IL VANGELO SECONDO LO SPIRITISMO

Allan Kardec

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Capitolo XXVI - GRATUITAMENTE AVETE RICEVUTO GRATUITAMENTE DATE

Il dono di guarire — Preghiere pagate —
I mercanti cacciati dal tempio — Medianità gratuita



Il dono di guarire


1. Guarite gli ammalati, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demoni; gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. (Matteo 10:8)

2. «Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date» dice Gesù ai Suoi discepoli. Con questo precetto Egli stabilisce di non fare assolutamente pagare ciò per cui essi stessi non hanno pagato. Ora, ciò che essi avevano ricevuto gratuitamente era la facoltà di guarire i malati e quella di cacciare i demoni, ossia gli Spiriti cattivi. Questo dono è stato loro dato gratuitamente da Dio per dare sollievo a quelli che soffrono e per aiutarli a diffondere la fede. E ha loro precisato di non fare di tale dono assolutamente né commercio né oggetto di speculazione né mezzo per vivere.


Preghiere pagate


3. Mentre tutto il popolo lo ascoltava, egli disse ai suoi discepoli: «Guardatevi dagli Scribi, i quali passeggiano volentieri in lunghe vesti, amano essere salutati nelle piazze e avere i primi posti nelle sinagoghe e nei conviti; essi divorano le case delle vedove e fanno lunghe preghiere per mettersi in mostra. Costoro riceveranno una condanna maggiore» (Luca 20:45-47; Marco 12:38-40; Matteo 23:14)

4. Gesù dice anche: «Non fate assolutamente pagare le vostre preghiere. Guardatevi dagli Scribi che divorano le case delle vedove e fanno lunghe preghiere»; ossia s'impossessano delle loro fortune. La preghiera è un atto di carità, uno slancio del cuore. Far pagare quelle che si rivolgono a Dio per conto di altri significa essere degli intermediari salariati, e la preghiera diventa allora una formula la cui durata è proporzionale alla somma pagata. Ora, è possibile che Dio commisuri le sue grazie secondo il numero delle parole? Se sono necessarie molte preghiere, perché dirne poche, o addirittura nessuna, per chi non può pagare? Questa è mancanza di carità. Se una sola preghiera basta, il di più è inutile. Perché dunque farlo pagare? È una prevaricazione.

Dio non vende i benefici, ch'Egli concede. Perché dunque chi non ne è neppure l'erogatore né può garantirne il conseguimento, dovrebbe farsi pagare una richiesta che può essere senza esito? Dio non può subordinare a una somma di denaro un atto di clemenza, di bontà o di giustizia che si implora dalla Sua misericordia. Altrimenti ne conseguirebbe che, se la somma non venisse pagata o fosse insufficiente, la giustizia, la bontà e la clemenza di Dio verrebbero annullate. La ragione, il buon senso e la logica ci dicono che Dio, perfezione assoluta, non può delegare a creature imperfette il diritto di applicare un prezzo alla Sua giustizia. La giustizia di Dio è come il sole: la sua luce si spande su tutti, sul povero come sul ricco. Se si considera immorale commerciare le grazie di un sovrano sulla Terra, è forse più lecito vendere quelle del sovrano dell'Universo?

Le preghiere pagate hanno un altro inconveniente: chi le compera si ritiene quasi sempre dispensato dal pregare lui stesso, perché si considera come esonerato dal momento che ha dato i suoi soldi.

Si sa che gli Spiriti sono colpiti dal fervore del pensiero di quelli che si rivolgono a loro. Quale può essere il fervore di chi, pagando, affida l'incarico a una terza persona perché preghi in sua vece? Quale può essere il fervore di questa terza persona quando essa delega il mandato a un'altra, e questa a un'altra ancora, e via di seguito? Non significa forse abbassare l'efficacia della preghiera a livello di moneta corrente?


I mercanti cacciati dal tempio


5. Vennero a Gerusalemme e Gesù, entrato nel tempio, si mise a scacciare coloro che vendevano e compravano nel tempio; rovesciò le tavole dei cambiavalute e le sedie dei venditori di colombi; e non permetteva a nessuno di portare oggetti attraverso il tempio. E insegnava, dicendo loro: «Non è scritto: "La mia casa sarà chiamata casa di preghiera per tutte le genti?" Ma voi ne avete fatto un covo di ladroni». I capi dei sacerdoti e gli scribi udirono queste cose e cercavano il modo di farlo morire. Infatti avevano paura di lui, perché tutta la folla era piena d'ammirazione per il suo insegnamento. (Marco 11:15-18; Matteo 21:12-13)

6. Gesù ha cacciato i mercanti dal tempio. Con ciò Egli condanna il traffico delle cose sacre sotto qualsiasi forma. Dio non vende né la Sua benedizione né il perdono né l'entrata nel Regno dei Cieli. L'uomo non ha quindi il diritto di farli pagare.


