Il Libro degli Spiriti

Allan Kardec

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CAPITOLO VIII
VII - LEGGE DEL PROGRESSO

1.Stato di natura. — 2. Cammino del progresso. — 3. Popoli degenerati.
— 4. Civilizzazione. — 5. Progresso della legislazione umana —
6. Influenza dello Spiritismo sul progresso.


Stato di natura.

776. Lo stato di natura e la legge naturale sono la stessa cosa?

«No. Lo stato di natura e lo stato primitivo. La civilizzazione non è compatibile con lo stato di natura, mentre la legge naturale contribuisce al progresso dell'umanità.»

Lo stato di natura è l'infanzia dell'umanità e il punto di partenza del suo sviluppo intellettivo e morale. L'uomo, essendo perfettibile e portando in sé il germe del suo miglioramento, non è affatto destinato a vivere eternamente nello stato di natura, non più di quanto non sia destinato a vivere perpetuamente nello stato dell'infanzia. Lo stato di natura è transitorio, e l'uomo ne esce con il progresso e la civilizzazione. La legge naturale, al contrario, regge tutta l'umanità, e l'uomo migliora nella misura in cui comprende meglio e meglio pratica questa legge.

777. Nello stato di natura l'uomo, avendo meno necessità, non deve sopportare tutte le tribolazioni ch'egli si crea in uno stato più avanzato. Che cosa pensare dell'opinione di quelli che considerano questo stato come quello della più perfetta felicità sulla Terra?

«Che cosa volete? È la felicita del bruto! Ci sono persone che non comprendono altro. Questo e essere felice alla maniera delle bestie. Anche i bambini sono più felici degli adulti.»

778. L'uomo può regredire allo stato di natura?

«No. L'uomo deve progredire incessantemente e non può ritornare allo stato infantile. Se progredisce, e perché così vuole Dio. Pensare che possa regredire allo stato primitivo sarebbe negare la legge del progresso.»

Cammino del progresso.

779. L'uomo attinge in sé stesso la forza per progredire, oppure il progresso è solo il frutto di un insegnamento?

«L'uomo si evolve lui stesso naturalmente, ma non tutti progrediscono nello stesso tempo e nello stesso modo. È allora che i più avanzati collaborano al progresso degli altri attraverso le relazioni sociali.»

780. Il progresso morale segue sempre il progresso intellettivo?

«Ne è la conseguenza, ma non sempre lo segue immediatamente.» (Vedere nn. 192 e 365.)

780a. Come può il progresso intellettivo condurre al progresso morale?

«Facendo comprendere il bene e il male: allora l'uomo può scegliere. Lo sviluppo del libero arbitrio segue quello dell'intelligenza e aumenta la responsabilità delle proprie azioni.»

780b. Come accade allora che i popoli più illuminati siano sovente i più pervertiti?

«Il progresso completo e la meta, ma i popoli, come gli individui, non ci arrivano che passo dopo passo. Finché il senso morale non si è sviluppato in loro, possono anche servirsi della loro intelligenza per commettere il male. La morale e l'intelligenza sono due forze che trovano equilibrio solo nel lungo termine.» (Vedere nn. 365 e 751.)

781. È concesso all'uomo di fermare il cammino del progresso?

«No. Ma a volte può intralciarlo.»

781a. Che cosa pensare di quegli uomini che cercano di arrestare il cammino del progresso e di far retrocedere l'umanità?

«Poveri esseri che Dio punirà. Essi saranno travolti dal torrente che vogliono arrestare.»

Poiché il progresso è una condizione della natura umana non è nel potere di nessuno opporvisi. È una forza viva che delle cattive leggi possono ritardare, ma non soffocare. Quando queste leggi diventano incompatibili con il progresso, esso le distrugge insieme a tutti quelli che tentano di mantenerle. E sarà sempre così finché l'uomo non avrà messo le sue leggi in sintonia con la giustizia divina, che vuole il bene per tutti e non leggi fatte per il più forte a danno del più debole.

782. Non ci sono forse degli uomini che ostacolano il progresso in buona fede, credendo di favorirlo, perché lo vedono dal loro punto di vista e spesso là dove non c’è?

«Si tratta di una piccola pietra che, messa sotto la ruota di un grande carro, non gli impedisce di avanzare.»

