CONCLUSIONE
I
Chi in fatto di magnetismo terrestre conoscesse solo il gioco delle piccole anitre calamitate, che si fanno girare sull'acqua di una bacinella, difficilmente potrebbe comprendere che questo gioco racchiude il segreto del meccanismo dell'universo e del moto dei mondi. Lo stesso succede a chi dello Spiritismo conosce solo il movimento delle tavole. Non ci vede altro che un divertimento, un passatempo di società e non comprende come questo fenomeno così semplice e comune, conosciuto fin dall'antichità e anche dai popoli semi primitivi, possa collegarsi alle più gravi questioni dell'ordine sociale. Per l'osservatore superficiale, in effetti, quale rapporto può esserci tra una tavola che gira e la morale e il futuro dell'umanità? Ma chiunque rifletta si ricorda che dalla semplice pentola che bolle e il cui coperchio si solleva — pentola che anch'essa bolle da tempo immemorabile — è uscito il potente motore a vapore, con il quale l'uomo supera lo spazio e annulla le distanze. Ebbene! Voi, che non credete a niente al di fuori del mondo materiale, sappiate dunque che da quella tavola, che gira e provoca i vostri sorrisi di sufficienza, e uscita tutta una scienza così come la soluzione di quei problemi che nessuna filosofia era riuscita a risolvere. Mi appello a tutti gli avversari di buona fede e li scongiuro di dire se si sono mai dati la pena di studiare quello che criticano, perché, secondo la logica, la critica ha valore solo se chi la fa conosce ciò di cui parla. Beffarsi di una cosa che non si conosce, che non si è sondata con lo scalpello dell'osservatore coscienzioso, non è criticare, ma dar prova di leggerezza e fornire una modesta idea del proprio giudizio. Sicuramente se noi avessimo presentato questa filosofia come opera di un cervello umano, essa avrebbe incontrato una minore disistima e avrebbe avuto gli onori dell'esame di coloro che pretendono di dirigere le opinioni. Ma essa viene dagli Spiriti. Quale assurdità! È a fatica ch'essa merita uno dei loro sguardi. La si giudica dal titolo, così come la scimmia della favola giudicava la noce dal guscio. Prescindete, se non vi dispiace, dall'origine. Supponete che questo
libro sia opera dell'uomo e dite in coscienza se, dopo averlo letto
seriamente, ci trovate materia di scherno.
II
Lo Spiritismo è il più irriducibile antagonista del materialismo, non c’è dunque da stupirsi che abbia nei materialisti i suoi avversari. Però, poiché il materialismo è una dottrina che si osa appena confessare (e ciò prova che quelli che la professano non si sentono molto forti e che sono dominati dalla loro coscienza), essi si coprono del mantello della ragione e della scienza. E, cosa singolare, i più scettici parlano persino in nome della religione, che non conoscono e non comprendono più dello Spiritismo. Il loro bersaglio è soprattutto il
meraviglioso e il
soprannaturale, che essi non ammettono. Pertanto, secondo loro, essendo lo Spiritismo fondato sul meraviglioso, non può essere che una ridicola supposizione. Non riflettono che, facendo, senza riserve, il processo al meraviglioso e al soprannaturale, fanno il processo alla religione. Infatti la religione e fondata sulla rivelazione e sui miracoli. Ma che cos'e la rivelazione se non comunicazione extraumana? Tutti gli autori sacri, fin da Mosè, hanno parlato di questa sorta di comunicazione. E che cosa sono i miracoli se non dei fatti meravigliosi e soprannaturali per eccellenza, dal momento che sono, in senso liturgico, delle deroghe alle leggi della natura? Pertanto, rigettando il meraviglioso e il soprannaturale, essi rigettano le basi stesse della religione. Ma non è da questo punto di vista che dobbiamo affrontare la cosa. Non spetta allo Spiritismo esaminare se ci sono o non ci sono dei miracoli, ossia se Dio ha potuto, in certi casi, derogare alle leggi eterne che reggono l'universo. Lo Spiritismo lascia, a questo riguardo, tutta la libertà di crederci. Dice, e lo prova, che i fenomeni su cui esso si fonda hanno di soprannaturale solo l'apparenza. Questi fenomeni sono tali agli occhi di certuni, solo perché sono insoliti e al di fuori dei fatti conosciuti, ma non sono più soprannaturali di tutti quei fenomeni di cui la scienza da oggi la spiegazione e che in altre epoche sembravano meraviglie. Tutti i fenomeni spiritisti,
senza eccezione, sono la conseguenza di leggi generali. Essi ci rivelano una delle potenze della natura, una potenza sconosciuta o, per meglio dire, non compresa finora, ma che l'osservazione dimostra essere nell'ordine delle cose. Lo Spiritismo si basa dunque sul meraviglioso e sul soprannaturale meno della religione stessa. Coloro che lo attaccano sotto questo aspetto, è perché non lo conoscono. E si trattasse anche degli uomini più sapienti, noi diremmo loro: "Se la vostra scienza, che vi ha insegnato tante cose, non vi ha insegnato che il regno della natura è infinito, voi non siete sapienti che a metà."