Medianità gratuita


7. I medium di oggi — poiché anche gli apostoli avevano facoltà medianiche — hanno anch'essi ricevuto da Dio un dono gratuito, quello cioè di essere interpreti degli Spiriti per istruire gli uomini, per mostrar loro la via del bene e condurli alla fede, e non certo per vendere delle parole che a loro non appartengono, perché non sono il prodotto né del loro pensiero né delle loro ricerche né del loro lavoro personale. Dio vuole che la luce arrivi a tutti, non vuole che il povero ne sia privato e possa dire: «Non ho la fede perché non ho potuto pagarla. Non ho avuto la consolazione di ricevere gli incoraggiamenti e le testimonianze d'affetto di quelli di cui soffro la dipartita, perché sono povero. Ecco perché la medianità non è assolutamente un privilegio e si trova ovunque. Farla pagare sarebbe dunque come fuorviarla dal suo scopo provvidenziale.

8. Chiunque conosca le condizioni nelle quali i buoni Spiriti comunicanola loro avversione per tutto ciò che denoti un interesse egoistico e sappia come basti poco per allontanarli, non potrà mai ammettere che degli Spiriti superiori siano a disposizione del primo che li invochi a un tanto per assemblea. Il semplice buon senso respinge tale pensiero. D'altra parte non è forse anche una profanazione evocare, in cambio di denaro, gli esseri che rispettiamo e che ci sono cari? Senza dubbio ci potrebbero pur essere delle manifestazioni, ma chi garantirebbe che essi sono sinceri? Gli Spiriti leggeri, bugiardi, astuti e tutta la moltitudine degli Spiriti inferiori, molto poco scrupolosi, si presentano sempre e sempre sono pronti a rispondere a chi porge domande, senza troppo preoccuparsi della verità. Chi, dunque, vuole delle comunicazioni serie deve innanzitutto richiederle seriamente, assicurandosi poi sulla natura delle relazioni tra il medium e gli esseri del mondo spirituale. Ora, la prima condizione per conciliarsi la benevolenza dei buoni Spiriti è l'umiltà, seguita dalla dedizione e dal più assoluto disinteresse morale e materiale.

9. Accanto alla questione morale, si presenta un'effettiva considerazione non meno importante, che attiene alla natura stessa della facoltà. La medianità seria non può essere e non sarà mai una professione, non solo perché verrebbe screditata moralmente, collocando i medium sullo stesso piano di quelli che predicono il futuro, ma anche perché le si oppone un ostacolo materiale: si tratta di una facoltà essenzialmente mobile, fugace e variabile, sulla cui durata nessuno può contare. Questo costituirebbe, per chi decidesse di ricorrervi, un mezzo economico assolutamente incerto, poiché potrebbe venirgli a mancare nel momento in cui gli fosse più necessario. Altro è un talento acquisito attraverso lo studio e il lavoro e che, proprio per questo, è una vera proprietà dalla quale è naturalmente permesso trarre vantaggio. Ma la medianità non è né un'arte né un talento. È per questo che non può diventare una professione. Essa esiste solo con il concorso degli Spiriti. Se questi Spiriti vengono a mancare, la medianità cessa di esistere. Può sussistere l'attitudine, ma la sua pratica viene annullata. Non c'è un solo medium al mondo che possa garantire il conseguimento di un fenomeno spiritista a un dato momento. Esercitare la medianità vuol dunque dire disporre di una cosa che non si padroneggia veramente. Affermare il contrario vuol dire ingannare chi paga. Inoltre non è di se stessi che si dispone, ma degli Spiriti e delle anime dei morti, il cui aiuto viene messo in vendita. La sola idea ripugna istintivamente. Questo commercio, degenerato in abuso, sfruttato da ciarlataneria, ignoranza, credulità e superstizione, ha motivato la presa di posizione di Mosè. Lo Spiritismo contemporaneo, che ha compreso il lato serio del problema mettendo al bando questo sfruttamento, ha elevato la medianità a rango di missione (vedere Il libro dei Medium, cap. XXVIII; Il Cielo e l'Inferno, cap. XI).

10. La medianità è una cosa sacra, che deve essere praticata santamente e religiosamente. E se c'è un genere di medianità che richiede tale condizione in modo ancor più rigoroso, questa è proprio la medianità guaritrice. Il medico offre il frutto dei suoi studi, conseguiti a prezzo di sacrifici spesso faticosi. Il magnetizzatore dà il suo stesso fluido spesso a prezzo della sua salute: medico e magnetizzatore possono applicare una parcella. Il medium guaritore trasmette il fluido salutare dei buoni Spiriti: egli non ha il diritto di metterlo in vendita. Gesù e gli apostoli, benché poveri, non facevano assolutamente pagare le guarigioni che operavano.

Chi dunque non ha di che vivere cerchi le sue risorse economiche altrove, ma non nella medianità. Dedichi alla medianità, se necessario, il tempo libero di cui può materialmente disporre. Gli Spiriti terranno conto della sua dedizione e dei suoi sacrifici, mentre si allontaneranno da coloro che cercano di fare della medianità un mezzo per la loro ascesa sociale.