953. Quando una persona vede davanti a sé una morte inevitabile e
terribile, è colpevole se abbrevia di qualche istante le sue sofferenze
con una morte volontaria?
«Si è sempre colpevoli quando non si
attende il termine fissato da Dio. D'altra parte si e veramente certi
che questo termine sia arrivato malgrado le apparenze? Non si potrebbe
ricevere un aiuto insperato all'ultimo momento!»
953a.
Ben si comprende che in circostanze ordinarie il suicida sia
condannabile. Ma supponiamo il caso in cui la morte sia inevitabile e la
vita venga abbreviata solo di qualche istante.
«È sempre una mancanza di rassegnazione e di sottomissione alla volontà del Creatore.»
953b. Quali sono, in questo caso, le conseguenze di questa azione?
«Un'espiazione proporzionata alla gravita della colpa, secondo le circostanze, come sempre.»