783. Il perfezionamento dell'umanità segue sempre un cammino lento e progressivo?

«C’è il progresso regolare e lento che è dovuto alla forza delle cose. Ma quando un popolo non avanza abbastanza in fretta, Dio gli invia di quando in quando una scossa fisica o morale che lo trasforma.»

L'uomo non può restare eternamente nell'ignoranza, perché deve arrivare allo scopo indicato dalla Provvidenza, ed egli s'illumina attraverso la forza delle cose. Le rivoluzioni morali, come le rivoluzioni sociali, si insinuano a poco a poco nelle idee. Esse stanno in incubazione per dei secoli, poi improvvisamente esplodono e fanno crollare l'edificio fatiscente del passato, che non è più in armonia con le nuove necessita e le nuove aspirazioni.

L'uomo sovente in questi sommovimenti percepisce solo il disordine e la confusione del momento, poiché lo colpiscono nei suoi interessi materiali. Ma chi eleva il suo pensiero al di sopra della sua persona ammira i disegni della Provvidenza, che dal male fa scaturire il bene. Sono la tempesta e l'uragano che lasciano l'atmosfera purificata dopo averla sconvolta.


784. La perversità dell'uomo è molto grande. E non sembra egli regredire, anziché avanzare, almeno dal punto di vista morale?

«Vi sbagliate. Osservate bene l'insieme e vedrete che l'uomo avanza, perché comprende meglio ciò che è male, e ogni giorno sopprime gli abusi. È necessario l'eccesso del male per fare comprendere la necessita del bene e delle riforme.»

785. Qual è il più grande ostacolo al progresso?

«L'orgoglio e l'egoismo. E mi riferisco al progresso morale. Infatti il progresso intellettuale avanza sempre e sembra persino, di primo acchito, dare a questi vizi una doppia forza, sviluppando l'ambizione e l'amore per le ricchezze che, a loro volta, stimolano l'uomo alle ricerche, che illuminano il suo Spirito. È così che tutto si collega al mondo morale, come a quello fisico, ed e così che dal male stesso può scaturire il bene. Ma questo stato di cose è di breve durata e cambierà nella misura in cui l'uomo comprenderà meglio che, oltre al godimento dei beni terreni, c’è una felicita infinitamente più grande e infinitamente più durevole.» (Vedere Egoismo, Parte Terza, cap. XII.)

Ci sono due tipi di progresso, che si prestano reciproco appoggio, e che tuttavia non camminano fianco a fianco. Si tratta del progresso intellettuale e del progresso morale. Presso i popoli civilizzati, il primo riceve, in questo secolo, ogni desiderabile incoraggiamento e ha così raggiunto un livello fino ai nostri giorni sconosciuto. Manca non poco perché il secondo sia allo stesso livello del primo, ma ciononostante, se si paragonano gli attuali costumi sociali con quelli di alcuni secoli fa, bisognerebbe essere ciechi per negare il progresso che c’è stato. Perché dunque il cammino ascendente dovrebbe arrestarsipiù sul piano morale che su quello intellettivo? Perché non dovrebbe esserci fra il diciannovesimo e il ventiquattresimo secolo la stessa differenza che c’è stata fra il quattordicesimo e il diciannovesimo? Dubitarne sarebbe presumere che l'umanità sia all'apogeo della perfezione, la qual cosa sarebbe assurda, oppure che l'umanità non sia moralmente perfettibile, la qual cosa e smentita dall'esperienza.

Popoli degenerati.

786. La Storia ci mostra numerosissimi esempi di popoli che, dopo gli sconquassi che li hanno sconvolti, sono ricaduti nella barbarie. Dov’è il progresso in questo caso?

«Quando la vostra casa minaccia di crollare, voi l'abbattete per costruirne una più solida e confortevole. Ma, finché essa non viene ricostruita, nella vostra dimora c’è solo disagio e confusione.

