15. Ci
si domanda come degli uomini abbiano potuto vedere queste cose
nell'estasi, se esse non esistono. Non è qui, però, il luogo per
spiegare l'origine delle immagini fantastiche che a volte si producono
con apparenza di realtà. Noi diremo soltanto che bisogna vedervi una
prova di quel principio, secondo cui, l'estasi è la meno sicura di tutte
le rivelazioni, [11] perché questo stato di sovreccitazione non sempre
comporta una liberazione dell'anima tale da poterla ritenere assoluta,
indicando molto spesso un riflesso delle preoccupazioni dello stato di
veglia. Le idee — di cui lo Spirito si nutre e di cui il cervello o,
meglio, l'involucro perispirituale corrispondente al cervello, ha
conservato l'impronte — si riproducono amplificate come in un miraggio,
sotto forme vaporose che si incrociano e si confondono, creando degli
insiemi bizzarri. Gli estasiati di tutti i culti hanno sempre visto
delle cose in relazione alla fede da cui erano pervasi. Non è dunque
sorprendente che quanti, come santa Teresa, sono fortemente impregnati
di concetti sull'inferno — così come ce li mostrano le descrizioni
verbali o scritte e i dipinti — abbiano delle visioni che non ne sono,
propriamente parlando, che la riproduzione, e che producono l'effetto di
un incubo. Un pagano pieno di fede avrebbe visto il Tartaro e le Furie,
così come nell'Olimpo avrebbe visto Giove che impugna la saetta.
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[11] il Libro degli Spiriti, nn. 443 e 444.