847. L'aberrazione delle facoltà priva l'uomo del libero arbitrio?
«Colui la cui intelligenza e turbata da una qualsiasi causa non è più
padrone del proprio pensiero e da quel momento non ha più libertà.
Questa aberrazione e sovente una punizione per lo Spirito che, in
un'altra esistenza, può essere stato frivolo e orgoglioso e aver fatto
un cattivo uso delle sue facoltà. Egli può rinascere nel corpo di un
menomato mentale, così come il despota nel corpo di uno schiavo, e il
ricco malvagio in quello di un mendicante. Ma lo Spirito soffre di
questa costrizione di cui ha perfetta coscienza. E d è questa l'azione
della materia.» (Vedere n. 371 e sgg.)