Inoltre, voi dovete ancora tener conto di questo. eravate poveri e vivevate in stamberghe che, diventati ricchi, lasciate per passare ad abitare in un palazzo. Allora altri poveri diavoli, come eravate voi, vanno a prendere il vostro posto nella vostra stamberga, e sono anche molto felici, perché prima non avevano dove rifugiarsi. Orbene, sappiate dunque che gli Spiriti, che si sono incarnati in questo popolo degenerato, non sono i medesimi che lo costituivano ai tempi del suo splendore. Quelli di allora, che erano avanzati, sono andati ad abitare in dimore migliori e hanno progredito, mentre altri meno avanzati hanno preso il loro posto, che a loro volta lasceranno.»

787. Non ci sono farse delle razze ribelli al progresso, per loro stessa natura?

«Sì, ma esse si annientano fisicamente ogni giorno.»

787a. Quale sarà la sorte futura delle anime che animano queste razze?

«Esse arriveranno, come tutte le altre, alla perfezione passando per altre esistenze. Dio non disereda nessuno.»

787b. Pertanto gli uomini più civilizzati hanno potuto essere selvaggi e antropofagi?

«Voi stessi lo siete stati, più di una volta, prima di essere quello che siete.»

788. I popoli sono delle individualità collettive che, come i singoli individui, passano attraverso l'infanzia, lieta matura e la decadenza. Questa verità, confermata dalla Storia, non può far pensare che i popoli più avanzati di questo secolo avranno il loro declino e la loro fine come quelli dell'antichità?

«Certamente. I popoli che vivono della sola vita fisica e la cui grandezza si fonda solo sulla forza e l'espansione territoriale, nascono, crescono e muoiono, perché la forza di un popolo si esaurisce come quella dell'uomo. Quelli, le cui leggi egoistiche contrastano con il progresso dei lumi e la carità, muoiono perché la luce uccide le tenebre e la carità uccide l'egoismo. Ma esiste per i popoli, come per gli individui, la vita dell'anima. Perciò coloro, le cui leggi armonizzano con le leggi eterne del Creatore, vivranno e saranno il faro per altri popoli.»

789. Il progresso riunirà un giorno tutti i popoli della Terra in un'unica nazione?

«No, non in un'unica nazione. Questo e impossibile perché dalla differenza del clima nascono costumi e bisogni diversi, che danno luogo alle nazionalità. Per questo avranno sempre bisogno di leggi adeguate a questi costumi e a queste necessita. Ma la carità non conosce affatto le latitudini ne fa distinzione fra i colori della pelle. Quando la legge di Dio diverrà ovunque la base della legge umana, i popoli praticheranno reciprocamente la carità, come gli individui da uomo a uomo. Allora gli uomini vivranno felici e in pace, perché nessuno cercherà di fare torto al suo vicino, né di vivere a sue spese.»

L'umanità progredisce in virtù degli individui che si perfezionano a poco a poco e si illuminano. Allora, quando questi prevalgono per numero, prendono il sopravvento e trascinano gli altri. Di tanto in tanto sorgono fra loro degli uomini di genio che danno lo slancio, poi degli uomini autorevoli, strumenti di Dio, che in pochi anni fanno avanzare l'umanità di molti secoli.

Il progresso dei popoli mette di nuovo in evidenza quanto sia giusta la reincarnazione. Gli uomini dabbene fanno sforzi encomiabili per far avanzare una nazione moralmente e intellettualmente. La nazione così trasformata sarà più felice in questo e nell'altro mondo, sia pure, ma nel corso della sua lenta marcia attraverso i secoli migliaia di individui muoiono ogni ora. Qual e la sorte di tutti quelli che soccombono durante questo passaggio? La loro relativa condizione di inferiorità li priva della felicita riservata agli ultimi arrivati? Oppure relativa e la loro felicità? La giustizia divina non potrebbe sancire una tale ingiustizia. Per la pluralità delle esistenze, il diritto alla felicita è uguale per tutti perché tutti ereditano il diritto al progresso. Potendo coloro che hanno vissuto al tempo della barbarie ritornare al tempo della civilizzazione presso il medesimo popolo o presso un altro, ne risulta che tutti fruiscono del cammino ascendente.

