Gli animali e l'uomo
592. Se confrontiamo l'uomo e gli
animali sotto il profilo dell'intelligenza, la linea di demarcazione
sembra difficile da stabilire perché certi animali hanno, sotto questo
aspetto, una notoria superiorità su certi uomini. Questa linea di
demarcazione può essere stabilita in modo preciso?
«Su questo
punto i vostri filosofi non sono quasi mai d'accordo. Alcuni vogliono
che l'uomo sia un animale e altri che l'animale sia un uomo: hanno tutti
torto. L'uomo è un essere a parte che a volte scende molto in basso o
che può elevarsi molto in alto. Fisicamente, l'uomo e come gli animali e
a volte assai meno dotato di molti di lo ro. La natura ha dato agli
animali tutto ciò che l'uomo è obbligato a trovare con l'intelligenza
per provvedere alle proprie necessità e alla sua conservazione. Il suo
corpo deperisce come quello degli animali, e vero, mail suo Spirito ha
un destino che solo lui può comprendere, perché solo lui e libero.
Poveri uomini, che vi abbassate aldi sotto del bruto! Non sapete
distinguervi? Riconoscete l'uomo dalla facoltà ch'egli ha di pensare a
Dio!»
593. Si può dire che gli animali agiscono solo per istinto?
«È ancora una congettura. È pur vero che l'istinto domina la maggior
parte degli animali, ma non vedete forse che molti agiscono con una
volontà determinata? Si tratta di intelligenza, ma di una intelligenza
limitata.»
Oltre a possedere l'istinto, non sarebbe possibile
negare che certi animali compiono degli atti congiunti, che denotano una
volontà di agire in un determinato senso e secondo le circostanze. C’è
dunque in loro una specie di intelligenza il cui esercizio e pero più
esclusivamente concentrato sui modi di soddisfare le loro necessita
fisiche e di provvedere alla loro conservazione. In loro, nessuna
creatività, nessun miglioramento. Qualunque sia il talento che noi
ammiriamo nei loro esercizi, notiamo che quello che facevano una volta,
lo fanno oggi, né meglio né peggio, secondo modi ed equilibri costanti e
invariabili. L'uccellino, isolato da quelli della sua specie,
costruisce il suo nido esattamente sul medesimo modello, senza avere
ricevuto alcun insegnamento. Se alcuni sono suscettibili di una certa
educazione, il loro sviluppo intellettuale, sempre contenuto in limiti
ristretti, è dovuto all'azione dell'uomo su una natura duttile, poiché
non esiste alcun progresso che sia ascrivibile a loro stessi. Ma anche
questo progresso e effimero e puramente individuale, perché l'animale,
se lasciato nuovamente a sé stesso, non tarda a rientrare nei limiti
assegnatigli dalla natura.
594. Gli animali hanno un linguaggio?
«Se intendete un linguaggio formato da parole e da sillabe, no. Ma se
intendete un modo per comunicare fra loro, sì. Essi si dicono più cose
di quanto voi crediate. Mail loro linguaggio, come d'altronde le loro
idee, è limitato alle loro necessita.»
594a. Ci sono degli animali che non hanno voce e pertanto sembrano non avere un linguaggio.
«Essi si comprendono con altri mezzi. Voialtri uomini avete forse solo
la parola per comunicare? E che dire allora dei muti? Gli animali,
avendo una vita di relazione, hanno dei mezzi per avvertirsi e per
esprimere le sensazioni che provano. Credete forse che i pesci non
s'intendano fra di loro? L'uomo non ha dunque affatto il privilegio
esclusivo del linguaggio. Però quello degli animali e istintivo e
limitato all'ambito delle loro necessita e delle loro idee, mentre
quello dell'uomo e perfettibile e si presta a tutte le concezioni della
sua intelligenza.»
In effetti i pesci che, come le rondini,
emigrano in massa e che obbediscono alla guida che li conduce, devono
avere dei mezzi per informarsi, per intendersi e per mettersi d'accordo.
