IL CIELO E L'INFERNO OVVERO LA GIUSTIZIA SECONDO LO SPIRITISMO

Allan Kardec

Sei in: IL CIELO E L'INFERNO OVVERO LA GIUSTIZIA SECONDO LO SPIRITISMO > PARTE PRIMA - DOTTRINA > Capitolo V - IL PURGATORIO > 4
4. Ogni esistenza è per l'anima l'occasione d'un passo avanti; dalla sua volontà dipende che questo passo sia il più lungo possibile, che superi parecchi gradini o che resti sempre allo stesso punto; in quest'ultimo caso essa avrebbe sofferto senza alcun vantaggio. E siccome, presto o tardi, bisogna sempre pagare il proprio debito, bisognerà ch'essa ricominci una nuova esistenza, in condizioni ancora più penose, perché a una macchia non cancellata, essa aggiunge un'altra macchia.

È, dunque, nelle incarnazioni successive che l'anima si libera a poco a poco delle sue imperfezioni, che, in una parola, si purifica finché sia abbastanza pura da meritare di lasciare i mondi dell'espiazione per mondi più felici, e per lasciare più tardi, anche questi, per gioire della felicità suprema.

Il purgatorio non è più, dunque, un'idea vaga e incerta; è una realtà che noi vediamo, che noi tocchiamo e che noi subiamo. Esso è nei mondi dell'espiazione, e la Terra è uno di questi mondi; gli uomini vi espiano il loro passato e il loro presente, a vantaggio del loro futuro. Ma, contrariamente all'idea che uno se ne fa, dipende da ciascun individuo abbreviare o prolungarvi il proprio soggiorno, a seconda del grado di avanzamento e di purificazione, al quale ciascuno è pervenuto attraverso il suo lavoro su sé stesso. Se ne esce, non perché il proprio tempo sia finito o per meriti altrui, ma in conseguenza del proprio stesso merito, secondo queste parole del Cristo: A ciascuno secondo le sue opere, parole che riassumono tutta la giustizia di Dio.

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