Ma il sistema dell'unicità delle esistenze presenta qui un'altra difficolta. Secondo questo sistema l'anima viene creata al momento della nascita. Dunque, se un uomo è più avanzato di un altro, è perché Dio ha creato per lui un'anima più avanzata. Perché questo privilegio? Che merito ha, lui che è vissuto non più di un altro, sovente meno di un altro, per essere dotato di un'anima superiore? Ma non consiste in ciò la difficolta maggiore. Una nazione passa, in mille anni, dalla barbarie alla civilizzazione. Se gli uomini vivessero mille anni, si comprenderebbe come in tale arco di tempo avessero la possibilità di progredire; ma tutti i giorni muoiono uomini di tutte le età, si avvicendano incessantemente in modo tale che ogni giorno se ne vedono apparire e scomparire. In capo a mille anni non c’è più traccia degli antichi abitanti. La nazione, da barbara che era, e diventata civilizzata. Chi e che ha progredito? Gli individui un tempo barbari? Ma essi sono morti da lungo tempo. I nuovi venuti? Ma, se la loro anima viene creata al momento della loro nascita, queste anime non esistevano al tempo della barbarie. Bisogna allora ammettere che gli sforzi che si fanno per civilizzare un popolo hanno il potere non di migliorare delle anime imperfette, ma di far sì che Dio crei delle anime più perfette.

Confrontiamo ora questa teoria del progresso con quella data dagli Spiriti. Le anime venute al tempo della civilizzazione hanno avuto la loro infanzia, come tutte le altre, ma esse hanno già vissuto e sono giunte perfezionate da un progresso precedente. Esse vengono attratte da un ambiente che è loro simpatico e adeguato al loro stato attuale. Cosicché le cure prestate alla civilizzazione di un popolo non hanno per effetto quello di creare per l'avvenire delle anime più perfette, ma di attirare quelle che sono già progredite, sia che abbiano già vissuto presso questo stesso popolo al tempo della sua barbarie, sia che vengano da altre parti. In ciò consiste ancora una volta la chiave del progresso di tutta l'umanità. Quando tutti i popoli si troveranno allo stesso livello riguardo al sentimento del bene, la Terra sarà solo il punto di incontro dei buoni Spiriti, che vivranno fra di loro in unione fraterna. I malvagi, invece, trovandovisi respinti e spiazzati, andranno a cercare nei mondi inferiori l'ambiente loro consono, finché non saranno degni di venire nel nostro mondo trasformato. La teoria popolare implica inoltre questa conseguenza, che l'impegno, cioè, per il miglioramento sociale è di vantaggio solo per le generazioni presenti e future. Non è di alcun vantaggio, invece, per le generazioni passate, che hanno avuto il torto di arrivare con troppo anticipo, e che diventano ciò che possono, gravate come sono dal loro carico di barbarie. Secondo la teoria degli Spiriti, invece, gli ulteriori progressi, continui e successivi, sono di vantaggio anche per le generazioni passate che si reincarnano in condizioni migliori e possono così perfezionarsi alla luce della civilizzazione. (Vedere n. 222.)


Civilizzazione.

790. La civilizzazione è un progresso oppure, come alcuni filosofi sostengono, una decadenza dell'umanità?

«È un progresso incompleto. L'uomo non passa immediatamente dall'infanzia all'età matura.»

790a. È ragionevole condannare la civilizzazione?

«Condannate piuttosto chine abusa e non l'opera di Dio.»

791. La civilizzazione si epurerà un giorno, così da far sparire i mali che avrà prodotto?

«Sì, quando la morale sarà sviluppata quanto l'intelligenza. Il frutto non può venire prima del fiore.»

792. Perché la civilizzazione non realizza immediatamente tutto il bene che potrebbe produrre?

«Perché gli uomini non sono ancora né pronti né predisposti a ricevere questo bene.»

792a. Non potrebbe ciò essere anche dovuto al fatto che la civilizzazione, nel creare nuovi bisogni, suscita passioni nuove?

«Sì, anche perché non tutte le facoltà dello Spirito progrediscono contemporaneamente. Ogni cosa vuole il suo tempo. Non potete attendervi dei frutti perfetti da una civilizzazione incompiuta.» (Vedere nn. 751 e 780.)

793. Da quali segni si può riconoscere una civilizzazione compiuta?

«La riconoscerete dallo sviluppo morale. Voi credete d'essere molto avanzati, perché avete fatto delle grandi scoperte e delle invenzioni meravigliose, perché siete meglio alloggiati e meglio vestiti dei selvaggi. Ma non avrete veramente il diritto di dirvi civilizzati finché non avrete bandito dalla vostra società i vizi che la disonorano e finché non vivrete tra di voi come fratelli, praticando reciprocamente la carità cristiana. Fino ad allora sarete solo dei popoli illuminati in quanto avrete percorso solo la prima fase della civilizzazione.»

