IL VANGELO SECONDO LO SPIRITISMO

Allan Kardec

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6. Se tutti la pensassero in questo modo, si dirà, e nessuno si occupasse più delle cose terrene, tutto andrebbe a rotoli. Non è così. L'uomo cerca per istinto il suo benessere e, pur con la certezza di trovarsi per poco in un luogo, lo stesso vuole starci il meglio o il meno peggio possibile. Non c'è nessuno che, avendo una spina nella mano, non voglia toglierla per non sentire dolore. Ora, la ricerca del benessere spinge l'uomo a migliorare tutte le cose, indotto com'è dall'istinto di progresso e di conservazione, che è nelle leggi di natura. Egli lavora per necessità, per piacere e per dovere, e con ciò realizza le intenzioni della Provvidenza che l'ha posto su questa Terra per questo fine. Solo colui che tiene conto dell'avvenire non dà al presente che un'importanza relativa e si consola senza difficoltà degli insuccessi, pensando al destino che l'attende.

Dunque, Dio non condanna assolutamente i piaceri terreni, ma l'abuso di questi piaceri, in quanto essi pregiudicano gli interessi dell'anima. È contro questo abuso che si premuniscono quanti si attengono a queste parole di Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo».

Chi si identifica con la vita futura è simile all'uomo ricco che perde una piccola somma senza turbarsi; chi concentra i suoi pensieri sulla vita terrena è simile a un povero che perde tutto ciò che possiede e si dispera.