IL VANGELO SECONDO LO SPIRITISMO

Allan Kardec

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Capitolo VI - IL CRISTO CONSOLATORE

Il giogo leggero — Il Consolatore promesso
Istruzioni degli Spiriti: Avvento dello Spirito della Verità

Il giogo leggero


1. «Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi darò riposo. Prendete su di voi il mio giogo e imparate da me, perché io sono mansueto e umile di cuore; e voi troverete riposo alle anime vostre; poiché il mio giogo è dolce e il mio carico è leggero». (Matteo 11:28-30)

2. Tutte le sofferenze, miserie, delusioni, dolori fisici e perdita di persone care, trovano la loro consolazione nella fede nel futuro, nella fiducia nella giustizia di Dio che Cristo è venuto a insegnare agli uomini. Al contrario, su chi non si aspetta niente dopo questa vita, o che semplicemente dubita, le afflizioni pesano con tutto il loro carico e nessuna speranza ne addolcisce l'amarezza. Ecco che cosa porta Gesù a dire: «Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi darò riposo».

Tuttavia Gesù pone una condizione alla sua assistenza e alla felicità che promette agli afflitti. Questa condizione si trova nella legge che Egli insegna. Il suo giogo è l'osservanza di questa legge. Ma questo giogo è leggero e questa legge è dolce, poiché impone, come dovere, l'amore e la carità.


Il Consolatore promesso


3. «Se voi mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre, ed Egli vi darà un altro consolatore, perché stia con voi per sempre, lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete, perché dimora con voi, e sarà in voi». (...) Ma il Consolatore, lo Spirito Santo, che il Padre manderà nel mio nome, vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto quello che vi ho detto. (Giovanni 14:1517, 26)

4. Gesù promette un altro Consolatore: è lo Spirito della Verità che il mondo non conosce ancora, perché non è maturo per comprenderlo, che il Padre manderà per insegnare ogni cosa e per fare ricordare ciò che Cristo ha detto. Se dunque lo Spirito della Verità giungerà più avanti per insegnare ogni cosa, ciò significa che Cristo non ha detto tutto. Se viene per farci ricordare ciò che Cristo ha detto, significa che lo si è dimenticato o mal compreso.

Lo Spiritismo giunge nel momento designato a compiere la promessa di Cristo. Lo Spirito della Verità presiede alla sua fondazione, richiama gli uomini all'osservanza della legge, insegna tutto facendo comprendere ciò che Cristo ha detto in forma di parabola. Cristo ha detto: «Chi ha orecchi per intendere, intenda». Lo Spiritismo viene per aprire gli occhi e gli orecchi, perché parla senza simboli e senza allegorie. Solleva il velo lasciato di proposito su certi misteri. Viene infine a portare una suprema consolazione ai diseredati della Terra e a tutti quelli che soffrono, indicando una causa giusta e un fine utile a tutti i dolori.

Cristo ha detto: «Beati gli afflitti, perché saranno consolati», ma come possono gli afflitti sentirsi felici se non sanno perché soffrono?

Lo Spiritismo ce ne mostra le cause, le quali risalgono alle esistenze precedenti e sono insite nella destinazione della Terra, dove l'uomo espia il suo passato. Ce ne mostra il fine, in quanto le sofferenze sono salutari come le crisi, che conducono alla guarigione e sono la purificazione che assicura la felicità nelle esistenze future. L'uomo comprende che ha meritato di soffrire e trova giusta la sofferenza. Sa che questa sofferenza aiuta il suo avanzamento e l'accetta senza lamentarsi, come l'operaio accetta il lavoro che gli frutta un salario. Lo Spiritismo dà all'uomo una fede incrollabile nel futuro, e il dubbio angosciante non ha più presa nel suo animo facendogli vedere le cose dall'alto. L'importanza delle vicissitudini terrene si perde nel vasto e splendido orizzonte che egli abbraccia, e la prospettiva della felicità che lo attende gli dà la pazienza, la rassegnazione e il coraggio per proseguire fino alla fine del cammino.

Così lo Spiritismo realizza ciò che Gesù ha detto del Consolatore promesso: la conoscenza delle cose, che fa sì che l'uomo sappia da dove viene, dove va e perché è sulla Terra; richiamo questo ai veri principi della legge di Dio e consolazione attraverso la fede e la speranza.


ISTRUZIONI DEGLI SPIRITI
Avvento dello Spirito della Verità


5. Io vengo, come un tempo, tra i figli dissoluti di Israele a portare la verità e a dissipare le tenebre. Ascoltatemi. Lo Spiritismo, come un tempo la mia parola, deve ricordare ai miscredenti che al di sopra di loro regna l'immutabile verità: il Dio buono, il Dio grande che fa germogliare le piante e sollevare i flutti. Io ho rivelato la dottrina divina; come un mietitore, ho legato in covoni i beni sparsi dell'umanità e ho detto: Venite a me, voi tutti che soffrite!

Ma gli uomini ingrati si sono allontanati dalla via retta e larga che conduce al regno del Padre mio e si sono persi negli impervi sentieri dell'empietà. Il Padre mio non vuole annientare l'umanità. Vuole che, aiutandovi gli uni con gli altri, vivi e morti — ossia morti nella carne, perché la morte non esiste — vi soccorriate a vicenda. Vuole che sia non più la voce dei profeti e degli apostoli, ma la voce di coloro che sono defunti a farsi ascoltare, per gridarvi: pregate e credete! Perché la morte è la resurrezione, e la vita è la prova che è stata scelta e durante la quale le vostre virtù, esercitandosi, cresceranno e si svilupperanno come il cedro.