La civilizzazione ha vari livelli come tutte le cose. Una civilizzazione incompiuta è uno stato di transizione che dà origine a mali particolari, sconosciuti allo stato primitivo. Ma non per questo si può negare che essa costituisca un progresso naturale e necessario, che porta in sé il rimedio al male che procura. Nella misura in cui la civilizzazione si perfeziona, essa elimina alcuni dei mali che ha generato, e questi mali spariranno del tutto con il progresso morale.

Fra due popoli arrivati al sommo della scala sociale, può ritenersi più civilizzato, nel vero senso della parola, solo quello che presenta meno egoismo, cupidigia e orgoglio, quello le cui abitudini sono più intellettuali e morali che materiali; quello la cui intelligenza può svilupparsi con la maggiore libertà; quello presso cui c’è più bontà, buona fede, benevolenza e generosità reciproca, quello i cui pregiudizi di casta e di nascita sono i meno radicati, perché questi pregiudizi sono incompatibili con il vero amore per il prossimo; quello le cui leggi non decretano alcun privilegio, e sono le medesime per l'ultimo uomo come per il primo; quello presso cui la giustizia si esercita con la minore parzialità, quello presso cui il più debole trova sempre sostegno contro il più forte; quello presso cui la vita dell'uomo, i suoi credo e le sue opinioni sono maggiormente rispettate; quello presso cui c’è il minor numero di infelici; quello, infine, presso cui tutti gli uomini di buona volontà sono sempre sicuri che non mancheranno mai del necessario.


Progresso della legislazione umana.

794. La società potrebbe essere retta dalle sole leggi naturali senza il concorso delle leggi umane?

«Sarebbe possibile se fossero ben comprese. E, se l'uomo avesse la volontà di praticarle, esse sarebbero sufficienti. Ma la società ha le sue esigenze e ha bisogno di leggi particolari.»

795. Qual è la causa dell'instabilità delle leggi umane?

«In tempi di barbarie sono stati i più forti a fare le leggi e le hanno fatte a loro vantaggio. Ed è stato necessario modificarle nella misura in cui gli uomini hanno compreso meglio la giustizia. Le leggi umane diventano più stabili nella misura in cui si avvicinano alla vera giustizia, ossia nella misura in cui sono fatte per tutti e si identificano con la legge naturale.»

La civilizzazione ha creato per l'uomo nuove necessita, e queste necessita sono relative alla posizione sociale ch'egli si è creata. Egli ha dovuto regolare i diritti e i doveri di questa posizione con le leggi umane. Ma, sotto l'influenza delle loro passioni, gli uomini hanno sovente creato dei diritti e dei doveri immaginari, che la legge naturale condanna e che i popoli cancellano dai loro codici man mano che progrediscono. La legge naturale e immutabile ed è la medesima per tutti. La legge umana e variabile e progressiva. Essa solamente ha potuto sancire, nell'infanzia delle società, il diritto del più forte.

796. La severità delle leggi penali non è forse una necessita nello stato attuale della società?

«Una società corrotta ha certamente necessita di leggi più severe. Purtroppo queste leggi si prefiggono di punire il male quando è ormai fatto piuttosto che disseccare la sorgente del male. Non c’è che l'educazione che possa riformare gli uomini. Allora essi non avranno più bisogno di leggi tanto rigorose.»

797. Come può l'uomo essere indotto a riformare le sue leggi?

«Ciò accade in modo naturale, attraverso la forza delle cose e l'influenza delle persone dabbene, che avviano l'uomo sulla strada del progresso. Molte leggi l'uomo ha già riformato e molte altre ne riformerà. Attendete!»

Influenza dello Spiritismo sul progresso.

