977a. La divulgazione di tutti gli atti riprovevoli e la presenza
perpetua di quelli che ne sono state le vittime sono un castigo per il
colpevole?
«Un castigo più grande di quanto si pensi, ma
solamente fin quando egli non abbia espiato queste colpe, sia come
Spirito, sia come uomo nelle nuove esistenze fisiche.»
Quando
noi stessi saremo nel mondo degli Spiriti, e tutto il nostro passato
sarà allo scoperto, saranno pure conosciuti il bene e il male che avremo
fatto. Inutilmente chi ha fatto il male cercherà di sottrarsi alla
vista delle sue vittime: la loro inevitabile presenza sarà per lui un
castigo e un rimorso incessante, fino a quando non avrà espiato le sue
colpe. L'uomo dabbene, invece, incontrerà ovunque solo sguardi
affettuosi e benevoli.
Per il malvagio, non esiste tormento più
grande sulla Terra della presenza delle sue vittime. È per questo che
le evita continuamente. Che sarà di lui quando, dissipatasi l'illusione
delle passioni, comprenderà il male che ha fatto, vedrà i suoi atti più
segreti svelati, la sua ipocrisia smascherata, e capirà che non potrà
sottrarsi alla loro vista? Mentre l'anima dell'uomo perverso è in preda
alla vergogna, all'afflizione e al rimorso, quella del giusto gioisce di
una serenità perfetta.