9. Questa dottrina suscita varie obiezioni.
1°. Se Satana e i demoni erano degli angeli, ciò significa che erano
perfetti. Come, essendo perfetti, hanno potuto fallire e disconoscere a
tal punto l'autorità di Dio, alla cui presenza essi si trovavano? Si
potrebbe ancora comprendere che, se fossero arrivati a questo eccelso
grado soltanto gradualmente e dopo essere passati attraverso la trafila
dell'imperfezione, avrebbero potuto avere un'incresciosa ricaduta; ma
ciò che rende la cosa più incomprensibile è che ci siano stati
presentati come esseri che erano stati creati perfetti.
La
conseguenza di tale teoria è questa: Dio aveva voluto creare in loro
degli esseri perfetti, poiché li aveva colmati di tutti i doni. E si è
sbagliato. Dunque, secondo la Chiesa, Dio non è infallibile. [2]
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[2] Questa mostruosa dottrina è affermata da Noè quando dice (Genesi 6:6-7): Al Signore si pentì d'aver
fatto l'uomo sulla Terra, e se ne addolorò in cuor suo. E il Signore
disse: "Io sterminerò dalla faccia della Terra l'uomo che ho creato:
dall'uomo al bestiame, ai rettili, agli uccelli dei cieli; perché mi pento di averli fatti"».
Un Dio che si pente di ciò che ha fatto non è né perfetto né
infallibile: dunque non è Dio. Queste sono, tuttavia, le parole che la
Chiesa proclama come verità sante. E neppure si comprende troppo che
cosa ci sia di comune tra gli animali e la perversità degli uomini, per
meritare gli animali il loro sterminio.
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2°. Poiché né la Chiesa né gli Annali delle Sacre Scritture spiegano
alcunché sulla causa della rivolta degli angeli contro Dio — sembra soltanto
certo ch'essa fosse da ricercarsi nel loro rifiuto di riconoscere la
missione futura del Cristo — quale valore può mai avere il quadro così
preciso e dettagliato della scena che ebbe luogo in tale circostanza? A
quale fonte si sono attinte parole così chiare, riportate come se
fossero state pronunciate, e fino ai semplici mormorii? Delle due cose,
l'una: o la scena è vera, o non lo è. Se è vera, non vi è alcuna
incertezza; e allora perché la Chiesa non tronca la questione? Se la
Chiesa e la Storia tacciono, se la causa sembra soltanto certa, allora non si tratta che di una supposizione, e la descrizione della scena è frutto dell'immaginazione. [3]
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[3] Si trova in Isaia, cap. XIV, v. 11 e ss.: "Il tuo fasto e il
suono dei tuoi salteri sono stati fatti scendere nel soggiorno dei
morti; sotto di te sta un letto di vermi, e i vermi sono la tua coperta.
Come mai sei caduto dal cielo, astro mattutino, figlio dell'aurora?
Come mai sei atterrato, tu che calpestavi le nazioni? Tu dicevi in cuor tuo:
'Io salirò in cielo, innalzerò il mio trono al di sopra delle stelle di
Dio, mi siederò sul monte dell'assemblea, nella parte estrema del
settentrione; salirò sulle sommità delle nubi, sarò simile
all'Altissimo'. Invece ti hanno fatto discendere nel soggiorno dei
morti, nelle profondità della fossa! Coloro che ti vedono fissano in te
lo sguardo, ti esaminano attentamente e dicono: 'È questo l'uomo che
faceva tremare la Terra, che agitava i regni, che riconduceva il mondo
in un deserto, ne distruggeva le città e non rimandava mai liberi a casa
i suoi prigionieri?'"
Queste parole del profeta non si
riferiscono alla rivolta degli angeli, ma sono un'allusione all'orgoglio
e alla caduta del re di Babilonia, il quale teneva gli Ebrei in
cattività, come attestano gli ultimi versetti. Il re di Babilonia è
designato, per allegoria, con il nome di Lucifero, ma non vi è fatta
alcuna menzione della scena sopra descritta. Le parole sono quelle che
il re diceva in cuor suo; egli si poneva,
per orgoglio, al di sopra di Dio, il cui popolo egli teneva prigioniero.
La profezia, circa la liberazione del popolo ebreo, la rovina di
Babilonia e la sconfitta degli Assiri è, d'altra parte, l'esclusivo
argomento di questo capitolo.
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3°. Le parole attribuite a Lucifero rivelano una ignoranza
stupefacente in un arcangelo che, per sua natura e grado raggiunto, non
deve essere partecipe — riguardo all'organizzazione dell'Universo —
degli errori e dei pregiudizi, che gli uomini hanno commesso, finché non
siano stati dalla Scienza chiariti. Come, allora, poteva dire che
avrebbe fissato la sua dimora al di sopra degli astri, dominando le nubi
più alte?
Si tratta sempre dell'antica credenza che immagina
la Terra come centro dell'Universo, il cielo come se fosse formato da
nubi, estendendosi fino alle stelle, e che immagina limitata la regione
di queste, che l'Astronomia invece ci mostra disseminata all'infinito
nell'infinito Spazio! Sapendo, come oggi si sa, che le nubi non si
innalzano per più di due leghe dalla superficie terracquea, e dicendo
che le avrebbe dominate da più in alto, riferendosi alle montagne,
sarebbe stato necessario che l'osservazione partisse dalla Terra, e che
questa fosse, di fatto, la dimora degli angeli. Dato, però, che questa
si trova in una regione superiore, inutile sarebbe stato innalzarsi al
di sopra delle nubi. Imprestare, però, agli angeli un linguaggio intriso
di ignoranza significa confessare che gli uomini contemporanei sono più
eruditi degli angeli. La Chiesa ha sempre sbagliato strada, non tenendo
mai conto dei progressi della Scienza.