Forse ciò avviene per via di una vista più acuta, che permette loro di
distinguere i segnali che si fanno. Forse anche l'acqua può essere un
veicolo che trasmette loro determinate vibrazioni. Comunque sia, è
incontestabile che abbiano un mezzo per intendersi, come tutti gli
animali privi di voce, e che fanno dei lavori in comune. Ci si deve
pertanto stupire, in base a ciò, che gli Spiriti possano comunicare fra
loro senza ricorrere alla parola articolata? (Vedere n. 282)
595. Gli animali posseggono ii libero arbitrio dei loro atti?
«Non sono, come si crede, delle semplici macchine. Tuttavia la loro
libertà di azione e limitata alle loro necessita né può essere
paragonata a quella dell'uomo. Essendo di molto inferiori a lui, non
hanno gli stessi doveri. La loro libertà è circoscritta agli atti della
vita materiale.»
596. Da dove viene l'attitudine di certi
animali a imitare ii linguaggio dell'uomo? E perché questa attitudine
si trova negli uccelli piuttosto che nella scimmia, per esempio, la cui
conformazione ha più analogie con quella umana?
«Una
particolare conformazione degli organi vocali è assecondata dall'istinto
di imitazione. Avviene così che la scimmia imiti i gesti e che certi
uccelli imitino la voce.»
597. Poiché gli animali hanno
un'intelligenza che da loro una certa libertà d'azione, esiste in loro
un principio indipendente dalla materia?
«Sì. E sopravvive al corpo.»
597a. Questo principio è un'anima simile a quella dell'uomo?
«È anch'essa un'anima, se si vuole; dipende dal senso che si dà a questa parola;
ma è inferiore a quella dell'uomo. C’è, fra l'anima degli animali e
quella dell'uomo, la stessa distanza che c’è fra l'anima dell'uomo e
Dio.»
598. L'anima degli animali conserva, dopo la morte, la sua individualità e la coscienza di sé stessa?
«La sua individualità, sì. Ma la coscienza del suo io, no. La vita intelligente resta allo stato latente.»
599. L'anima degli animali può scegliere di incarnarsi in un animale piuttosto che in un altro?
«No. Essa non ha il libero arbitrio.»
600. L'anima dell'animale, la quale sopravvive al colpo, dopo la morte si trova in uno stato errante come quella dell'uomo?
«Si tratta di una specie di erraticità poiché non è unita a un corpo, ma non è uno Spirito errante.
Lo Spirito errante è un essere che pensa e agisce di sua volontà.
L'anima degli animali non ha la medesima facoltà. È la coscienza di sé
stesso ciò che costituisce l'attributo principale dello Spirito. Lo
Spirito dell'animale viene classificato, subito dopo la morte, dagli
Spiriti cui questo compito compete, e quasi subito utilizzato senza che
abbia il tempo di mettersi in contatto con altre creature.»
601. Gli animali seguono una legge evolutiva come quella degli uomini?
«Sì, perché nei mondi superiori, dove gli uomini sono più avanzati,
anche gli animali lo sono avendo dei mezzi di comunicazione più
sviluppati. Ma sono sempre inferiori e sottomessi all'uomo. Essi sono
per lui dei servitori intelligenti.»
Non c’è niente di
straordinario in ciò. Prendiamo i nostri animali più intelligenti, il
cane, l'elefante, il cavallo che hanno una conformazione idonea ai
lavori manuali. Che cosa potrebbero fare senza la guida dell'uomo?
602. Gli animali progrediscono, come l'uomo, in virtù della loro volontà o per forza di cose?
«Per forza di cose, ed e per questo che per loro non c’è affatto espiazione.»
603. Nei mondi superiori gli animali conoscono Dio?
«No. L'uomo è un dio per loro, come un tempo gli Spiriti sono stati degli dei per gli uomini.»
604. Essendo gli animali, anche quelli più perfetti dei mondi
superiori, sempre inferiori all'uomo, ne deriverebbe che Dio avrebbe
creato degli esseri intellettivamente votati a una perenne inferiorità,
cosa che pare non accordarsi con la unità di vedute e di progresso che
si può osservare in tutte le Sue opere.
