Cristo
3. Cristo non è venuto
assolutamente per abolire la legge, ovvero la legge di Dio. È venuto per
adempierla, ossia per svilupparla, darle il suo vero senso e adattarla
al grado di evoluzione degli uomini. Perciò in questa legge si trova il
principio dei doveri verso Dio e verso il prossimo, che costituisce la
base della Sua dottrina. Quanto alle leggi di Mosè propriamente dette,
Egli le ha, al contrario, profondamente modificate sia nella sostanza
sia nella forma. Ha costantemente combattuto l'abuso delle pratiche
esteriori e le false interpretazioni né avrebbe potuto far loro subire
una riforma più radicale di quella contenuta in queste parole: «Amate
Dio sopra ogni cosa, e il prossimo come voi stessi», intendendo: In ciò consiste tutta la legge e la parola dei profeti.
Con le parole: «Finché non siano passati il cielo e la terra, neppure uno iota o un apice della legge passerà senza che tutto sia adempiuto», Gesù
ha voluto dire che era necessario che la legge di Dio avesse il suo
compimento, ovvero che venisse osservata su tutta la Terra, in tutta la
sua purezza, con tutto il suo sviluppo e tutte le sue conseguenze.
Infatti, a che cosa sarebbe servito emanarla se essa fosse dovuta
rimanere privilegio di alcuni uomini o addirittura di un solo popolo?
Essendo tutti gli uomini figli di Dio, essi sono, senza distinzione,
oggetto della stessa sollecitudine.
4.
Ma il ruolo di Gesù non è stato semplicemente quello del legislatore
moralista, senza altra autorevolezza che non fosse la sua parola. Egli è
venuto a compiere le profezie che avevano annunciato la sua venuta.
Egli ha tratto la Sua autorevolezza dalla natura eccezionale del Suo
Spirito e della Sua missione divina. È venuto a insegnare agli uomini
che la vera vita non è su questa Terra, ma nel Regno dei Cieli; a
indicare loro la via che lì conduce e i mezzi per riconciliarsi con Dio;
ad annunciare loro il cammino delle cose a venire per il compimento
degli umani destini. Ciononostante Egli non ha detto tutto e su molti
punti si è limitato a depositare il germe di quelle verità che Egli
stesso dichiara che non possono essere ancora comprese. Ha parlato di
tutto, ma in termini più o meno espliciti. Per afferrare il senso
nascosto di certe Sue parole, sarebbe stato necessario che nuove idee e
nuove conoscenze fossero venute a fornirne la chiave. Ma queste idee non
sarebbero potute sorgere prima che un certo grado di maturità dello
spirito umano non fosse stato raggiunto. La scienza doveva potentemente
contribuire allo schiudersi e allo sviluppo di certe idee. Era
necessario dunque dare alla scienza il tempo di progredire.