IL VANGELO SECONDO LO SPIRITISMO

Allan Kardec

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La fede divina e la fede umana

12. Nell'uomo, la fede è il sentimento innato dei suoi destini futuri. È la coscienza ch'egli ha delle sue immense facoltà, il cui germe è stato depositato in lui, dapprima allo stato latente e che poi egli dovrà far germogliare e crescere con la sua volontà attiva.

Finora la fede è stata intesa solo dal punto di vista religioso, perché Cristo l'ha preannunciata come potente leva spirituale, e si è visto in Lui solo il capo di una religione. Ma Cristo, che ha compiuto dei miracoli materiali, ha dimostrato, con questi stessi miracoli, ciò che l'uomo può quando ha fede, ossia la volontà di volere, e la certezza che questa volontà può da se stessa realizzarsi. Gli apostoli, sul Suo esempio, non hanno forse compiuto dei miracoli? Ora, che cosa erano questi miracoli se non effetti naturali, la cui causa era sconosciuta agli uomini di allora, ma che in gran parte oggi si spiega e completamente si comprenderà con lo studio dello Spiritismo e del magnetismo?

La fede è umana e divina, a seconda che l'uomo applichi le sue facoltà alle necessità terrene o alle sue aspirazioni celesti e future. L'uomo di genio che persegue la realizzazione di qualche grande

impresa ha successo se ha fede, perché avverte in se stesso che può e deve riuscirci, e questa certezza gli dà una forza immensa. L'uomo dabbene, che crede nel suo futuro celeste e vuole riempire la sua vita di azioni nobili e belle, attinge la forza necessaria dalla sua fede, dalla certezza della felicità che lo attende, e anche in questo caso si compiono miracoli di carità, di dedizione e di abnegazione. Infine, con la fede, non ci sono più cattive tendenze che non si riescano a vincere.

Il magnetismo è una delle più grandi prove della potenza della fede messa in atto. È con la fede che il magnetismo guarisce e genera quegli strani fenomeni che un tempo erano considerati dei miracoli.

Lo ripeto, la fede è umana e divina. Se tutti gli incarnati fossero ben persuasi della forza che hanno in se stessi e se volessero mettere la loro volontà al servizio di questa forza, sarebbero capaci di compiere ciò che finora è stato chiamato prodigio e che altro non è, invece, che lo sviluppo di facoltà umane.

(Uno Spirito protettore, Parigi, 1863)