Il Libro degli Spiriti

Allan Kardec

Torna al menu
CAPITOLO I
DEGLI SPIRITI

1. Origine e natura degli Spiriti. — 2. Mondo normale primitivo. — 3. Aspetto e ubiquità degli Spiriti.
— 4. Perispirito. — 5. Differenti ordini di Spiriti. — 6. Scala spiritista.
— 7. Progressione degli Spiriti. — 8. Angeli e demoni.


Origine e natura degli Spiriti.

76. Quale definizione si può dare degli Spiriti?

«Si può dire che gli Spiriti sono gli esseri intelligenti della creazione. Essi popolano l'universo al di fuori del mondo materiale.»

Nota — La parola Spirito viene impiegata qui per designare l'individualità degli esseri extracorporei, e non più l'elemento intelligente universale.

77. Gli Spiriti sono esseri distinti dalla Divinità? Oppure non sarebbero essi che delle emanazioni o parti della Divinità, e per questa ragione chiamati figli o creature di Dio?

«Mio Dio! Sono una Sua opera, esattamente come un uomo che fabbrichi una macchina. Questa macchina e opera di questo uomo, non lui stesso. Si sa che quando l'uomo fa una cosa bella e utile, la chiama la sua creatura. Ebbene, lo stesso è di Dio: noi siamo Sue creature, perché siamo Sua opera.»

78. Gli Spiriti hanno avuto un inizio o, come Dio, esistono dall'eternità?

«Se gli Spiriti non avessero affatto avuto un inizio, sarebbero uguali a Dio, mentre invece sono una Sua creazione e sottoposti alla Sua volontà. Dio esiste dall'eternità, questo è incontestabile. Ma per quanto riguarda il sapere quando e come ci ha creati, non sappiamo niente. Si può dire che noi non abbiamo un inizio, se si intende con ciò che Dio, essendo eterno, ci ha dovuto creare incessantemente. Ma quando e come ognuno di noi è stato creato, ripeto, nessuno lo sa. Qui sta il mistero.»

79. Poiché ci sono due elementi generali nell'universo, l'elemento intelligente e quello materiale, si può dire che gli Spiriti sono formati dall'elemento intelligente, come i corpi inerti sono formati dall'elemento materiale?

«È evidente. Gli Spiriti sono l'individualizzazione del principio intelligente, come i corpi sono l'individualizzazione del principio materiale. Sono l'epoca e il modo di questa formazione che ci sono sconosciuti.»

80. La creazione degli Spiriti è perpetua oppure ha avuto luogo solo all'inizio dei tempi?

«È perpetua, ossia Dio non ha mai cessato di creare.»

81. Gli Spiriti si formano spontaneamente oppure procedono gli uni dagli altri?

«Dio li crea, come tutte le altre creature, di Sua volontà. Ma, ancora una volta, la loro origine e un mistero.»

82. È esatto dire che gli Spiriti sono immateriali?

«Come può definirsi una cosa quando mancano i termini di comparazione e non si possiede un linguaggio sufficiente? Un cieco può forse dare la definizione della luce? Immateriale non è il termine proprio. Incorporeo sarebbe più esatto, poiché si deve ben comprendere che lo Spirito, essendo una creazione, deve pur essere qualcosa. È una materia quintessenziata — ma non ve n'e di analoga presso di voi — così eterea che sfugge del tutto alla capacita dei vostri sensi.»

Noi diciamo che gli Spiriti sono immateriali, perché la loro essenza differisce da tutto do che noi conosciamo sotto il nome di materia. Un popolo di ciechi non avrebbe affatto dei termini per esprimere la luce e i suoi effetti. Il cieco dalla nascita crede di avere tutte le percezioni attraverso l'udito, l'odorato, il gusto e il tatto; ma non comprende quelle idee che il senso di cui manca potrebbe dargli. Anche noi, riguardo all'essenza degli esseri sovrumani, siamo dei veri ciechi. Possiamo definirli solo con comparazioni sempre imperfette, o con uno sforzo dell'immaginazione.

83. Gli Spiriti hanno una fine? Si comprende che l'inizio dal quale derivano sia eterno, ma ciò che noi domandiamo è se la loro individualità abbia un termine e se, a un determinato momento più o meno lungo, l'elemento di cui essi sono formati non si disperda e non ritorni alla massa, come succede per i corpi materiali. È difficile comprendere che una cosa che ha avuto un inizio possa non finire.

«Parecchie sono le cose che voi non comprendete, perché la vostra intelligenza è limitata. Ma questa non è una ragione per rifiutarle. Il bambino non comprende tutto ciò che comprende suo padre, né l'ignorante tutto ciò che comprende il dotto. Noi vi diciamo che l'esistenza degli Spiriti non finisce affatto. È tutto ciò che possiamo dire per ora.»

Mondo normale primitivo.

84. Gli Spiriti costituiscono un mondo a parte, al di fuori di quello che vediamo?

«Sì. Essi costituiscono il mondo degli Spiriti o delle intelligenze incorporee.»

85. Quale dei due, mondo spirituale e mondo corporeo, è il principale nell'ordine delle cose?

«Il mondo spirituale. Esso e preesistente e sopravvive a tutto.»

86. Il mondo corporeo potrebbe cessare di esistere, o non essere mai esistito, senza per questo alterare l'essenza del mondo spirituale?

«Sì. I due mondi sono indipendenti, eppure la loro correlazione è incessante, perché agiscono di continuo l'uno sull'altro.»