III
Voi volete, dite voi, guarire il vostro secolo da una mania che minaccia di invadere il mondo. Preferireste forse che il mondo fosse invaso dall'incredulità che cercate di diffondere? Non è forse alla mancanza di ogni credo che si deve attribuire l'indebolimento dei legami familiari e la maggior parte dei disordini che minano la società? Dimostrando l'esistenza e l'immortalità dell'anima, lo Spiritismo ravviva la fede nel futuro, solleva gli animi depressi, fa sopportare con rassegnazione le vicissitudini della vita. Osereste chiamare questo un male? Due dottrine sono a confronto: l'una che nega il futuro, l'altra che lo proclama e lo dimostra, l'una che non spiega niente, l'altra che spiega tutto e, proprio per questo, si rivolge alla ragione, l'una sancisce l'egoismo, l'altra offre un fondamento alla giustizia, alla carità e all'amore dei suoi simili; la prima mostra solo il presente e annulla tutte le speranze, la seconda consola e mostra il vasto campo dell'avvenire. Qual è la più dannosa?
Certuni, e fra i più scettici, si fanno apostoli della fratellanza e del progresso. Ma la fratellanza presuppone il disinteresse, l'abnegazione della personalità. Con la vera fratellanza, l'orgoglio e un'anomalia. Con quale diritto volete imporre un sacrificio a colui al quale dite che quando è morto tutto è finito per lui, e che domani forse non sarà altro che un vecchio arnese scassato e gettato tra i rifiuti? Quale ragione avrebbe d'imporsi una qualsiasi privazione? Non è più naturale che, nei brevi istanti che gli concedete, cerchi di vivere il meglio possibile? Da qui il desiderio di possedere molto per godere di più. Da questo desiderio nasce la gelosia verso coloro che possiedono più di lui. E da questa gelosia al desiderio d'impossessarsi di ciò che essi hanno, non c’è che un passo. Che cosa lo trattiene? La legge? Ma la legge non contempla tutti i casi. Mi direte che è la coscienza il sentimento del dovere? Ma su che cosa basate il sentimento del dovere? Questo sentimento ha ragion d'essere con la credenza secondo la quale tutto finisce con la vita? Con questo credo una sola massima è logica: ognuno per sé. Le idee di fratellanza, di coscienza, di dovere, di umanità e dello stesso progresso non sono che vane parole. Oh voi, che proclamate simili dottrine, non sapete il male che fate alla società né di quanti crimini vi assumete la responsabilità! Ma perché parlo di responsabilità? Per lo scettico, assolutamente non esiste. Egli rende omaggio solo alla materia.
