IL VANGELO SECONDO LO SPIRITISMO

Allan Kardec

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12. Quando considero la brevità della vita, sono dolorosamente colpito dall'incessante preoccupazione che ha come obiettivo la conquista del benessere materiale, mentre si dedica poco o nessun tempo al perfezionamento morale che deve contare per l'eternità. Si direbbe, a vedere l'attività che viene svolta, che essa si riferisca a una questione del più alto interesse per l'umanità, mentre si tratta solo di porre l'uomo nella condizione di soddisfare dei bisogni secondari e la vanità, o di consegnarlo a degli eccessi. Quante pene, preoccupazioni, tormenti egli si dà! Quante notti insonni per rimpinguare una fortuna più che sufficiente! Al massimo dell'assurdo, non è raro vedere certuni che, per un amore smodato per la ricchezza e per i godimenti che essa procura, si assoggettano a un lavoro penoso, si vantano di un'esistenza detta di sacrificio e di merito, come se lavorassero per gli altri e non per se stessi. Insensati! Credete dunque davvero che si terrà conto delle cure e degli sforzi, la cui leva sono stati l'egoismo, la cupidigia o l'orgoglio, mentre avete trascurato la cura del vostro avvenire, anche come dovere che la solidarietà fraterna impone a tutti quelli che fruiscono dei vantaggi della vita sociale? Voi avete avuto cura solo del vostro corpo. Il suo benessere, i suoi piaceri sono stati l'unico oggetto della vostra egoistica sollecitudine. Per il corpo, che muore, voi avete trascurato il vostro Spirito, che vivrà sempre. Questo padrone tenuto in tanta considerazione e tanto blandito è anche diventato il vostro tiranno e comanda il vostro Spirito, che si fa suo schiavo. Era forse questo lo scopo dell'esistenza che Dio vi ha donato?

(Uno Spirito protettore, Cracovia, 1861)