«Tutto si concatena
nella natura con dei legami che voi non potete ancora conoscere. Le cose
in apparenza più disparate hanno dei punti di contatto che l'uomo non
arriverà mai a comprendere allo stato attuale. Può intravederle con uno
sforzo della sua intelligenza. Ma sarà solo quando questa intelligenza
avrà raggiunto tutto il suo sviluppo e sarà affrancata dai pregiudizi
dell'orgoglio e dell'ignoranza che potrà vedere chiaramente nell'opera
di Dio. Fino ad allora le sue idee limitate gli fanno vedere le cose da
un punto di vista meschino e ristretto. Sappiate che Dio non può
contraddirsi e che tutto, nella natura, si armonizza con leggi generali
che non si allontanano mai dalla sublime saggezza del Creatore.»
604a. L'intelligenza è pertanto una proprietà comune, un punto di contatto fra l'anima degli animali e quella dell'uomo?
«Sì. Ma gli animali hanno solo l'intelligenza della vita fisica.
Nell'uomo l'intelligenza dà la possibilità della vita morale.»
605. Se si considerano tutti i punti di contatto esistenti fra
l'uomo e gli animali, non si potrebbe pensare che l'uomo possiede due
anime: l'anima animale e l'anima spiritista? E che, se non avesse
quest'ultima, potrebbe sì vivere, ma come il bruto? In altre parole,
l'animale è un essere simile all'uomo, ma senza l'anima spiritista? Ne
risulterebbe che i buoni e i cattivi istinti dell'uomo sarebbero
l'effetto della predominanza di una di queste due anime.
«No.
L'uomo non ha due anime, mail corpo ha i suoi istinti, che sono il
risultato della sensazione degli organi. In lui c’è solo una doppia
natura: la natura animale e la natura spirituale. Con il corpo partecipa
della natura degli animali e dei loro istinti, con l'anima partecipa
della natura degli Spiriti.»
605a. Così, oltre alle
proprie imperfezioni, di cui lo Spirito deve spogliarsi, l'uomo deve
anche lottare contro l'influenza della materia?
«Sì. Quanto più
egli e inferiore, tanto più i legami fra Spirito e materia sono
stretti. Non lo vedete? No, l'uomo non ha due anime; l'anima e sempre
unica in un solo corpo. L'anima dell'animale e quella dell'uomo sono
distinte l'una dall'altra, in modo tale che l'anima dell'uno non può
animare il corpo creato per l'altro. Ma se l'uomo non ha anima animale
che lo ponga, con le sue passioni, al livello degli animali, ha pero il
corpo che lo abbassa a volte fino a loro. Infatti il suo corpo e un
essere dotato di vitalità che ha degli istinti, inintelligenti e
limitati al solo interesse della conservazione.»
Lo Spirito,
incarnandosi nel corpo dell'uomo, gli conferisce il principio
intellettivo e morale che lo rende superiore agli animali. Le due nature
esistenti nell'uomo danno alle sue passioni due origini differenti:
passioni provenienti dagli istinti della natura animale, e passioni
provenienti dalle impurità dello Spirito di cui è l'incarnazione e che
simpatizza più o meno con la grossolanità degli appetiti animali. Lo
Spirito, purificandosi, si libera a poco a poco dell'influenza della
materia (è sotto questa influenza che si avvicina al bruto). Libero da
questa influenza, s'innalza verso la sua vera meta.
606.
Dove gli animali attingono il principio intelligente che costituisce la
specie particolare di anima della quale sono dotati?
«Nell'intelligenza universale.
606a. L'intelligenza dell'uomo e quella degli animali emanano dunque da un principio unico?
«Senza alcun dubbio. Ma nell'uomo esso ha ricevuto un'elaborazione che lo eleva al di sopra del principio che anima il bruto.»
607. È stato detto che l'anima dell'uomo, alla sua origine, e come
lo stato dell'infanzia nella vita corporea, che la sua intelligenza
sboccia a fatica e che si avventura nella vita. (Vedere n. 190) Dove lo
Spirito compie questa prima fase.?
