Il Libro degli Spiriti

Allan Kardec

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921. Si comprende così che l'uomo sarà felice sulla Terra quando l'umanità sarà stata trasformata. Ma intanto ognuno può assicurarsi una felicità relativa?

«L'uomo è, il più delle volte, l'artefice della sua stessa infelicità. Praticando la legge di Dio egli evita molti mali e si procura una felicita tanto grande quanto lo consente la sua esistenza grossolana.»

L'uomo che sia ben convinto del suo destino futuro vede nella propria vita fisica soltanto una situazione transitoria. Per lui è un passaggio momentaneo in un cattivo ostello. Si consola facilmente dei disagi passeggeri di un viaggio che deve condurlo a una posizione tanto migliore quanto meglio e in anticipo avrà fatto i suoi preparativi.

Noi siamo puniti, fin da questa vita, per l'infrazione alle leggi dell'esistenza fisica, attraverso i mali che sono la conseguenza di questa infrazione e dei nostri eccessi. Se noi risaliamo progressivamente all'origine di ciò che chiamiamo i nostri mali terreni, noi vedremo, nella maggior parte dei casi, che essi sono la conseguenza di una prima deviazione dalla retta via. A causa di questa deviazione noi ci siamo immessi su una cattiva strada e, di conseguenza, sprofondiamo nell'infelicità.