IV
Il progresso dell'umanità trova il suo principio nell'applicazione della legge di giustizia, amore e carità. Questa legge è fondata sulla certezza del futuro: togliete questa certezza e le toglierete il suo principio essenziale. Da questa legge derivano tutte le altre, perché essa racchiude tutte le condizioni della felicita dell'uomo. Essa sola può guarire le piaghe della società, e l'uomo può valutare, confrontando le epoche e
i popoli, quanto la sua condizione migliori nella misura in cui questa legge sia meglio compresa e praticata. Se un'applicazione parziale e incompleta produce un bene reale, chissà che accadrà quando l'uomo ne farà la base di tutte le sue istituzioni sociali! È ciò possibile? Sì, perché chi ha fatto dieci passi, può farne venti, e così di seguito. Si può dunque valutare l'avvenire dal passato. Noi già vediamo gli antagonismi fra popolo e popolo affievolirsi. Le barriere che li separano cadono di fronte all'avanzare della civilizzazione, si danno la mano da un capo all'altro del mondo, uno dei più grandi principi di giustizia presiede le leggi internazionali, le guerre diventano sempre più rare e non escludono i sentimenti di umanità. L'uguaglianza si stabilisce nelle relazioni sociali, le differenze di razza e di casta si cancellano, e gli uomini di fede differente fanno tacere i pregiudizi di parte per fondersi nel culto di un solo Dio. Noi parliamo di popoli che camminano alla testa della civilizzazione. (Vedere nn. 789-793) Sotto tutti questi aspetti si è ancora molto lontani dalla perfezione e ci sono ancora moltissime antiche rovine da abbattere prima che siano sparite le ultime vestigia della barbarie. Ma queste rovine potranno resistere a lungo di fronte alla potenza irresistibile del progresso, contro questa forza viva che è essa stessa una legge della natura? Se la generazione presente è più avanzata della generazione passata, perché quella che ci succederà non dovrebbe esserlo più della nostra? Lo sarà per forza di cose: in primo luogo perché con le generazioni si estingue ogni giorno qualche campione dei vecchi abusi, e così la società si va formando, a poco a poco, di elementi nuovi che si sono spogliati dei vecchi pregiudizi. In secondo luogo, perché l'uomo, volendo il progresso, studia gli ostacoli e s'impegna a superarli. Poiché il movimento progressista è incontestabile, il progresso a venire non dovrebbe essere dubbio. L'uomo vuole essere felice, e nella sua natura. Pertanto cerca il progresso solo per aumentare la sua felicità; senza ciò, il progresso sarebbe senza scopo. In che cosa consisterebbe il progresso per l'uomo, se esso non dovesse migliorare la sua condizione? Ma quando egli avrà conseguito il massimo delle soddisfazioni che il progresso intellettuale può dare, si accorgerà che non possiede la felicita completa. Riconoscerà allora che questa felicita è impossibile senza la sicurezza delle relazioni sociali, e questa sicurezza può trovarla solo nel progresso morale. Pertanto, per forza di cose, orienterà egli stesso il progresso in questo senso, e lo Spiritismo gli offrirà la leva più potente per raggiungere questo scopo.
V
Chi dice che le credenze spiritiste minacciano di invadere il mondo ne proclama con ciò stesso la potenza, perché un'idea senza fondamento e destituita di logica non potrebbe diventare universale. Se dunque lo Spiritismo s'instaura ovunque, se fa adepti soprattutto fra le classi illuminate — così come tutti riconoscono — vuol dire che un fondo di verità c’è. Contro questa tendenza tutti gli sforzi dei suoi detrattori saranno vani, prova ne è che lo stesso ridicolo, con cui hanno cercato di coprirlo, lungi dall'arrestarne lo slancio, sembra avergli dato nuova vita. Questo risultato giustifica pienamente ciò che gli Spiriti ci hanno detto infinite volte: "Non datevi pena per l'opposizione. Tutto ciò che si farà contro di voi ritornerà a vostro vantaggio, e
i vostri più accaniti avversari serviranno la vostra causa senza volerlo. Contro la volontà di Dio, la cattiva volontà degli uomini non potrà prevalere".
Per mezzo dello Spiritismo l'amanita deve entrare in una fase nuova, quella del progresso morale che ne e la immancabile conseguenza. Cessate dunque di stupirvi della rapidità con la quale le idee spiritiste si propagano. La causa è nella soddisfazione che esse procurano a tutti quelli che le approfondiscono e che ci vedono ben altro che un futile passatempo. Perciò, siccome si vuole innanzitutto la propria felicita, non sorprende affatto che l'uomo si appigli a un'idea che rende felici.
