IL CIELO E L'INFERNO OVVERO LA GIUSTIZIA SECONDO LO SPIRITISMO

Allan Kardec

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Charles de Saint-G..., ebete

(Società Spiritista di Parigi, 1860)

Charles de Saint-G... era un ragazzo idiota di tredici anni, ancora incarnato, le cui facoltà intellettive erano d'una nullità tale da non riconoscere i suoi genitori, e che a stento poteva prendere da sé stesso il cibo per nutrirsi. C'era in lui un arresto completo dello sviluppo in tutto il sistema organico.

1. (A san Luigi) Vorreste dirci se possiamo fare l'evocazione dello Spirito di questo ragazzo?

«Voi potete evocarlo come se evocaste lo Spirito di un morto.»

2. La vostra risposta ci farebbe supporre che l'evocazione potrebbe esser fatta in qualsiasi momento.

«Sì, poiché la sua anima è unita al suo corpo con legami materiali e non con legami spirituali. Essa può sempre, in qualsiasi momento, liberarsene.»

3. Evocazione di Charles de Saint-G... «Io sono un povero Spirito, attaccato alla Terra come un uccello che vi sia legato per una zampa.»

4. Allo stato attuale, come Spirito, avete consapevolezza della vostra nullità in questo mondo?

«Certamente. Io ho piena consapevolezza della mia cattività.»

5. Quando il vostro corpo dorme e il vostro Spirito si libera, avete le idee tanto lucide come se foste in uno stato normale?

«Quando il mio corpo infelice riposa, io sono un po' più libero d'innalzarmi verso il Cielo cui aspiro.»

6. Provate, come Spirito, un sentimento di pena per il vostro stato corporale?

«Sì, poiché è una punizione.»

7. Vi ricordate della vostra esistenza precedente?

«Oh, sì! Essa è la causa del mio esilio attuale.»

8. Che genere di esistenza era?

«Quella di un giovane libertino, ai tempi di Enrico III.»

9. Voi dite che la vostra condizione attuale è una punizione. Non l'avete dunque scelta?

«No.»

10. In che modo la vostra esistenza attuale può essere utile al vostroavanzamento nello stato di nullità in cui vi trovate?

«Ma davanti a Dio, che me l'ha imposta, essa non è per me una nullità.»

11. Potete prevedere la durata della vostra esistenza attuale?

«Non con esattezza. Ancora alcuni anni, e poi ritornerò nella mia patria.»

12. Dalla vostra precedente esistenza fino alla vostra attuale esistenza, che cosa avete fato come Spirito?

«È per il fatto ch'ero uno Spirito leggero che Dio mi ha imprigionato.»

13. Nel vostro stato di veglia, avete consapevolezza di ciò che accade intorno a voi? E ciò malgrado l'imperfezione dei vostri organi?

«Io vedo e sento, ma il mio corpo né vede né comprende nulla.»

14. Possiamo noi fare qualcosa che vi torni utile?

«Nulla.»

15. (A san Luigi) Le preghiere per uno Spirito reincarnato possono avere la medesima efficacia di quelle per uno Spirito errante?

«Le preghiere, oltre che sempre utili, sono a Dio gradite; nella posizione di questo povero Spirito, esse non possono servirgli a niente; gli serviranno più tardi, perché Dio ne terrà conto.»

Questa evocazione conferma ciò che è stato sempre detto sugli ebeti. La loro nullità non dipende dalla nullità del loro Spirito che, eccezion fatta per gli organi, fruisce di tutte le sue facoltà. L'imperfezione degli organi non è altro che un ostacolo alla libera manifestazione dei pensieri; essa non li annienta affatto. È come il caso di un uomo vigoroso le cui braccia fossero serrate da lacci.


Istruzione di uno Spirito sugli idioti e sui cretini rilasciata alla Società di Parigi


I cretini sono degli esseri puniti sulla Terra per il cattivo uso ch'essi hanno fatto di importanti qualità. La loro anima è imprigionata in un corpo i cui organi impotenti non possono esprimere i loro pensieri. Questo mutismo morale e fisico è una delle più crudeli punizioni terrene; e spesso essa è scelta dagli Spiriti pentiti per riscattare le loro colpe. Questa prova non è sterile, perché lo Spirito non rimane stazionario nella sua prigione carnale: quegli occhi ebeti vedono, quel cervello represso comprende, ma niente può tradursi né nella parola né nello sguardo e, salvo il movimento, essi si trovano moralmente nello stato dei letargici e dei catalettici, i quali vedono e intendono ciò che accade intorno a loro, senza però poterlo esprimere. Quando voi, in sogno, avete quei terribili incubi in cui volete sfuggire a un pericolo, per cui lanciate grida per chiedere aiuto, mentre la vostra lingua rimane attaccata al palato e i vostri piedi attaccati al suolo, voi, per un istante, provate ciò che il cretino prova costantemente. È la paralisi del corpo unita alla vita dello Spirito.