87. Gli Spiriti occupano una determinata e circoscritta regione nello spazio?

«Gli Spiriti sono ovunque. Gli spazi, infiniti, sono da loro popolati all'infinito. Ce ne sono senza fine accanto a voi, e vi osservano e agiscono su di voi a vostra insaputa, poiché gli Spiriti sono una delle forze della natura e gli strumenti di cui Dio si serve per il compimento dei suoi disegni provvidenziali. Però non tutti vanno dappertutto, perché ci sono delle regioni interdette ai meno avanzati»

Aspetto e ubiquità degli Spiriti.

88. Gli Spiriti hanno un aspetto determinato, limitato e costante?

«Ai vostri occhi, no; ai nostri, sì. Lo Spirito è, se volete, una fiamma, un bagliore, o una scintilla eterea.»

88a. Questa fiamma, o scintilla, ha un qualche colore?

«Per voi varia dal cupo allo splendore del rubìno, a seconda che lo Spirito sia più o meno puro.»

Generalmente ì geni sono rappresentati con una fiamma o una stella sulla fronte. È un'allegoria che richiama la natura essenziale degli Spiriti. La sì mette sulla sommità del capo perché è lì che ha sede l'intelligenza.

89. Gli Spiriti impiegano del tempo per percorrere lo spazio?

«Sì, ma un tempo veloce come il pensiero.»

89a. Il pensiero non è forse l'anima stessa che si sposta?

«Quando il pensiero si trova da qualche parte, l'anima lo e pure, dal momento che è l'anima che pensa. Il pensiero è un suo attributo.»

90. Lo Spirito che si trasferisce da un luogo all'altro ha coscienza della distanza che percorre e degli spazi che attraversa? Oppure è immediatamente trasportato nel luogo dove vuole andare?

«L'una e l'altra cosa. Lo Spirito può benissimo, se lo vuole, rendersi conto della distanza che percorre, ma questa distanza può anche venire completamente cancellata. Ciò dipende dalla sua volontà e anche dalla sua natura più o meno purificata.»

91. La materia costituisce un ostacolo per gli Spiriti?

«No, essi penetrano dappertutto: l'aria, la terra, l'acqua e persino il fuoco sono loro accessibili.»

92. Gli Spiriti hanno il dono dell'ubiquità? In altre parole: lo Spirito stesso può dividersi, o trovarsi in diversi punti contemporaneamente?

«Non può esserci divisione di uno stesso Spirito; ma ogni Spirito è un centro che si irradia in diverse direzioni, ed e per questo che sembra trovarsi in vari luoghi nello stesso tempo. Si veda il sole. È uno solo e tuttavia si irradia tutt'intorno e dirige i suoi raggi molto lontano. Malgrado do non si divide.»

92a. Tutti gli Spiriti si irradiano con la stessa intensità?

«Ci mancherebbe! Ciò dipende dal loro grado di purezza.»

Ogni Spirito è una unita indivisibile, ma ognuno di essi può estendere il suo pensiero in varie parti senza peraltro dividersi. È solamente in questo senso che si deve intendere il dono dell'ubiquità attribuita agli Spiriti; come una luce che proietti lontano il suo chiarore e può così essere percepita da tutti i punti dell'orizzonte; o, ancora, come un individuo che, senza spostarsi e senza dividersi, può trasmettere ordini, segnali e movimento in diversi punti.

Perispirito.

93. Lo Spirito, propriamente detto, è scoperto oppure e, come alcuni pretendono, avvolto da una qualche sostanza?

«Lo Spirito è circondato da una sostanza vaporosa per voi, ma ancora molto grossolana per noi; abbastanza vaporosa, comunque, da permettergli di elevarsi nell'atmosfera e trasferirsi dove vuole.»

Come il seme di un frutto è circondato dal perisperma, così lo Spirito propriamente detto è rivestito di un involucro che, per analogia, si può chiamare perispirito.

94. Dove lo Spirito attinge il suo involucro semi materiale?

«Nel fluido universale di ogni globo. È per questo che non è il medesimo in tutti i mondi. Passando da un mondo all'altro lo Spirito cambia involucro, come voi cambiate abito.»

94a. Pertanto quando gli Spiriti, che abitano dei mondi superiori, vengono tra noi, si rivestono di un perispirito più grossolano?

«Si devono rivestire della vostra materia; l'abbiamo già detto.»

95. L'involucro semi materiale dello Spirito assume determinate forme e può essere percepibile?

«Sì. Ha una forma secondo il gradimento dello Spirito. Ed è così che vi appare qualche volta, sia nei sogni, sia in stato di veglia, e può assumere un aspetto visibile e persino tangibile.»

Differenti ordini di Spiriti.

96. Gli Spiriti sono uguali, o tra di loro esiste una qualche gerarchia?

«Ce ne sono di differenti ordini, secondo il grado di perfezione al quale sono pervenuti.»

97. Ce un numero determinato di ordini o di gradi di perfezione tra gli Spiriti?

«Il numero e illimitato perché non c’è tra questi ordini una linea di demarcazione tracciata come confine, cosicché si possono moltiplicare o ridurre le divisioni a volontà. Comunque, se si considerano i caratteri generali, le divisioni si possono ridurre a tre principali.