Lo sviluppo di queste idee presenta tre momenti distinti: il primo e quello della curiosità, determinata dalla originalità dei fenomeni che si sono prodotti. Il secondo e quello del ragionamento e della filosofia. Il terzo è quello della sua applicazione e delle sue conseguenze. Il periodo della curiosità è passato; la curiosità non ha che un tempo: una volta che sia stata soddisfatta, se ne abbandona lo scopo per passare ad altro. Non è la stessa cosa per chi si rivolge alla seria meditazione e alla ragione. Il secondo periodo e cominciato. Il terzo seguirà inevitabilmente. Lo Spiritismo è progredito soprattutto da quando e meglio compreso nella sua essenza intima, da quando se ne constata la portata, perché esso tocca la corda più sensibile dell'uomo: quella della felicita anche in questo mondo. Qui sta la ragione del suo propagarsi, il segreto della forza che lo farà trionfare. Ora, esso rende felici quelli che lo comprendono, in attesa che la sua influenza si estenda alle masse. Chi non è stato testimone di alcun fenomeno materiale di manifestazioni, dice a sé stesso: al di fuori di questi fenomeni c’è una nuova filosofia, e questa filosofia mi spiega ciò che NESSUN'altra filosofia mi aveva spiegato. Io vi trovo, con il solo ragionamento, una dimostrazione
razionale dei problemi che interessano al più alto livello il mio futuro, essa mi procura la tranquillità, la sicurezza, la fiducia perché mi libera dall'angoscia dell'incertezza. A fronte di ciò la questione dei fatti materiali è una questione secondaria. Voi tutti che attaccate lo Spiritismo volete un mezzo per combatterlo con successo? Eccolo. Sostituitelo con qualcosa di meglio. Trovate una soluzione più filosofica a tutte le questioni che esso risolve. Date all'uomo un'ALTRA CERTEZZA, che lo renda più felice. Cercate di comprendere bene la portata della parola
certezza, perché l'uomo non accetta come
certo se non ciò che gli pare
logico. Non accontentatevi di dire: "Ciò non è vero". È troppo facile. Provate, non con una negazione, ma con dei fatti, che ciò che non è vero non lo è, non lo è mai stato ne PUÒ esserlo. Se non è vero, dite soprattutto che cosa ci sarebbe al suo posto. Provate, infine, che le conseguenze dello Spiritismo non sono tali da rendere l'uomo migliore, e pertanto più felice, con la pratica della più pura morale evangelica, morale che si loda molto, ma che si pratica così poco. Quando avrete fatto ciò, solo allora avrete il diritto di combattere lo Spiritismo. Esso e forte perché si fonda sulle basi stesse della religione: Dio, l'anima, le pene e le ricompense future; perché soprattutto ci mostra queste pene e queste ricompense come conseguenze naturali della vita terrena, e che niente, nel quadro che esso offre dell'avvenire, può essere rifiutato dalla più esigente delle ragioni. Voi, la cui dottrina consiste tutta nella negazione dell'avvenire, quale compensazione offrite per le sofferenze patite sulla Terra? Voi vi appoggiate sullo scetticismo, lo Spiritismo si appoggia sulla fiducia in Dio. Mentre esso invita gli uomini alla felicita, alla vera fraternita, voi offrite loro il NULLA come prospettiva e l'EGOISMO come consolazione. Lo Spiritismo spiega tutto, voi non spiegate niente. Lo Spiritismo dimostra con i fatti e voi non dimostrate niente. Come volete che si possa esitare fra le due dottrine?
VI
Sarebbe farsi un'idea ben falsa dello Spiritismo il credere ch'esso tragga la sua forza dalla pratica delle manifestazioni materiali, e che quindi, intralciando queste manifestazioni, si possa minarne la base. La sua forza sta nella sua filosofia, nell'appello che esso fa alla ragione e al buon senso. Nell'antichità era oggetto di studi misteriosi, accuratamente tenuti nascosti al volgo, oggi esso non ha segreti per nessuno: parla un linguaggio chiaro, senza ambiguità. Nello Spiritismo niente di mistico, nessuna allegoria suscettibile di errate interpretazioni: esso vuole essere compreso da tutti, perché venuto è il tempo di far conoscere la verità agli uomini. Lungi dall'opporsi alla diffusione della luce, la vuole per tutti. Non reclama un credo cieco, ma vuole che si sappia perché si crede. Fondandosi sulla ragione, lo Spiritismo sarà sempre più forte di quei credo che si fondano sul nulla. Gli ostacoli che si tentasse di opporre alla libertà delle manifestazioni potranno soffocarlo? No, perché essi sortirebbero l'effetto di tutte le persecuzioni, quello cioè di stimolare la curiosità e il desiderio di conoscere ciò che sarebbe proibito. D'altra parte, se le manifestazioni spiritiste fossero il privilegio di un solo uomo, nessuno dubita che, emarginando questo uomo, si metterebbe fine alle manifestazioni. Sfortunatamente per gli avversari, le manifestazioni sono a disposizione di tutti, ne fruiscono tutti, dal più piccolo al più grande, avvengono dappertutto dal palazzo alla soffitta. Si può impedirne l'esercizio pubblico, ma si sa perfettamente che non è in pubblico, ma è nell'intimità che esse producono il meglio. Pertanto, potendo ognuno essere medium, chi può impedire a una famiglia nel suo privato, a un individuo nel silenzio della sua camera, al prigioniero nella sua cella, di avere delle comunicazioni con gli Spiriti, all'insaputa e persino in presenza dei carcerieri? Se le proibissero in un paese, le impedirebbero anche negli altri paesi vicini? In tutto il mondo, dal momento che non esiste un luogo, nei due emisferi, in cui non ci siano dei medium? Per mettere in carcere tutti i medium, bisognerebbe mettere in carcere la metà del genere umano. Si arrivi pure, cosa che non sarebbe per niente più facile, al punto di bruciare tutti i libri sullo Spiritismo, tanto il giorno dopo verrebbero ristampati, perché la fonte e inattaccabile e non si possono mettere in carcere né bruciare gli Spiriti che ne sono i veri autori.