Uomini deboli, che comprendete le tenebre della vostra intelligenza, non allontanate la fiaccola che la clemenza divina pone nelle vostre mani, per far luce sulla vostra strada, e ricondurvi, figli perduti, nel rifugio del Padre vostro.

Ho troppa compassione delle vostre miserie, della vostra immensa debolezza, per non tendere la mia mano soccorritrice agli infelici dispersi che, pur vedendo il cielo, cadono nell'abisso dell'errore. Credete, amate, meditate le cose che vi vengono rivelate; non mescolate la gramigna con il grano buono, le utopie con le verità.

Spiritisti! Amatevi, ecco il primo insegnamento; istruitevi, ecco il secondo. Tutte le verità si trovano nel Cristianesimo; gli errori, radicati, sono di origine umana; ed ecco che dall'oltretomba, che voi credete sia il nulla, giungono voci che vi gridano: «Fratelli! Nulla perisce. Gesù Cristo è il vincitore del male, siate voi i vincitori dell'empietà».

(Lo Spirito della Verità, Parigi, 1860)


6. Io vengo a insegnare ai poveri diseredati e a consolarli. Io vengo a dire loro che elevino la loro rassegnazione al livello delle loro prove; che piangano perché il dolore è stato consacrato nell'orto degli Ulivi; ma che sperino, perché così gli angeli consolatori verranno ad asciugare le loro lacrime.

Operai, tracciate il vostro solco, ricominciate ogni giorno il duro lavoro del giorno prima. La fatica delle vostre mani procura il pane terreno ai vostri corpi, ma le vostre anime non vengono dimenticate. E io, il divino giardiniere, le coltivo nel silenzio dei vostri pensieri. Quando l'ora del vostro riposo suonerà, quando la trama vi sfuggirà di mano e i vostri occhi si chiuderanno alla luce, voi sentirete sorgere e germogliare in voi la mia preziosa semente. Niente viene perso nel Regno del Padre nostro, e il vostro sudore, le vostre miserie costituiscono il tesoro che deve rendervi ricchi nelle sfere superiori, dove la luce sostituisce le tenebre e dove il più miserabile di tutti voi sarà forse il più risplendente.

In verità vi dico Che quelli che portano il loro fardello e assistono i loro fratelli sono i miei benamati. Istruitevi nella preziosa dottrina che dissipa l'errore della rivolta e vi insegna lo scopo sublime. della prova umana. Come il vento porta via la polvere, così il soffio degli Spiriti dissipa la vostra gelosia nei confronti dei ricchi del mondo, che sono sovente molto miserabili, perché le loro prove sono più pericolose delle vostre. Io sono con voi, e il mio apostolo vi istruisce. Abbeveratevi alla fonte viva dell'amore e preparatevi, prigionieri della vita, a lanciarvi un giorno, liberi e felici, nelle braccia di Colui che vi ha creati deboli per rendervi perfettibili e che vuole che modelliate voi stessi la tenera creta, affinché siate voi gli artefici della vostra immortalità.

(Lo Spirito della Verità, Parigi, 1861)


7. Io sono il grande medico delle anime e vengo a portare il rimedio che deve guarirvi. I deboli, i sofferenti e gli infermi sono i miei figli prediletti, e io vengo a salvarli. Venite dunque a me voi tutti che soffrite e che sopportate un grosso peso, e vi sarà dato sollievo e consolazione. Non cercate altrove forza e consolazione perché il mondo è impotente a darvele. Dio rivolge alla vostra anima un appello supremo attraverso lo Spiritismo: ascoltatelo. Che l'empietà, la menzogna, l'errore e la miscredenza vengano estirpate dalle vostre anime sofferenti. Sono mostri che si nutrono del vostro sangue più puro e vi infliggono piaghe quasi sempre letali. Che in futuro, umili e sottomessi al Creatore, voi mettiate in pratica la Sua legge divina. Amate e pregate. Siate sottomessi agli Spiriti del Signore e invocateLo dal profondo del cuore. Allora Egli vi invierà il Figlio Suo benamato per istruirvi e dirvi queste buone parole: «Eccomi, io vengo a voi perché mi avete chiamato».

(Lo Spirito della Verità, Bordeaux, 1861)


8. Dio consola gli umili e dà la forza agli afflitti che gliela chiedono. La Sua potenza è diffusa sulla Terra, e ovunque ci sia una lacrima pone un balsamo di consolazione. Il sacrificio e l'abnegazione sono una continua preghiera e contengono un insegnamento profondo. La saggezza umana risiede in queste due parole. Possano tutti gli Spiriti sofferenti comprendere questa verità, anziché inveire contro il dolore e le sofferenze morali che su questa Terra sono quanto loro tocca. Prendete dunque come motto queste due parole: dedizione e abnegazione. E sarete forti, perché esse riassumono tutti i doveri che la carità e l'umiltà vi impongono. La coscienza del dovere compiuto vi darà la pace dello spirito e la rassegnazione. Il cuore batte meglio, l'anima si calma e il corpo non ha più debolezze, perché esso tanto più soffre quanto più lo Spirito è colpito.

(Lo Spirito della Verità, Le Havre, 1863)