Al primo posto si possono mettere gli Spiriti che hanno raggiunto la perfezione: sono gli Spiriti puri. Quelli del secondo ordine sono arrivati a metà della scala: il desiderio del bene e la loro preoccupazione. Quelli dell'ultimo grado si trovano ancora alla base della scala: sono gli Spiriti imperfetti, caratterizzati dall'ignoranza, dal desiderio del male e da tutte le cattive passioni che ritardano il loro avanzamento.»

98. Gli Spiriti del secondo ordine hanno solo il desiderio del bene o hanno anche il potere di praticarlo?

«Essi hanno questo potere secondo il grado di perfezione raggiunto: alcuni hanno la scienza, altri la saggezza e la bontà, ma tutti hanno ancora delle prove da affrontare.»

99. Gli Spiriti del terzo ordine sono tutti essenzialmente cattivi?

«No, alcuni non fanno né del bene né del male, altri invece si compiacciono del male e provano piacere quando hanno l'occasione di farlo. E poi ci sono ancora degli Spiriti leggeri, o folletti, più arruffoni che cattivi, i quali indulgono più alla malizia che alla cattiveria e provano piacere nel mistificare e causare piccole contrarietà di cui si fanno beffe.»

Scala spiritista.

100. Osservazioni preliminari. — La classificazione degli Spiriti è basata sul grado del loro avanzamento, sulle qualità che hanno acquisito e sulle imperfezioni di cui ancora devono liberarsi. Questa classificazione, del resto, non ha niente di assoluto. Ogni categoria presenta un carattere netto solo nel suo complesso, ma da un grado all'altro il passaggio e insensibile, poiché sul confine la sfumatura va annullandosi come nei regni della natura, come nei colori dell'arcobaleno, oppure ancora come nei differenti periodi della vita dell'uomo. Si può così formare un numero più o meno grande di classi, a seconda del punto di vista dal quale si considera la questione. Succede qui come in tutti i sistemi di classificazioni scientifiche. Questi sistemi possono essere più o meno completi, più o meno razionali, più o meno accessibili all'intelligenza, ma comunque siano non cambiano in niente la sostanza della scienza. È possibile dunque che gli Spiriti interrogati su questo punto abbiano variato il numero delle categorie, senza per questo dar luogo a conseguenze. C’è chi si è armato di questa apparente contraddizione, senza riflettere che gli Spiriti non danno nessuna importanza a ciò che è puramente convenzionale. Per loro il pensiero e tutto e lasciano a noi la forma, la scelta dei termini, le classificazioni, in una parola, i sistemi.

Aggiungiamo ancora questa considerazione, che non si deve perdere mai di vista: fra gli Spiriti, esattamente come fra gli uomini, ce ne sono di molto ignoranti, e non si stara mai abbastanza in guardia dalla propensione a credere che tutti gli Spiriti debbano sapere tutto perché sono degli Spiriti. Qualsiasi classificazione esige metodo, analisi e conoscenza approfondita dell'argomento. Pertanto, nel mondo degli Spiriti, quelli che hanno delle conoscenze limitate sono, come sulla Terra gli ignoranti, incapaci di abbracciare un insieme e di formulare un sistema, non conoscono o non comprendono che imperfettamente una qualsiasi classificazione. Per costoro, tutti gli Spiriti superiori a loro sono di prim'ordine, senza che essi siano in grado di valutare le sfumature del sapere, della capacita e della moralità che li distinguono, come da noi l'uomo rozzo nei riguardi dell'uomo colto. Anche quelli che sono capaci di farlo possono variare nei particolari secondo il loro punto di vista, soprattutto quando una suddivisione non ha niente di assoluto. Linneo, Jussieu e Tournefort hanno elaborato ognuno un loro metodo, ma la botanica non è per questo cambiata. Il fatto è che essi non hanno inventato né le piante né le loro caratteristiche: essi ne hanno osservato le analogie in base alle quali hanno poi stabilito i gruppi e le classi. È così che noi abbiamo proceduto: non abbiamo inventato né gli Spiriti né le loro caratteristiche. Abbiamo visto e osservato, li abbiamo giudicati in base alle loro parole e ai loro atti, e poi classificati per analogie basandoci sui dati che essi stessi ci hanno fornito.

Gli Spiriti ammettono generalmente tre categorie principali o tre grandi suddivisioni. Nell'ultima, quella che si trova alla base della scala, ci sono gli Spiriti imperfetti, caratterizzati dalla predominanza della materia sullo spirito e la propensione al male. Quelli della seconda categoria sono caratterizzati dalla predominanza dello spirito sulla materia e dal desiderio del bene: questi sono i buoni Spiriti. Infine la prima comprende gli Spiriti puri, quelli che hanno raggiunto il grado supremo della perfezione.

Questa suddivisione ci sembra essere perfettamente razionale e presentare dei caratteri ben definiti. Non ci resta che far emergere, attraverso un numero sufficiente di suddivisioni, le sfumature principali dell'insieme. È ciò che abbiamo fatto con l'aiuto degli Spiriti, i quali non ci hanno mai fatto mancare le loro benevole istruzioni.

Con l'aiuto di questo schema sarà facile determinare la categoria e il grado di superiorità o di inferiorità degli Spiriti con i quali possiamo entrare in contatto e, di conseguenza, il grado di fiducia e di stima che loro spetta. È questa, in un certo senso, la chiave della scienza spiritista, che pero può solo orientarci sulle discrepanze che le comunicazioni presentano, chiarendoci le disuguaglianze intellettuali e morali degli Spiriti. Facciamo osservare, tuttavia, che gli Spiriti non appartengono sempre esclusivamente alla tale o tal altra classe. Avvenendo il loro progresso solo per gradi e, sovente, più in un senso che in un altro, essi possono riunire i caratteri di più categorie, cosa che è facile valutare dal loro linguaggio e dai loro atti.