798. Lo Spiritismo diventerà una credenza popolare o rimarrà retaggio di pochi?

«Certamente diventerà una credenza popolare e segnerà una nuova era nella storia dell'umanità, perché e nell'ordine naturale delle cose, e giunto e il tempo in cui deve occupare il suo posto fra le cognizioni umane. Ciononostante lo Spiritismo dovrà sostenere grandi lotte, ancor di più contro l'interesse che contro la convinzione, perché non bisogna nasconderselo: ci sono persone interessate a combatterlo, alcune per amor proprio, altre per ragioni completamente materiali. Ma coloro che lo avversano, trovandosi sempre più isolati, saranno obbligati a pensare come la maggioranza se non vorranno rendersi ridicoli.»

Le idee si trasformano solo col tempo e mai immediatamente. Esse si indeboliscono di generazione in generazione e finiscono con lo sparire a poco a poco insieme a coloro che le professano. Costoro vengono sostituiti da altri individui ispirati da nuovi principi, come avviene per le idee politiche. Guardate il paganesimo: certamente non c’è nessuno oggi che professi le idee religiose di allora. Ciononostante, molti secoli dopo l'avvento del Cristianesimo, quelle idee avevano lasciato delle tracce che solo il completo rinnovamento dei popoli ha potuto cancellare. Avverrà lo stesso dello Spiritismo. Esso fa molti progressi, ma ci sarà ancora, per due o tre generazioni, un fermento di incredulità che solo il tempo dissiperà. Tuttavia la marcia dello Spiritismo sarà più rapida di quella del Cristianesimo, perché e il Cristianesimo stesso che gli apre la strada ed è su di esso che lo Spiritismo si appoggia. Il Cristianesimo aveva dovuto distruggere, lo Spiritismo non ha che da edificare.

799. in quale modo lo Spiritismo può contribuire al progresso?

«Abbattendo il materialismo, che è una delle piaghe della società, lo Spiritismo fa comprendere agli uomini dove sta il loro vero interesse. Non essendo più la vita futura offuscata dal dubbio, l'uomo comprenderà meglio che può assicurare il suo avvenire per mezzo del presente. Distruggendo i pregiudizi di sette, caste e colori, lo Spiritismo insegna agli uomini la grande solidarietà che deve unirli come fratelli.»

800. Non c’è da temere che lo Spiritismo possa non trionfare a causa dell'indifferenza degli uomini e del loro attaccamento alle cose materiali?

«Vorrebbe dire conoscere ben poco gli uomini, se si pensasse che una qualsiasi causa potesse trasformarli come per incanto. Le idee si modificano a poco a poco secondo gli individui, e ci vogliono delle generazioni per cancellare completamente le tracce delle vecchie abitudini. La trasformazione non può dunque operarsi se non alla lunga, gradualmente e passo dopo passo. A ogni generazione una parte del velo si dissipa finché lo Spiritismo verrà a squarciarlo definitivamente. Ma se nel frattempo esso riuscisse a estirpare in un uomo anche un solo difetto, ciò sarebbe pur un passo che gli avrà fatto fare e, per ciò stesso, un grande bene, perché questo primo passo renderà gli altri passi più facili.»

801. Perché gli Spiriti non hanno insegnato in tutti i tempi quello che insegnano oggi?

«Voi non insegnate ai bambini ciò che insegnate agli adulti, e non date al neonato un alimento che non potrebbe digerire. Ogni cosa a suo tempo. Comunque, gli Spiriti hanno insegnato molte cose che gli uomini o non hanno capito o hanno snaturato, ma che ora possono comprendere. Col loro insegnamento, sia pure incompleto, hanno preparato il terreno a ricevere la semente che sta fruttificando oggi.»

802. Poiché lo Spiritismo deve segnare un progresso nell'umanità, perché gli Spiriti non accelerano questo progresso con delle manifestazioni così universali e potenti da convincere anche i più increduli?

«Voi vorreste dei miracoli! Ma Dio li spande a piene mani sul vostro cammino, eppure avete fra di voi uomini che ancora lo rinnegano! Lo stesso Cristo convinse forse i suoi contemporanei con i prodigi che ha compiuto? E oggi non vedete forse uomini rinnegare i fatti più evidenti che sono accaduti sotto i loro occhi? Non ci sono forse tra di voi quelli che dichiarano che non ci crederebbero neanche se li vedessero? No! Non è attraverso i miracoli che Dio vuole redimere gli uomini. Nella Sua bontà, Egli vuol loro lasciare il merito di convincersi per mezzo della ragione.»