Lo Spiritismo non è l'opera di un uomo, nessuno può dirsene l'inventore, perché lo Spiritismo e antico come la creazione. Esso si trova ovunque, in tutte le religioni, e nella religione cattolica più ancora, e con maggiore autorevolezza che in tutte le altre, perché vi si trova il principio di tutto: gli Spiriti di tutti i livelli, i loro rapporti occulti e palesi con gli uomini, gli angeli custodi, la reincarnazione, l'emancipazione dell'anima durante la vita, la seconda vista, le visioni, le manifestazioni di tutti i generi, le apparizioni e persino le apparizioni tangibili. Riguardo ai demoni, essi altro non sono che gli Spiriti cattivi e, salvo la credenza secondo cui i primi sono dannati al male in perpetuo, agli altri non è negata la via del progresso. Fra i due c’è solo la differenza del nome.
Che cosa fa la scienza spiritista moderna? Essa riunisce in un corpo ciò che era sparso. Spiega in termini propri ciò che non lo era che in forma allegorica. Elimina ciò che la superstizione e l'ignoranza hanno generato per lasciare solo la realtà e il positivo. Ecco il suo ruolo. Ma quello di fondatrice non le appartiene: mostra ciò che è e coordina, ma non crea niente perché le sue basi sono di tutti i tempi e di tutti i luoghi. Chi dunque oserebbe credersi tanto forte da soffocarla con il sarcasmo e persino con la persecuzione? Se la si sopprimerà da una parte, rinascere in altri luoghi, nello stesso terreno da cui sarà stata bandita, perché essa si trova nella natura, e all'uomo non e dato annientare una forza della natura né mettere il suo
veto sui decreti di Dio.
Quale interesse si avrebbe del resto a impedire il propagarsi delle idee spiritiste? È vero che queste idee si ergono contro gli abusi che nascono dall'orgoglio e dall'egoismo, ma questi abusi, di cui alcuni approfittano, nuocciono alle masse. Avrà dunque la massa dalla sua parte lo Spiritismo e avrà come seri avversari solo quelli che hanno interesse a mantenere tali abusi. Invece, con la loro influenza, queste idee, rendendo gli uomini migliori gli uni verso gli altri, meno avidi di interessi materiali e più rassegnati ai decreti della Provvidenza, sono una garanzia di ordine e tranquillità.
Lo Spiritismo si presenta sotto tre aspetti differenti: il fenomeno delle manifestazioni, i principi filosofici e morali che ne derivano e l'applicazione di questi principi. Da ciò tre classi o, piuttosto, tre livelli fra gli adepti: 1°) quelli che credono alle manifestazioni e si limitano a constatarle: per loro e una scienza di sperimentazione, 2°) quelli che ne comprendono le conseguenze morali; 3°) quelli che praticano, o si sforzano di praticare, questa morale. Qualunque sia il punto di vista, scientifico o morale, da cui si considerino questi singolari fenomeni, chiunque comprende che è tutto un nuovo ordine di idee che sorge, le cui conseguenze non possono essere se non una profonda modificazione nello stato dell'umanità, e chiunque comprende anche che questa modificazione non può aver luogo che nel senso del bene.