Terzo ordine. — Spiriti imperfetti.

101. Caratteri generali. — Predominanza della materia sullo spirito. Propensione al male. Ignoranza, orgoglio, egoismo, e tutte le cattive passioni che ne conseguono.

Hanno l'intuizione di Dio, ma non lo comprendono.

Non tutti sono essenzialmente cattivi. In alcuni c’è più leggerezza, incoerenza e malizia che vera cattiveria. Altri non fanno né del male né del bene, ma, per il fatto stesso che non fanno del tutto il bene, denotano la loro inferiorità. Altri ancora, invece, si compiacciono del male e sono contenti quando hanno l'occasione per farlo. Possono associare l'intelligenza alla cattiveria o alla malizia; ma qualunque sia il loro sviluppo intellettuale, le loro idee sono poco elevate e i loro sentimenti più o meno ignobili.

Le loro conoscenze sulle cose del mondo spiritista sono limitate, e il poco che sanno si confonde con le idee e i preconcetti della vita materiale. Ci possono dare solo delle nozioni false e incomplete; ma l'osservatore attento trova sovente nelle loro comunicazioni, anche se imperfette, la conferma delle grandi verità insegnate dagli Spiriti superiori.

Il loro carattere si rivela con il loro stesso linguaggio. Ogni Spirito che, nelle sue comunicazioni, tradisca un cattivo pensiero, può essere assegnato al terzo ordine. Di conseguenza qualsiasi cattivo pensiero che ci viene suggerito ci viene da uno Spirito di questo ordine. Essi vedono la felicita dei buoni, e questo e per loro un tormento incessante perché provano tutte le afflizioni che l'invidia e la gelosia possono originare.

Conservano il ricordo e la percezione delle sofferenze della vita fisica, e questa impressione è sovente più dolorosa della realtà. Soffrono dunque veramente, sia dei mali che essi hanno sopportato sia di quelli che hanno fatto sopportare agli altri. E, poiché soffrono da lungo tempo, credono di dover soffrire per sempre. Dio, per punirli, vuole che essi lo credano.

Gli Spiriti appartenenti al terzo ordine si possono dividere in cinque classi principali.

102. Decima classe. SPIRITI IMPURI. — Sono inclini al male e ne fanno l'oggetto delle loro preoccupazioni. Come Spiriti danno dei consigli infidi, insinuano la discordia e la diffidenza, e assumono tutte le maschere per meglio ingannare. Si attaccano a persone dal carattere abbastanza debole da cedere alle loro suggestioni, per spingerli alla perdizione, contenti di poter ritardare il loro avanzamento facendoli soccombere nelle prove che subiscono.

Nelle manifestazioni si riconoscono dal loro linguaggio. La trivialità e la rozzezza delle espressioni, presso gli Spiriti come presso gli uomini, è sempre indice di inferiorità morale, se non intellettuale. Le loro comunicazioni rivelano la bassezza delle loro inclinazioni e, se cercano di trarre in inganno parlando in modo sensato, non possono sostenere a lungo il ruolo e finiscono sempre col tradire la loro origine.

Certi popoli ne hanno fatto delle Divinità malefiche, altri li designano sotto il nome di demoni, geni cattivi, Spiriti del male.

Gli esseri viventi che essi animano, quando sono incarnati, sono inclini a tutti i vizi che le passioni vili e degradanti generano: la sensualità, la crudeltà, l'impostura, l'ipocrisia, la cupidigia, l'avarizia sordida. Fanno del male per il piacere di farlo, il più delle volte senza motivo e, in odio al bene, scelgono quasi sempre le loro vittime tra i buoni. Essi sono dei flagelli per l'umanità, a qualsiasi rango della società appartengano, e la patina della civilizzazione non li mette al riparo dall'obbrobrio e dall'ignominia.

103. Nona classe. SPIRITI LEGGERI. — Sono ignoranti, maligni, incoerenti e beffardi. Si intromettono in tutto, rispondono a qualsiasi domanda senza preoccuparsi della verità. Si compiacciono nel provocare dei piccoli dispiaceri e delle piccole gioie, nel molestare, nell'indurre malignamente in errore con mistificazioni e intrighi. A questa classe appartengono gli Spiriti comunemente designati sotto il nome di folletti, spiritelli, gnomi, elfi. Sono alle dipendenze degli Spiriti superiori che li impiegano sovente come noi facciamo con la servitù.

Nelle comunicazioni con gli uomini, il loro linguaggio è a volte spiritoso e faceto, ma quasi sempre superficiale. Colgono i difetti e il ridicolo che poi esprimono con battute mordenti e satiriche. Se prendono a prestito dei nomi falsi, è sovente più per malizia che per cattiveria.