«In una serie di esistenze che precedono il periodo che voi chiamate l'umanità.»
607a. L'anima sembrerebbe così essere stata il principio intelligente degli esseri inferiori della Creazione?
«Non abbiamo forse detto che tutto in natura si concatena e tende
all'unita? e in questi esseri — che voi siete lontani dal conoscere
nella loro totalità — che il principio intelligente si elabora, si
individualizza a poco a poco e si cimenta nella vita, come abbiamo già
detto. È in un certo senso un lavoro preparatorio, come quello della
germinazione, a seguito del quale il principio intelligente subisce una
trasformazione e diventa Spirito. È allora
che incomincia per lui il periodo dell'umanizzazione e con esso la
coscienza del futuro, la distinzione fra il bene e il male e la
responsabilità dei propri atti. Così come dopo il periodo dell'infanzia
viene quello dell'adolescenza, poi della giovinezza e infine dell'età
matura. Non c’è niente del resto, in questa origine, che possa umiliare
l'uomo. I grandi geni si sentono forse umiliati per essere stati informi
feti nel seno della loro madre? Se qualcosa deve umiliarlo e la sua
inferiorità davanti a Dio, e la sua impotenza a sondare la profondità
dei Suoi disegni e la saggezza delle leggi che regolano l'armonia
dell'universo. Riconoscete la grandezza di Dio in questa mirabile
armonia, che fa sì che tutto in natura sia correlato. Credere che Dio
abbia potuto fare qualcosa senza scopo e creato degli esseri
intelligenti senza futuro, sarebbe offendere la Sua bontà, che si
estende su tutte le Sue creature.»
607b. Questo periodo dell'umanizzazione comincia sulla nostra Terra?
«La Terra non è il punto di partenza della prima incarnazione umana.
Il periodo dell'umanizzazione incomincia generalmente nei mondi ancora
meno evoluti. Questa comunque non è una regola assoluta e potrebbe
accadere che un qualche Spirito, fin dall'inizio della sua
umanizzazione, sia adatto a vivere sulla Terra. Non è un caso frequente e
sarebbe piuttosto un'eccezione.»
608. Lo Spirito
dell'uomo, dopo la morte, ha coscienza delle esistenze che hanno
preceduto per lui il periodo dell'umanizzazione?
«No, perché è
solo da questo periodo che incomincia per lui la sua vita di Spirito. A
fatica ricorda le sue prime esistenze come uomo, esattamente come l'uomo
non ricorda più i primi tempi della sua infanzia e ancor meno il tempo
che ha passato nel grembo materno. È per questo che gli Spiriti vi
dicono che non sanno come hanno cominciato.» (Vedere n. 78)
609. Lo Spirito, una volta entrato nel periodo dell'umanizzazione,
conserva tracce di ciò che era precedentemente, ossia dello stato in cui
si trovava nel periodo che si potrebbe chiamare preumano?
«Dipende dalla distanza che separa i due periodi e dal progresso
compiuto. Durante alcune generazioni può esserci un riflesso più o meno
pronunciato dello stato primitivo, perché niente in natura avviene con
una brusca transizione. Ci sono sempre degli anelli che collegano le
estremità della catena degli esseri e degli avvenimenti. Ma queste
tracce si cancellano con lo sviluppo del libero arbitrio. I primi
progressi si compiono lentamente perché non sono ancora sostenuti dalla
volontà, ma seguono una progressione più rapida nella misura in cui lo
Spirito acquisisce una coscienza più completa di sé stesso.»
610. Gli Spiriti che hanno detto che l'uomo e un essere a parte nell'ordine della Creazione sono dunque caduti in errore?
«No. Ma la questione non era stata sviluppata e, d'altra parte, ci
sono cose che non possono venire chiarite se non a tempo debito. L'uomo è
effettivamente un essere a parte perché ha delle facoltà che lo
distinguono da tutti gli altri esseri e ha un altro destino. La specie
umana e quella che Dio ha scelto per l'incarnazione degli esseri che possono conoscer Lo.»