Quanto agli avversari, anch'essi possono essere classificati secondo tre categorie: 1°) Quelli che negano sistematicamente tutto ciò che è nuovo o che non viene da loro, e ne parlano senza cognizione di causa. A questa classe appartengono tutti quelli che non ammettono niente al di fuori della prova dei sensi. Essi non hanno visto nulla ne vogliono vedere nulla e ancor meno approfondire. Sarebbero persino infastiditi se vedessero troppo chiaramente, nel timore di essere costretti a convenire che non hanno ragione. Per loro lo Spiritismo e una chimera, una follia, un'utopia. Non esiste: è detto tutto. Sono gli increduli per partito preso. Accanto a costoro si possono mettere quelli che si sono degnati di gettarvi uno sguardo per tacitare la loro coscienza, al fine di poter dire: "Ho voluto vedere e non ho visto nulla". Non comprendono costoro che occorre qualcosa di più di una mezz'ora per rendersi conto di tutta una scienza! 2°) Quelli che, pur sapendo molto bene come regolarsi circa la realtà dei fatti, nondimeno li combattono per dei motivi di interesse personale. Per costoro, lo Spiritismo esiste, ma ne temono le conseguenze e lo attaccano come un nemico. 3°) Coloro che trovano nella morale spiritista una censura troppo severa delle loro azioni e delle loro inclinazioni. Lo Spiritismo preso sul serio li turberebbe, per cui, non lo rinnegano né lo approvano: preferiscono chiudere gli occhi. I primi sono mossi dall'orgoglio e dalla presunzione, i secondi dall'ambizione, i terzi dall'egoismo. Se ne deduce che queste cause di dissenso, non fondandosi su nulla di consistente, dovranno sparire col tempo. E invano cercheremmo una quarta classe di antagonisti, quella che dovrebbe basarsi su prove contrarie evidenti e attestare uno studio coscienzioso e assiduo della questione. Tutti oppongono solo la negazione, ma nessuno apporta una dimostrazione seria e inconfutabile.
Sarebbe pretendere troppo dalla natura umana il credere che essa possa trasformarsi immediatamente attraverso le idee spiritiste. La loro azione di sicuro non è né la stessa né dello stesso livello presso tutti quelli che le professano. Ma, in ogni caso, il risultato, per debole che sia, sarebbe sempre un miglioramento, non foss'altro per il fatto di dare la prova dell'esistenza di un mondo extracorporeo, cosa che implica la negazione delle dottrine materialistiche. Anche ciò e la conseguenza dell'osservazione dei fatti. Ma presso coloro che comprendono lo Spiritismo filosofico, e che vedono in esso ben altro al di là di fenomeni più o meno curiosi, ci sono altri effetti. Il primo, e il più generale, e quello di sviluppare il sentimento religioso anche in chi, senza essere materialista, è solo indifferente riguardo alle cose spirituali. Si verifica in lui l'accettazione della morte. Non diciamo il desiderio della morte, lungi da ciò, perché lo spiritista difenderà la sua vita come tutti, ma parliamo di quel distacco che fa accettare, senza lamenti e senza rimpianti, una inevitabile morte come cosa più lieta che temibile, nella certezza della condizione che verrà dopo. Il secondo effetto, anch'esso quasi generale come il primo, e la rassegnazione circa le vicissitudini della vita. Lo Spiritismo fa vedere le cose così dall'alto che, perdendo la vita terrena i tre quarti della sua importanza, non ci si affligge più di tanto per le tribolazioni che l'accompagnano: da ciò, più coraggio nelle afflizioni, più moderazione nei desideri. Da ciò anche l'allontanamento del pensiero di porre fine ai propri giorni, perché la scienza spiritista insegna che con il suicidio si perde sempre ciò che si sarebbe voluto guadagnare. La certezza di un futuro, che dipende da noi rendere felice, e la possibilità di stabilire dei rapporti con gli esseri che ci sono cari offrono allo spiritista una consolazione suprema. Il suo orizzonte si spinge fino all'infinito attraverso lo spettacolo incessante della vita d'oltretomba, di cui può sondare i profondi misteri. Il terzo effetto e quello di esortare all'indulgenza per i difetti degli altri. Ma — si deve ammetterlo — il principio egoistico e tutto ciò che ne deriva sono quanto di più tenace ci sia nell'uomo e, di conseguenza, i più difficili da sradicare. L'uomo fa volentieri dei sacrifici, purché non costino niente e, soprattutto, purché non lo privino di niente. Il denaro ha ancora, per i più, un'attrattiva irresistibile, e ben pochi comprendono la parola superfluo quando si tratta della loro persona. Anche l'abnegazione della personalità e un segno di progresso fra i più eccellenti.