104. Ottava classe. SPIRITI PSEUDOSAPIENTI. — Le loro conoscenze sono abbastanza ampie, ma credono di sapere più di quanto in realtà non sappiano. Avendo compiuto qualche progresso sotto diversi punti di vista, il loro linguaggio ha uno stile serio che può trarre in inganno circa le loro capacita e conoscenze. Ma nella maggior parte dei casi si tratta solo del riflesso dei preconcetti e delle idee sistematiche che conservano della vita terrena. E un miscuglio di alcune verità insieme agli errori più assurdi, in mezzo ai quali si fanno strada la presunzione, l'orgoglio, la gelosia e la cocciutaggine di cui non hanno saputo liberarsi.

105. Classe settima. SPIRITI NEUTRI. — Non sono abbastanza buoni per praticare il bene, né abbastanza cattivi per fare del male. Tendono sia in un senso che nell'altro e non si elevano al di sopra della comune condizione dell'umanità, tanto per quanto riguarda la morale che l'intelligenza. Tengono alle cose di questo mondo, di cui rimpiangono le grossolane soddisfazioni.

106. Classe sesta. SPIRITI BATTITORI E PERTURBATORI. — Questi Spiriti, propriamente parlando, non formano affatto una classe distinta quanto a qualità personali: possono appartenere a tutte le classi del terzo ordine. Manifestano sovente la loro presenza con degli effetti sensibili e psichici, quali i colpi, il movimento e lo spostamento anomalo di corpi solidi, l'agitazione dell'aria ecc. Sembrerebbero, più di altri, ancora attaccati alla materia. Sembra che siano essi gli agenti principali delle perturbazioni degli elementi del globo, sia che agiscano sull'aria, sull'acqua, sul fuoco, sui corpi solidi o nelle viscere della Terra. Si sa che questi fenomeni, quando hanno un carattere intenzionale e intelligente, non sono affatto dovuti a una causa fortuita e fisica. Tutti gli Spiriti possono produrre questi fenomeni, ma gli Spiriti elevati li lasciano generalmente come attribuzioni degli Spiriti subalterni, più idonei a cose materiali che a cose intelligenti. Quando giudicano che manifestazioni di questo genere possano essere utili, si servono degli Spiriti di questa classe come ausiliari.

Secondo ordine. — Buoni Spiriti.

107. Caratteri generali. — Predominanza dello Spirito sulla materia e desiderio del bene. Le loro qualità e il loro potere per fare il bene sono in ragione del grado al quale sono pervenuti: alcuni hanno la scienza, altri la saggezza e la bontà. I più avanzati, alle qualità morali, uniscono il sapere. Non essendo ancora completamente smaterializzati, conservano più o meno, secondo il loro rango, le tracce dell'esistenza fisica, sia nello stile del linguaggio, sia nelle loro abitudini, in cui si possono persino ritrovare alcune delle loro manie. Altrimenti sarebbero degli Spiriti perfetti.

Essi hanno cognizione di Dio e dell'infinito e godono già della felicita dei buoni. Sono felici del bene che fanno e del male che impediscono. L'amore che li unisce è per loro fonte di una felicita ineffabile che non viene alterata né dall'invidia né dal rimorso né da alcune delle cattive passioni che costituiscono il tormento degli Spiriti imperfetti. Ma tutti hanno ancora delle prove da subire, finché non abbiano raggiunto la perfezione assoluta.

Come Spiriti, suscitano buoni pensieri, distolgono gli uomini dalla via del male, proteggono nella vita coloro che se ne rendono degni e neutralizzano l'influenza degli Spiriti imperfetti in coloro che non si compiacciono di subirla.

Coloro nei quali essi si sono incarnati sono buoni e benevoli verso i loro simili: non sono mossi né dall'orgoglio né dall'egoismo né dall'ambizione. Non provano ne odio né rancore né invidia né gelosia e fanno il bene perii bene.

A questo ordine appartengono gli Spiriti designati nelle credenze popolari sotto i nomi di buoni geni, geni protettori, Spiriti del bene. Ai tempi della superstizione e dell'ignoranza se ne fecero delle divinità benevole.

Si possono dividere in quattro gruppi principali.

108. Classe quinta. SPIRITI BENEVOLI. — La loro qualità dominante e la bontà. A loro piace rendersi utili agli uomini e proteggerli, ma il loro sapere è limitato e il loro progresso si è realizzato più in senso morale che in senso intellettuale.

109. Classe quarta. SPIRITI SAPIENTI. — Ciò che li distingue particolarmente e la vastità delle loro conoscenze. Si preoccupano meno delle questioni morali che delle questioni scientifiche per le quali hanno una maggiore attitudine. Ma considerano la scienza solo dal punto di vista utilitaristico e senza mescolarvi nessuna delle passioni proprie degli Spiriti imperfetti.

110. Classe terza. SPIRITI SAGGI. — Le qualità morali dell'ordine più elevato costituiscono il loro carattere distintivo. Senza avere conoscenze illimitate, sono dotati di una capacita intellettuale che consente loro una sana capacita di giudizio sugli uomini e sulle cose.

111. Classe seconda. SPIRITI SUPERIORI. — Riuniscono in sé la scienza, la sapienza e la bontà. Il loro linguaggio emana solo benevolenza ed e costantemente dignitoso, elevato, sovente sublime. la loro superiorità li rende atti, più degli altri, a darci le nozioni più giuste sulle cose del mondo incorporeo nei limiti di ciò che è concesso all'uomo sapere. Si mettono volentieri in contatto con coloro che cercano la verità in buona fede, e la cui anima e abbastanza libera dai legami terreni per comprenderla. Ma si allontanano da coloro che sono animati dalla sola curiosità o che l'influenza della materia distoglie dalla pratica del bene.

