11. Queste parole, che Gesù
rivolgeva ai Suoi apostoli, quando li inviò ad annunciare per la prima
volta la buona novella, non avevano nulla di strano a quell'epoca. Esse
erano conformi ai costumi patriarcali dell'Oriente, dove il viandante
veniva sempre accolto sotto la tenda. Ma allora i viandanti erano rari.
Presso i popoli moderni l'incremento della circolazione ha imposto nuovi
costumi, ed esempi sul genere di quelli dei tempi antichi si possono
trovare in contrade sperdute, non ancora raggiunte dai grandi
spostamenti. E se Gesù ritornasse oggi, non potrebbe più dire ai Suoi
apostoli: «Mettetevi in viaggio senza provviste».
Oltre al
senso letterale, queste parole hanno un senso morale molto profondo.
Gesù in questo modo insegnava ai Suoi discepoli ad avere fiducia nella
Provvidenza. Inoltre, non possedendo costoro niente, non potevano
suscitare la cupidigia in coloro che li accoglievano. Era un modo per
distinguere i caritatevoli dagli egoisti. È per questo ch'Egli dice
loro: «Informatevi se vi sia là qualcuno degno di ospitarvi, e abitate da lui finché partirete»; ossia
abbastanza umano da ospitare chi non ha di che pagare, perché questo
sarà quello degno di ascoltare le vostre parole. È dalla sua carità che
lo riconoscerete.
Quanto a coloro che non vorranno né
riceverli né ascoltarli, ha forse Egli detto ai Suoi apostoli di
maledirli, di imporsi a loro, di usare la violenza e la forza per
convertirli? No. Ha semplicemente detto loro di andarsene altrove e di
cercare altrove gente di buona volontà.
Così, oggi, lo
Spiritismo dice ai suoi seguaci: «Non fate pressione su nessuna
coscienza, non costringete nessuno a lasciare il proprio credo per
adottare il vostro e non lanciate anatemi su quelli che non pensano come
voi. Accogliete quelli che vengono a voi e lasciate in pace quelli che
vi rifiutano». Ricordatevi delle parole di Cristo: «Un tempo il regno dei cieli era preso a forza, oggi con la dolcezza» (vedere cap. IV, nn. 10 e 11 di quest'opera).