IL VANGELO SECONDO LO SPIRITISMO

Allan Kardec

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Non sono i sani che hanno bisogno del medico

11. Mentre Gesù era a tavola in casa di Matteo, molti pubblicani e "peccatori" vennero e si misero a tavola con Gesù e con i suoi discepoli. I farisei, veduto ciò, dicevano ai suoi discepoli: «Perché il vostro maestro mangia con i pubblicani e con i peccatori?» Ma Gesù, avendoli uditi, disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati». (Matteo 9:10-12)

12. Gesù si rivolgeva soprattutto ai poveri e ai derelitti, perché sono loro che hanno più bisogno di consolazione; ai ciechi docili e di buona fede, perché chiedono di vedere, e non agli orgogliosi che credono di possedere tutta la luce e di non aver bisogno di niente (vedere, nell'Introduzione, paragr. 3, voce Pubblicani e Gabellieri).

Queste parole, come tante altre, trovano la loro applicazione nello Spiritismo. Ci si stupisce a volte che la medianità venga accordata a persone indegne e, per questo, capaci di farne un cattivo uso. Sembra, si è soliti dire, che una facoltà così preziosa dovrebbe essere esclusivo attributo dei più meritevoli.

Diciamo, prima di tutto, che la medianità attiene a una disposizione organica di cui ogni uomo può essere dotato, così come è dotato della vista, dell'udito e della parola. Non c'è una sola di queste facoltà di cui l'uomo, in virtù del suo libero arbitrio, non possa abusare, e se Dio avesse concesso la parola, per esempio, solo a quelli incapaci di dire cose cattive, ci sarebbero più muti che parlanti. Dio ha dato all'uomo delle facoltà. Lo lascia libero di fruirne, ma punisce sempre quelli che di tali facoltà abusano.

Se il potere di comunicare con gli Spiriti fosse dato solo ai più degni, chi oserebbe pretenderlo? D'altra parte come stabilire il confine fra degno e indegno? La medianità viene data senza discriminazioni, affinché gli Spiriti possano portare la luce in tutte le categorie, in tutte le classi della società, presso i poveri e presso i ricchi, presso i saggi per fortificarli nel bene, presso i viziosi per correggerli. Questi ultimi non sono forse dei malati che hanno bisogno del medico? Perché Dio, che non vuole la morte del peccatore, dovrebbe privarlo del soccorso che può toglierlo dal fango? I buoni Spiriti vengono in aiuto del peccatore, e i loro consigli, ch'egli riceve direttamente, sono tali da impressionarlo più vivamente che se li ricevesse per vie traverse. Dio, nella Sua bontà, per risparmiargli la fatica di andare a cercare la luce lontano, gliela pone nelle mani. Non sarebbe egli ben più colpevole se non vi badasse? Potrà mai scusarsi adducendo una sua ignoranza, quando avrà scritto di suo pugno, visto con i suoi occhi, udito Con le sue orecchie e pronunciato con la sua bocca la sua condanna? Se non ne trae vantaggio, allora verrà punito con la perdita o la degenerazione della sua facoltà, di cui i cattivi Spiriti approfitteranno per ossessionarlo e ingannarlo, senza pregiudizio delle vere afflizioni con cui Dio colpisce i Suoi servitori indegni e i cuori induriti dall'orgoglio e dall'egoismo.

D'altra parte la medianità non implica necessariamente contatti abituali con gli Spiriti superiori. È semplicemente un'attitudine, che serve da strumento più o meno flessibile per gli Spiriti in generale. Il buon medium non è dunque colui che comunica facilmente, ma colui che è "simpatico" ai buoni Spiriti ed è assistito soltanto da loro. È solamente in questo senso che l'eccellenza delle qualità morali è di assoluta importanza nella medianità.