Quando, eccezionalmente, si incarnano sulla Terra, e per compiervi una missione di progresso e ci offrono allora quel modello della perfezione alla quale l'umanità può sulla Terra aspirare.

Primo ordine. — Spiriti puri.

112. Caratteri generali. — Nessuna influenza della materia. Superiorità intellettuale e morale assoluta rispetto agli Spiriti degli altri ordini.

113. Classe prima. Classe unica. — Hanno superato tutti i gradi della scala e si sono spogliati di tutte le impurità della materia. Avendo essi raggiunto il più alto grado di perfezione di cui è capace una creatura, non devono più essere sottoposti né a prove né a espiazioni. Non essendo più soggetti alla reincarnazione in corpi deperibili, e loro la vita eterna, che trascorrono nel seno di Dio.

Godono di una felicita inalterabile, perché non sono soggetti né alle necessita né alle vicissitudini della vita materiale. Ma questa felicita non è assolutamente quella di un ozio monotono trascorso in una contemplazione perpetua. Essi sono i messaggeri e i ministri di Dio, di cui eseguono gli ordini per mantenere l'armonia universale. Comandano tutti gli Spiriti a loro inferiori, li aiutano a perfezionarsi e assegnano loro la missione che a loro spetta. Assistere gli uomini nelle difficolta, esortarli al bene o all'espiazione degli errori, che li allontanano dalla felicita suprema, è per questi Spiriti una dolce occupazione. Li si designa a volte con il nome di angeli, arcangeli o serafini.

Gli uomini possono entrare in comunicazione con loro, ma molto presuntuoso sarebbe colui che pretendesse di averli costantemente ai suoi ordini.

Progressione degli Spiriti.

114. Gli Spiriti sono buoni o cattivi per natura, oppure sono essi stessi che si migliorano?

«Sono gli stessi Spiriti che si migliorano e, migliorando, passano da un ordine inferiore a uno superiore.»

115. Fra gli Spiriti, alcuni sono stati creati buoni e altri cattivi?

«Dio ha creato tutti gli Spiriti semplici e ignoranti, ossia senza conoscenza. Ha dato a ognuno di loro una missione, allo scopo di illuminarli e di farli arrivare progressivamente alla perfezione attraverso la conoscenza della verità, e per avvicinarli a Lui. Per loro la felicita eterna e pura sta in questa perfezione. Gli Spiriti acquisiscono le conoscenze passando attraverso le prove che Dio loro impone. Alcuni accettano queste prove con sottomissione e arrivano più prontamente alla meta loro destinata; altri le supportano solo lamentandosi e pertanto restano, per colpa loro, lontani dalla perfezione e dalla felicita promessa.»

115a. Da ciò sembrerebbe che gli Spiriti siano alla loro origine come dei bambini, ignoranti e senza esperienza, ma che acquistino a poco a poco le conoscenze di cui mancano, percorrendo le differenti fasi della vita.

«Sì, il paragone è valido. Il bambino ribelle resta ignorante e imperfetto, traendo maggiore o minore profitto a seconda della sua docilità. Però la vita dell'uomo ha un termine, mentre quella degli Spiriti si prolunga all'infinito.»

116. Ci sono degli Spiriti che resteranno per sempre nelle classi inferiori?

«No, tutti diventeranno perfetti. Essi cambiano, ma ci vuole molto tempo. Infatti, come abbiamo già detto, un padre giusto e misericordioso non può bandire eternamente i suoi figli. Vorreste dunque che Dio così grande, così buono, così giusto, fosse peggio di quanto non siate voi stessi?»

117. Dipende dagli Spiriti affrettare i loro progressi verso la perfezione?

«Certamente. Essi vi arrivano più o meno rapidamente a seconda del loro desiderio e della loro sottomissione alla volontà di Dio. Un bambino docile non si istruisce forse più in fretta di un bambino neghittoso?»

118. Gli Spiriti possono regredire?

«No. Man mano che avanzano, comprendono ciò che ancora li separa dalla perfezione. Quando lo Spirito ha terminato una prova, possiede la conoscenza e non la dimentica più. Può restare in una situazione di stasi, ma non retrocede.»

119. Non poteva Dio esonerare gli Spiriti dalle prove che devono subire per arrivare al primo livello?

«Se gli Spiriti fossero stati creati perfetti non avrebbero meriti per gioire dei benefici di questa perfezione. Dove starebbe il merito senza la lotta? D'altra parte la disuguaglianza esistente fra loro è necessaria alla loro personalità. E, infine, la missione che compiono a questi differenti livelli è nei disegni della Provvidenza per l'armonia dell'universo.»

Poiché nella vita sociale tutti gli uomini possono arrivare ai più alti incarichi, tanto varrebbe domandarsi perché il sovrano di un Paese non fa di ciascuno dei suoi soldati un generale; perché tutti gli impiegati subalterni non sono degli impiegati superiori; perché tutti gli studenti non sono dei professori. Pertanto c’è una differenza fra la vita sociale e quella spirituale: la prima è limitata e non sempre permette di superare a tutti i livelli, mentre la seconda e indefinita e lascia a ognuno la possibilità di elevarsi al grado supremo.

120. Tutti gli Spiriti passano per la trafila del male per arrivare al bene?

«Non per la trafila del male, ma per quella dell'ignoranza.»

