altro fenomeno, d'importanza capitale: è quello del turbamento. In questa situazione, l'anima prova un intorpidimento che paralizza momentaneamente le sue facoltà e paralizza, almeno in parte, le sensazioni. Essa si trova, per così dire, in uno stato di catalessi di modo che non è quasi mai testimone cosciente dell'ultimo respiro. Dicono quasi mai, perché c'è un caso in cui l'anima può averne coscienza, come vedremo fra poco. Il turbamento può dunque essere considerato come lo stato normale nel momento della morte; indeterminata è la sua durata, che può variare da alcune ore ad alcuni anni. Man mano che esso si dissipa, l'anima è nella condizione di un uomo che si svegli da un sonno profondo; le idee sono confuse, vaghe e incerte; la vista distingue a fatica, come attraverso una nebbia; poi a poco a poco la vista si schiarisce, la memoria ritorna, e l'anima riconosce sé stessa. Ma questo risveglio differisce molto da individuo a individuo; in alcuni è tranquillo e procura una sensazione deliziosa; in altri è pieno di terrore e di angoscia e produce l'effetto di un incubo orrendo.