Quasi tutte le infermità hanno così la loro ragion d'essere, poiché nulla accade senza una causa. Ciò che voi chiamate l'ingiustizia del destino è invece l'applicazione della più alta giustizia. Anche la follia è una punizione per l'abuso di alte facoltà: il folle ha due personalità: quella che sragiona e quella che possiede la coscienza dei suoi atti, senza poterli dirigere. Quanto ai cretini, la vita contemplativa e isolata della loro anima, che non ha le distrazioni del corpo, può essere tanto agitata quanto le esistenze complicate al massimo dagli avvenimenti. Alcuni si ribellano contro il loro supplizio volontario, si pentono di averlo scelto e provano un desiderio furioso di ritornare a un'altra vita, desiderio che fa loro dimenticare la rassegnazione della vita presente e i rimorsi della vita passata di cui essi hanno coscienza. Infatti cretini e folli ne sanno più di voi, e sotto la loro impotenza fisica si nasconde una potenza morale di cui voi non avete nessuna idea. Gli atti di furore o d'imbecillità a cui il loro corpo si lascia andare vengono giudicati dall'essere interiore, il quale ne soffre e se ne vergogna. Pertanto, sbeffeggiarli, ingiuriarli, maltrattarli anche, come talvolta accade, vuol dire aumentare le loro sofferenze, facendo sentir loro ancor più duramente la loro fragilità e abiezione. Se potessero farlo, essi accuserebbero di viltà coloro che agiscono in questo modo solo perché sanno che la loro vittima non può difendersi.

Il cretinismo non è una delle leggi di Dio, e la scienza potrebbe sconfiggerlo, poiché esso è il risultato materiale dell'ignoranza, della miseria e della sordidezza. I nuovi mezzi d'igiene che la scienza, divenuta più pratica, ha messo a disposizione di tutti, tendono a sconfiggerlo. Essendo il progresso la condizione espressa dall'Umanità, le prove imposte si modificheranno e seguiranno il cammino dei secoli. Le prove diventeranno tutte di carattere morale, e quando la vostra Terra, ancora giovane, avrà compiuto tutte le fasi della sua esistenza, essa diventerà un soggiorno di felicità come accade per altri pianeti più avanzati.

Pierre Jouty, padre del medium


Ci fu un tempo in cui l'anima dei cretini veniva messa in discussione, e ci si chiedeva se essi appartenessero veramente alla specie umana. La maniera con cui lo Spiritismo li fa considerare non è forse di alta moralità e di grande insegnamento? Non c'è forse materia per serie riflessioni, pensando che quei corpi disgraziati racchiudono anime che hanno forse brillato nel mondo, che sono tanto lucide e tanto pensanti quanto le nostre, sotto lo spesso involucro che ne soffoca le manifestazioni, e che, un giorno, lo stesso potrebbe essere di noi, se abusassimo delle facoltà che la Provvidenza ci ha elargito?

In quale altro modo si potrebbe spiegare il cretinismo? Come farlo concordare con la giustizia e la bontà di Dio, senza ammettere la pluralità delle esistenze? Se l'anima non ha già vissuto, significa che è stata creata contemporaneamente al corpo. In questa ipotesi, come giustificare la creazione di anime così diseredate, come quelle dei cretini, da parte di un Dio giusto e buono? Qui, infatti, non si tratta di uno di quegli incidenti, come la follia per esempio, che si può prevenire o guarire. Questi esseri nascono e muoiono nel medesimo stato; e, non avendo alcuna nozione del bene e del male, qual è la loro sorte nell'eternità? Saranno essi felici come gli uomini intelligenti e laboriosi? Ma perché dovrebbero godere di questo favore, dal momento che non hanno fatto niente di bene? Si troveranno allora in quello che si chiama limbo, cioè in una condizione mista, che non è né la felicità né l'infelicità. Ma perché questa eterna inferiorità? È forse colpa loro se Dio li ha creati cretini? Noi sfidiamo tutti coloro che respingono la dottrina della reincarnazione ad abbandonare questa via senza uscita. Con la reincarnazione, al contrario, ciò che sembrava una ingiustizia diventa una mirabile giustizia. Ciò che appariva inesplicabile si spiega così nella maniera più razionale.

Del resto, non ci risulta che quanti respingono questa dottrina l'abbiano mai combattuta con argomenti diversi da quello della loro personale ripugnanza a ritornare sulla Terra. A questo noi rispondiamo: Dio non domanda il vostro permesso per farvici ritornare, così come il giudice non consulta i desideri del condannato per mandarlo in prigione. Ciascuno ha la possibilità di non ritornare sulla Terra migliorando sé stesso quanto basti per meritare di passare in una sfera più elevata. È dunque per spogliarsi di queste infermità morali che ci si deve impegnare, se si vuole salire di grado.

Si sa che, in certi paesi, gli idioti, lungi dall'essere oggetto di disprezzo, sono circondati da amorevoli cure. Non potrebbe questo sentimento tendere a un'intuizione del vero stato di questi infelici? Essi sono tanto più degni di riguardi in quanto il loro Spirito, che ben comprende la propria condizione, deve soffrire nel vedersi considerato un rifiuto della società.

Lì, anzi, avere in famiglia uno di questi esseri è considerato un privilegio, una benedizione. È, questa, una superstizione? È possibile, poiché presso gli ignoranti la superstizione si mescola alle idee più sante senza che essi se ne rendano conto. In tutti i casi, è, per i genitori, un'occasione per esercitare una carità, tanto più meritoria in quanto, essendo generalmente poveri, questo è per loro un carico senza alcuna ricompensa materiale. Si ha più merito nel circondare di cure affettuose un figlio disgraziato, piuttosto che un figlio le cui qualità offrono un qualche risarcimento. Orbene, essendo la carità del cuore una delle virtù più gradite a Dio, essa attira sempre la Sua benedizione su coloro che la praticano. Questo sentimento, innato in tali persone, equivale a questa preghiera: "Grazie, mio Dio, di averci dato come prova terrena un essere debole da sostenere e un afflitto da consolare".