121. Perché certi Spiriti hanno seguito la via del bene e altri quella del male?

«Non hanno essi il libero arbitrio? Dio non ha affatto creato degli Spiriti cattivi. Ha creato Spiriti semplici e ignoranti, ossia con attitudine tanto al bene quanto al male. Quelli che sono cattivi lo diventano per loro volontà.»

122. Come possono gli Spiriti, alla loro origine, quando non hanno ancora coscienza di sé stessi, avere la libertà di scelta fra il bene e il male? Ce in essi un principio, una qualsiasi tendenza che li porta in una direzione piuttosto che in un'altra?

«Il libero arbitrio si sviluppa nella misura in cui lo Spirito acquisisce coscienza di sé stesso. Non ci sarebbe più libertà se la scelta fosse sollecitata da una causa indipendente dalla volontà dello Spirito. La causa non è in lui, bensì fuori di lui, nelle influenze alle quali cede in virtù della sua libera volontà. È la grande allegoria della caduta dell'uomo e del peccato originale: c’è chi ha ceduto alla tentazione e chi vi ha resistito.»

122a. Da dove vengono le influenze che si esercitano sullo Spirito?

«Dagli Spiriti imperfetti, che cercano di impossessarsi di lui per dominarlo e sono felici di vederlo fallire. È questo che si è voluto simbolizzare con la figura di Satana.»

122b. Questa influenza si esercita sullo Spirito, soltanto alla sua origine?

«Essa lo segue nella sua vita di Spirito finché non abbia raggiunto un controllo tale su di sé, che gli Spiriti malvagi rinunciano ad assediarlo.»

123. Perché Dio ha permesso che gli Spiriti potessero seguire la via del male?

«Come osate chiedere conto a Dio dei Suoi atti? Pensate di poter penetrare nei Suoi disegni? Tuttavia voi potete chiarirvi questo: la saggezza di Dio sta nella libertà, che Egli lascia a ognuno, di scegliere, affinché ognuno acquisisca i meriti secondo il suo operato.»

124. Poiché ci sono degli Spiriti che, fin dall'inizio, seguono la via del bene assoluto, e altri quella del male assoluto, ci saranno certamente dei livelli intermedi fra questi due estremi.

«Sì, senza dubbio, ed e quiche si trova la grande maggioranza degli Spiriti.»

125. Gli Spiriti che hanno seguito la via del male potranno arrivare allo stesso livello di superiorità degli altri?

«Sì, ma le eternità per loro saranno più lunghe.

Con la parola eternità si deve intendere l'idea che hanno gli Spiriti inferiori della perpetuità delle loro sofferenze, poiché non è dato loro vederne la fine, e questa idea si rinnova a ogni prova a cui essi devono soccombere.

126. Gli Spiriti, arrivati al grado supremo, dopo essere passati attraverso il male, hanno meno meriti degli altri agli occhi di Dio?

«Dio contempla quelli che hanno smarrito la strada con gli stessi occhi e li ama tutti con lo stesso cuore. Essi sono detti cattivi perché hanno ceduto, ma all'inizio non erano che dei semplici Spiriti.»

127. Gli Spiriti sono creati tutti uguali quanto a facoltà intellettuali?

«Sono creati tutti uguali ma, non sapendo essi da dove vengono, e necessario che il libero arbitrio faccia il suo corso Essi progrediscono, più o meno rapidamente, in intelligenza come in moralità.»

Gli Spiriti, che seguono sin dall'inizio la via del bene, non sono per questo Spiriti perfetti. Se non hanno delle tendenze cattive, devono comunque acquisire l'esperienza e le conoscenze necessarie per raggiungere la perfezione. Possiamo paragonarli a dei bambini che, qualunque sia la bontà dei loro istinti naturali, hanno bisogno di svilupparsi, di imparare, e dall'infanzia non arrivano all'età matura senza transizione. Come presso di noi ci sono uomini che sono buoni e altri che sono cattivi, fin dalla loro infanzia, così ci sono degli Spiriti buoni o cattivi fin dall'inizio. Con questa differenza fondamentale: il bambino ha degli istinti completamente formati, mentre lo Spirito, all'inizio della sua formazione, non è più cattivo che buono. Ha tutte le tendenze e prende l'una o l'altra direzione in base al suo libero arbitrio.

Angeli e demoni.

128. Gli esseri che noi chiamiamo angeli, arcangeli e serafini formano una categoria particolare, di natura diversa dagli altri Spiriti?

«No, sono gli Spiriti puri, quelli che si trovano sul grado più alto della scala e riuniscono tutte le perfezioni.»

La parola angelo richiama generalmente l'idea della perfezione morale; ciononostante viene sovente applicata a tutti gli esseri buoni e cattivi che sono al di fuori dell'umanità. Si dice: l'angelo buono e l'angelo cattivo, l'angelo della luce e l'angelo delle tenebre. In questo caso e sinonimo di Spirito o di genio. Noi la usiamo qui nell'accezione di buono.

129. Gli angeli hanno superato tutti i gradi della scala evolutiva?

«Hanno superato tutti i livelli ma, come abbiamo già detto, alcuni hanno accettato la loro missione senza lamentarsi e sono arrivati più rapidamente alla perfezione, altri hanno impiegato un tempo più o meno lungo per arrivarci.»

130. Se l'opinione che ammette degli esseri creati perfetti c superiori a tutte le altre creature è erronea, come accade che tale convincimento si trova nella tradizione di quasi tutti i popoli?

