19. "La loro dannazione, si
aggiunge, è ormai senza ritorno, ed essi perseverano nel loro orgoglio
di fronte a Dio." A che cosa servirebbe loro non perseverare, dal
momento che ogni pentimento è inutile? Se avessero la speranza di una
riabilitazione — qualunque fosse il prezzo — il bene avrebbe per loro
uno scopo, mentre invece non è così. Se perseverano nel male, è dunque
perché la porta della speranza per loro è chiusa. E perché Dio l'ha
sbarrata davanti a loro? Per vendicarsi dell'offesa ch'Egli ha ricevuto
dalla loro mancanza di sottomissione. Così, per appagare il Suo
risentimento contro alcuni colpevoli, Egli preferisce vederli non solo
soffrire, ma anche fare il male piuttosto che il bene. Indurre al male e
spingere alla perdizione eterna tutte le Sue creature del genere umano,
quando sarebbe stato sufficiente un semplice atto di clemenza per
evitare un così grande disastro, e un disastro previsto da tutta
l'eternità!
Nel caso di un atto di clemenza, si sarebbe
trattato di una grazia pura e semplice che avrebbe forse potuto essere
un incoraggiamento al male? No. Si sarebbe trattato di un perdono
condizionale, subordinato a un sincero ritorno al bene. Al posto di una
parola di speranza e di misericordia, si fa dire a Dio: Perisca tutta la razza umana, piuttosto che la mia vendetta! E
ci si stupisce che, con una simile dottrina, ci siano atei e
miscredenti! È forse così che Gesù ci rappresenta il Padre Suo? Lui che
ci ha dato un'esplicita legge dell'oblio e del perdono delle offese, che
ci ha detto di rendere bene per male, che ha posto l'amore verso i
nemici al primo posto delle virtù che ci faranno meritare il cielo,
vorrebbe dunque che gli uomini fossero migliori, più giusti, più
misericordiosi dello stesso Dio?