«Sappiate che il vostro mondo non è assolutamente eterno, e che molto tempo prima che esistesse, degli Spiriti avevano già raggiunto il grado supremo dell'evoluzione. Per questo, allora, gli uomini hanno potuto credere di essere stati sempre perfetti.»

131. Ci sono dei demoni nel senso stretto del termine?

«Se ci fossero dei demoni sarebbero opera di Dio, e sarebbe forse Dio giusto e buono avendo fatto degli esseri eternamente votati al male e infelici? Se ci sono dei demoni, e nel vostro mondo inferiore o in altri simili al vostro ch'essi risiedono. Sono quegli uomini ipocriti che fanno, di un Dio giusto, un Dio malvagio e vendicativo, e che credono di essere a Lui graditi per le cose abominevoli che commettono in Suo nome.»

La parola demonio implica l'idea di cattivi Spiriti solo nella sua accezione moderna. Infatti la parola greca daimon, da cui deriva, significa genio, intelligenza, e s'impiegava anticamente per designare esseri incorporei, buoni o cattivi senza distinzione.

I demoni, secondo l'accezione corrente del termine, si suppone siano degli esseri essenzialmente maligni per natura. Essi sarebbero, come tutte le cose, creazione di Dio. Ora, Dio che è sovranamente giusto e buono non può aver creato degli esseri predestinati al male, per loro stessa natura, e condannati per l'eternità. Se poi non fossero opera di Dio, esisterebbero da e per tutta l'eternità come Lui, ossia ci sarebbero molti poteri sovrani.

La prima condizione di ogni dottrina è quella di essere logica. Ora, quella dei demoni, in senso assoluto, pecca di questa base essenziale. Che nella credenza di popoli arretrati — i quali, non conoscendo gli attributi di Dio, ammettevano delle Divinità malefiche — si ammettessero anche i demoni, questo è comprensibile. Ma, per chiunque faccia della bontà di Dio un attributo per eccellenza, e illogico e incoerente supporre che Egli abbia potuto creare degli esseri votati al male e destinati a praticarlo eternamente, perché questo sarebbe negare la Sua bontà. I sostenitori dei demoni si appoggiano sulle parole di Cristo. E non saremo certamente noi a contestare qui l'autorevolezza del Suo insegnamento, che vorremmo pero vedere nei cuori più che sulle bocche degli uomini. Ma i sostenitori di questa idea sono ben certi del senso che allora si attribuiva alla parola demonio? Non sappiamo forse già che la forma allegorica è uno dei modi distintivi del Suo linguaggio? Tutto ciò che il Vangelo racchiude deve forse essere preso alla lettera? Valga come prova solo questo passo:

«Subito dopo questi giorni di afflizione, il Sole si oscurerà, e la Luna non dara più la sua luce, le stelle cadranno dal cielo, e le forze del cielo saranno scosse. In verità vi dico che questa generazione non passerà senza che tutte queste cose si siano compiute.»

Non abbiamo forse visto la forma del testo biblico contraddetta dalla scienza per ciò che riguarda la creazione e il moto della Terra? Non può essere lo stesso di certe allegorie impiegate dal Cristo, il quale doveva parlare secondo i costumi dei tempi e dei luoghi? Il Cristo non ha potuto dire scientemente una cosa falsa. Se dunque in queste parole ci sono delle cose che sembrano impressionare la ragione, è perché noi non le comprendiamo o le interpretiamo male.

Gli uomini hanno pensato riguardo ai demoni ciò che hanno pensato riguardo agli angeli. Come hanno creduto a degli esseri perfetti eterni, per analogia hanno preso gli Spiriti inferiori per degli esseri perpetuamente cattivi. La parola demonio deve dunque intendersi propria degli Spiriti impuri, che sovente non valgono più di quelli designati con il nome di demoni. Con la differenza, pero, che il loro stato e solo transitorio. Sono Spiriti imperfetti, i quali si lamentano delle prove che subiscono e che, per questo, le subiscono più a lungo, ma anche per essi arriverà il loro turno quando ne avranno la volontà. Si potrebbe dunque accettare il termine demonio con questa limitazione, ma, poiché oggi lo si intende in senso esclusivo, esso potrebbe indurre in errore facendo credere all'esistenza di esseri particolari, creati perii male.

Riguardo a Satana, è evidentemente la personificazione del male sotto una forma allegorica, poiché non si potrebbe ammettere un essere malvagio che lottasse da potenza a potenza con la Divinità, e la cui sola preoccupazione fosse quella di opporsi ai Suoi disegni. Siccome per l'uomo ci vogliono delle allegorie e delle immagini per colpirne l'immaginazione, egli stesso ha raffigurato gli esseri incorporei sotto una forma materiale, con attributi che richiamino le qualità o i difetti umani. È così che gli antichi, volendo personificare il Tempo, lo hanno dipinto con l'aspetto di un vecchio con una falce e una clessidra. Una figura di giovane uomo sarebbe stato un controsenso. Lo stesso è delle allegorie della fortuna, della verità ecc. Attualmente gli angeli, o puri Spiriti, vengono rappresentati attraverso una immagine radiosa, con delle ali bianche, emblema della purezza. Satana con corna, artigli e gli attributi della bestialità, emblema delle basse passioni. L'uomo comune, che prende le cose alla lettera, ha visto in questi emblemi un individuo reale, come già aveva visto Saturno nell'allegoria del Tempo.